Notizie di Psicologia

Notizie di Psicologia Pagina con notizie di Psicologia curata dal Dottor Leandro Cavaliere - Psicologo in Napoli e Salerno

COSA È IMPORTANTE CAPIRE NELLE RELAZIONI ?Nelle relazioni ciò che ci sfida di più è l’equilibrio: prendersi cura senza p...
24/09/2025

COSA È IMPORTANTE CAPIRE NELLE RELAZIONI ?
Nelle relazioni ciò che ci sfida di più è l’equilibrio: prendersi cura senza perdersi, restare presenti senza trattenere a tutti i costi.

Si comincia dall’ascolto delle proprie aspettative: cosa chiediamo davvero all’altro? E da dove nasce il bisogno di insistere?

Il corpo e le emozioni sono alleati preziosi: stanchezza, frustrazione, rabbia o rassegnazione sono segnali che ci guidano, se impariamo a riconoscerli.

Poi arriva un passo delicato: distinguere ciò che dipende da noi da ciò che non possiamo cambiare. Spesso ci accaniamo proprio dove non abbiamo potere, e invece lasciamo andare dove la nostra presenza sarebbe necessaria.

Infine, c’è il distacco affettivo: lasciar correre non è indifferenza, lasciar perdere non è rinunciare. È una forma di rispetto per se stessi.

Un percorso psicoterapeutico breve accompagna in questi passaggi, mettendo a disposizione non solo strumenti concreti, ma anche la mia lunga esperienza professionale nel campo delle relazioni e un patrimonio personale di 60 anni di vita e ascolto.
Un bagaglio che diventa bussola condivisa.

👉 Mi Contatta su WhatsApp al 3208573502.
per ulteriori informazioni e/o per fissare un primo incontro. Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

SESSIONE DI FOCUS RELAZIONALEUn incontro unico per fare chiarezza nel tuo momento di confusione emotiva.Hai una domanda ...
18/08/2025

SESSIONE DI FOCUS RELAZIONALE
Un incontro unico per fare chiarezza nel tuo momento di confusione emotiva.
Hai una domanda che ti tormenta da giorni, settimane, mesi?
Un dubbio amoroso che non ti dà pace?
Ti senti intrappolato in un circolo che non si chiude, o bloccato in una scelta che non riesci a fare?
👉Il Focus Relazionale è uno spazio di 60 minuti, dedicato interamente a te e al tuo tema.
Non è un percorso terapeutico, né una consulenza standard.
È un incontro mirato, concreto e orientato, per aiutarti a vedere meglio, rimettere ordine, e – se vuoi – fare un primo passo possibile.

✅ Perché può fare la differenza ?
A guidarti, in questo spazio, ci sono oltre 20 anni di esperienza clinica nel campo delle relazioni.
Ho accompagnato centinaia di persone in crisi affettiva, dipendenza amorosa, rotture dolorose, ambivalenze profonde.
In più, ho 60 anni: e credo che anche l’età, in questo lavoro, conti.
Contano la prospettiva, il tempo vissuto, la capacità di ascolto non giudicante, e una certa dose di disincanto lucido.

✅ È per te se:
👉Non sai se restare o andare in una relazione
👉Sei in un momento di crisi o separazione e vuoi ritrovare lucidità
👉Vivi una situazione ambigua o altalenante con un partner e ti senti in stallo
👉Ti sei già lasciato/a, ma non riesci ad andare avanti
👉Ti ritrovi spesso in relazioni che ti fanno soffrire e vuoi capire perché
👉O qualsiasi altra problematica relazionale come gelosia, tradimento, amore non corrisposto e via dicendo.

📌 Come funziona
1 incontro singolo – 60 minuti
👉Online (Zoom o altra piattaforma) o in presenza in Studio a Milano, Roma e Salerno
👉Dopo l’incontro puoi decidere di proseguire con altri Focus Relazionali occasionali, oppure valutare (insieme) un percorso più strutturato.

🎁 Bonus
Dopo l'incontro riceverai:
Un breve riassunto scritto dei punti chiave emersi
Un piccolo suggerimento operativo o riflessione personalizzata per i giorni successivi

💶 Costo: 100€ prima sessione di un ora. Eventuali sessioni successive euro 70 per 45 minuti. Il costo è detraibile fiscalmente.

📥 Come prenotare: scrivi a dotcavaliere@gmail.com o WhatsApp 3208573502

✍️ Parole di chi ha già fatto un Focus Relazionale
"In un’ora mi sono risultate chiare diverse dinamiche che avevo difficoltà a comprendere"
"Non avevo bisogno di terapia lunga, ma di qualcuno che mi aiutasse a fare un po' luce. Questo è stato perfetto."
Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta Psicologo e Psicoterapeuta in Milano, Roma, Napoli e Salerno

L'HYBRIS NELL' ANTICA GRECIA: Una Chiave per Comprendere le Relazioni Disfunzionali Moderne👉Nell'antica Grecia, l'hybris...
31/07/2025

L'HYBRIS NELL' ANTICA GRECIA: Una Chiave per Comprendere le Relazioni Disfunzionali Moderne

👉Nell'antica Grecia, l'hybris (ὕβρις) rappresentava uno dei concetti più temuti e significativi della cultura ellenica. Non si trattava semplicemente di orgoglio o arroganza, ma di una trasgressione dell'ordine naturale che inevitabilmente portava alla nemesi, la punizione divina.

👉Cos'era l'Hybris per i Greci?
L'hybris era caratterizzata da:
- Eccesso di potere e mancanza di autocontrollo
- Violazione dei limiti imposti dagli dèi e dalla società
- Disprezzo per l'altro e per le regole condivise
- Illusione di invincibilità e superiorità

I tragediografi greci, da Eschilo a Euripide, hanno narrato storie immortali di eroi caduti proprio a causa dell'hybris: Agamennone, Penteo, Creonte. Tutti accomunati dall'aver oltrepassato i confini del rispetto reciproco.

👉L'Hybris nelle Relazioni Contemporanee
Oggi, nelle relazioni disfunzionali, riconosciamo patterns comportamentali sorprendentemente simili all'hybris antica:

👉Il Partner "Hybristico"
- Bisogno di controllo assoluto sulla relazione
- Mancanza di empatia verso i bisogni dell'altro
- Senso di superiorità e diritto speciale
- Violazione sistematica dei confini personali del partner

👉La Dinamica Distruttiva
Come nell'antica Grecia, l'hybris relazionale porta inevitabilmente alla distruzione. Il partner che agisce con hybris:
- Ignora i segnali di sofferenza dell'altro
- Interpreta ogni richiesta come una sfida al proprio potere
- Perde gradualmente il contatto con la realtà relazionale
- Precipita verso l'isolamento e la perdita della relazione

👉 La Nemesi Moderna: Le Conseguenze.
La "nemesi" nelle relazioni disfunzionali si manifesta attraverso:
- Perdita di fiducia irreversibile
- Isolamento emotivo del partner hybristico
- Deterioramento dell'autostima in entrambi i partner
- Ripetizione di pattern tossici in relazioni future

👉Spezzare il Ciclo dell'Hybris
La saggezza antica ci insegna che il primo passo verso la guarigione è il riconoscimento dei propri limiti. In terapia, questo si traduce in:

Per chi agisce con hybris:
- Sviluppare consapevolezza dei propri comportamenti
- Imparare l'ascolto attivo e l'empatia
- Accettare la vulnerabilità come parte dell'amore

Per chi subisce:
- Riconoscere i propri diritti nella relazione
- Stabilire confini chiari e rispettarli
- Cercare supporto professionale quando necessario

👉Verso la Sophrosyne: L'Equilibrio
I Greci contrapponevano all'hybris la sophrosyne (σωφροσύνη): la saggezza del conoscere i propri limiti, la temperanza, l'autocontrollo. Nelle relazioni, questo si traduce in:
- Rispetto reciproco
- Capacità di compromesso
- Ascolto delle emozioni proprie e dell'altro
- Accettazione dell'imperfezione umana

L'antica lezione greca rimane attuale: solo attraverso il riconoscimento dei nostri limiti possiamo costruire relazioni autentiche e durature. L'amore vero non è conquista, ma incontro tra pari dignità.

👉Se riconosci pattern di hybris nella tua relazione, ricorda: chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza. La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

LA GELOSIA POST DISTACCO è un fenomeno psicologico che può manifestarsi dopo la fine di una relazione sentimentale, quan...
25/07/2025

LA GELOSIA POST DISTACCO
è un fenomeno psicologico che può manifestarsi dopo la fine di una relazione sentimentale, quando una persona prova un’intensa gelosia nei confronti dell'ex partner. Questa gelosia spesso è amplificata dalla percezione che l'ex stia andando avanti, magari iniziando una nuova relazione, mentre chi prova questi sentimenti si sente ancora emotivamente legato o insicuro.

✅Sintomi
I principali sintomi della gelosia post distacco includono:

1. Pensieri ossessivi sull'ex partner:
Controllare continuamente i social media.
Immaginare l'ex con un nuovo partner.

2. Invidia e confronto:
Confrontarsi con chi potrebbe essere il nuovo partner dell'ex.
Sentirsi inadeguati o "inferiori" rispetto agli altri.

3. Ansia e depressione:
Sensazione di vuoto, solitudine e abbandono.
Perdita di autostima o senso di colpa.

4. Comportamenti impulsivi:
Cercare di mettersi in contatto con l'ex in modo insistente.
Tentare di suscitare gelosia a propria volta.

5. Rabbia o risentimento:
Criticare l'ex partner.
Nutrire pensieri negativi o desiderio di "vendetta".

✅Cause
La gelosia post distacco può essere causata da diversi fattori, tra cui:

➡️Attaccamento emotivo irrisolto: La persona non è riuscita a elaborare la fine della relazione.

➡️Bassa autostima: Si teme di non essere "abbastanza" o di non trovare un'altra persona.

➡️Paura dell’abbandono: Un passato di relazioni problematiche o traumi può accentuare questa paura.

➡️Idealizzazione dell’ex: Si continua a vedere l’ex come perfetto, ignorando i problemi che hanno portato alla rottura.

➡️Dipendenza affettiva: La relazione era vissuta come unica fonte di sicurezza e felicità.

Terapie e Strategie
Per superare la gelosia post distacco, è fondamentale affrontare il problema con consapevolezza. Ecco alcune possibili strategie:

1. Terapia psicologica
➡️Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): Aiuta a gestire i pensieri ossessivi e a migliorare l’autostima.
➡️Terapia di accettazione e impegno (ACT): Promuove l'accettazione delle emozioni e il focus sul presente.
➡️Terapia psicodinamica: Per esplorare le cause profonde della gelosia e dei legami affettivi.

2. Auto-aiuto e crescita personale
➡️Pratica del distacco emotivo: Limitare i contatti con l'ex, anche sui social media, per ridurre i trigger della gelosia.
➡️Attività personali: Coltivare hobby, amicizie e passioni per riscoprire la propria indipendenza.
➡️Scrittura terapeutica: Annotare emozioni e pensieri per comprenderli meglio.

3. Tecniche di rilassamento
➡️Mindfulness e meditazione: Aiutano a gestire ansia e stress.
➡️Esercizio fisico: Rilascia endorfine che migliorano l'umore.

4. Supporto sociale
Parlare con amici o familiari di fiducia può aiutare a sentirsi meno soli e a ottenere una prospettiva esterna.

5. Se necessario, supporto farmacologico
In casi gravi di ansia o depressione, uno specialista potrebbe consigliare farmaci come antidepressivi o ansiolitici, ma solo sotto controllo medico.

Conclusioni
La gelosia post distacco è una risposta emotiva comune, ma può diventare problematica se non viene gestita. Affrontare le emozioni con l'aiuto di un terapeuta e concentrarsi sulla propria crescita personale sono passi fondamentali per superarla e tornare a una vita equilibrata.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta
Psicologo e Psicoterapeuta in Milano, Roma, Napoli e Salerno

CORRELAZIONI TRA DEPRESSIONE ED ASSUNZIONE DI ALCOL E PSICOFARMACI SSRIL’assunzione di alcool ha una forte correlazione ...
13/02/2025

CORRELAZIONI TRA DEPRESSIONE ED ASSUNZIONE DI ALCOL E PSICOFARMACI SSRI
L’assunzione di alcool ha una forte correlazione con la depressione e può interferire significativamente con i farmaci SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). Ecco le principali interazioni:

1. Alcool e Depressione
L’alcool è un depressogeno, cioè può peggiorare i sintomi depressivi a lungo termine.
Anche se inizialmente può dare un senso di rilassamento, l’uso cronico può abbassare i livelli di serotonina e altre sostanze neurochimiche legate al benessere.
Il consumo eccessivo di alcool è spesso associato a disturbi depressivi e aumenta il rischio di suicidio.

2. Alcool e SSRI
L’uso di alcool insieme agli SSRI è sconsigliato per diversi motivi:

Riduzione dell’efficacia degli SSRI: l’alcool può contrastare l’azione degli SSRI, rendendoli meno efficaci nel trattamento della depressione.

Aumento degli effetti collaterali: può amplificare gli effetti indesiderati degli SSRI, come sonnolenza, vertigini, difficoltà di concentrazione e alterazioni del giudizio.

Rischio di sedazione e perdita di controllo: la combinazione può aumentare la sedazione e il rischio di incidenti.

Potenziale aumento del rischio di pensieri suicidari: sia l’alcool che la depressione possono essere fattori di rischio per il suicidio, e la loro interazione potrebbe peggiorare la situazione.

3. Cosa fare?
Limitare o evitare il consumo di alcool se si stanno assumendo SSRI.

Consultare un medico prima di assumere alcool per valutare i rischi specifici in base alla propria condizione e alla terapia seguita.

Monitorare gli effetti sul proprio umore e sul funzionamento cognitivo nel caso di assunzione accidentale di alcool.

L’associazione tra alcool, depressione e SSRI è complessa e rischiosa, quindi è importante prestare attenzione e seguire le indicazioni mediche.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

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09/02/2025

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La gestione dei sintomi prodromici o iniziali dell’anoressia da parte dei familiari è fondamentale per prevenire un peggioramento della situazione. Ecco alcune strategie utili: 1. Osservare senza giudicare Prendere nota dei cambiamenti comportamentali e fisici senza accusare o criticare. Os

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08/02/2025

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I sintomi prodromici dell'anoressia nervosa possono manifestarsi gradualmente e includono segnali fisici, comportamentali ed emotivi. Ecco alcuni dei più comuni: 1. Sintomi Comportamentali: Preoccupazione ossessiva per il cibo (contare le calorie, leggere ossessivamente le etichette nutriziona

CORRELAZIONI TRA DCA E DOC Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e i disturbi del comportamento alimentare (DCA), come ...
07/02/2025

CORRELAZIONI TRA DCA E DOC
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e i disturbi del comportamento alimentare (DCA), come anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, presentano numerose correlazioni a livello psicologico, comportamentale e neurobiologico. Le principali connessioni tra i due disturbi includono:

1. Sintomi ossessivo-compulsivi nei DCA

➡️Molte persone con anoressia nervosa, in particolare nel sottotipo restrittivo, mostrano pensieri ossessivi legati al cibo, al peso e alla forma corporea, così come rituali alimentari rigidi (es. contare le calorie, mangiare solo certi alimenti, pesarsi ripetutamente).

➡️Anche nella bulimia nervosa, possono essere presenti rituali compulsivi, come il bisogno di abbuffarsi e poi compensare con vomito autoindotto o esercizio fisico eccessivo.

2. Meccanismi di controllo e rigidità cognitiva

➡️Sia nel DOC che nei DCA si osserva un'elevata perfezionismo patologico e un forte bisogno di controllo.

➡️Le persone con DOC tendono a temere la perdita di controllo sui loro pensieri e azioni, mentre chi soffre di DCA spesso teme la perdita di controllo sul proprio corpo e sulla propria alimentazione.

3. Ansia e regolazione emotiva

➡️Entrambi i disturbi sono associati a livelli elevati di ansia.

➡️Il DOC è caratterizzato da ossessioni che generano ansia e compulsioni per ridurla.

➡️Nei DCA, il controllo del cibo e del corpo può servire come strategia di gestione dell’ansia, riducendo temporaneamente il disagio emotivo.

4. Neurobiologia e genetica condivisa

Studi di neuroimaging hanno mostrato anomalie simili nei circuiti cortico-striato-talamo-corticali, implicati nel controllo dei comportamenti ripetitivi e compulsivi.

Vi è anche una predisposizione genetica comune, con parenti di primo grado delle persone con DOC che presentano un rischio aumentato di sviluppare DCA e viceversa.

5. Comorbilità frequente

Il DOC e i DCA spesso coesistono nella stessa persona. Alcuni studi suggeriscono che fino al 25-69% delle persone con anoressia abbia anche sintomi ossessivo-compulsivi.

Alcuni sottotipi di DOC, come il DOC da contaminazione e il DOC da simmetria/perfezionismo, sono particolarmente associati ai DCA.

6. Trattamenti sovrapponibili

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è efficace in entrambi i disturbi, aiutando a modificare i pensieri ossessivi e i comportamenti compulsivi.

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come la fluoxetina, vengono utilizzati sia nel DOC che nella bulimia nervosa per ridurre i sintomi compulsivi e le abbuffate.

Conclusione
Il DOC e i DCA condividono numerosi aspetti psicologici e neurobiologici, caratterizzati da ossessioni, compulsioni e ansia elevata. La loro comorbilità suggerisce che potrebbero rappresentare manifestazioni diverse di uno spettro comune di disturbi ossessivo-compulsivi. Un trattamento mirato a ridurre sia l’ansia che i comportamenti compulsivi può essere utile per affrontare entrambi i disturbi in modo efficace.
Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

ANORESSIA O DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO ?Capire se un comportamento anoressico rappresenta una patologia a sé stante (...
07/02/2025

ANORESSIA O DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO ?
Capire se un comportamento anoressico rappresenta una patologia a sé stante (ovvero un disturbo del comportamento alimentare primario) o se rientra in uno spettro di disturbi ossessivo-compulsivi (DOC) richiede un'analisi approfondita di diversi aspetti clinici. Ecco alcuni criteri chiave per differenziare le due condizioni:

1. Focus principale delle ossessioni e compulsioni

➡️Anoressia nervosa primaria: il pensiero ossessivo è incentrato quasi esclusivamente sul peso, la forma corporea e il controllo dell’alimentazione. Le compulsioni sono legate a comportamenti alimentari rigidi (evitamento del cibo, conteggio calorico, esercizio eccessivo).

➡️DOC con sintomi anoressici: le ossessioni sono più generalizzate e possono riguardare pulizia, ordine, simmetria, paura della contaminazione, sensazione di "impurità" che si estende oltre il cibo. Il controllo dell’alimentazione può essere solo una delle manifestazioni del disturbo.

2. Motivazione del comportamento restrittivo

➡️Anoressia primaria: la restrizione alimentare è egosintonica (il paziente è convinto che sia giusta e necessaria per il proprio ideale di magrezza). C’è un’intensa paura di ingrassare e un’immagine corporea distorta.

➡️DOC con restrizione alimentare: il comportamento restrittivo è egodistonico (il paziente lo vive come fastidioso o illogico, ma si sente costretto a seguirlo per ridurre l’ansia). Ad esempio, una persona con DOC potrebbe evitare certi cibi perché teme di essere contaminata, non perché vuole dimagrire.

3. Presenza di altri sintomi ossessivo-compulsivi

➡️Anoressia primaria: possono esserci rituali legati al cibo (mangiare in un certo ordine, tagliare il cibo in pezzi piccoli), ma raramente si estendono ad altre aree della vita.

➡️DOC con sintomi anoressici: ci sono ossessioni e compulsioni multiple, come lavarsi le mani ripetutamente, controllare gli oggetti, contare numeri specifici, ecc. Il disturbo non è limitato al cibo e alla forma corporea.

4. Risposta ai trattamenti

➡️Anoressia primaria: risponde meglio a trattamenti specifici per i disturbi alimentari (terapia cognitivo-comportamentale per DCA, nutrizione assistita).

➡️DOC con restrizione alimentare: risponde meglio a terapie specifiche per il DOC, come la terapia cognitivo-comportamentale con esposizione e prevenzione della risposta (ERP) e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).

5. Decorso e sviluppo del disturbo

➡️Anoressia primaria: spesso inizia nell’adolescenza, con un focus immediato sul controllo del peso. Può evolvere in bulimia o in una cronicizzazione della restrizione.

➡️DOC con sintomi anoressici: può emergere in qualsiasi età, spesso in persone con una storia pregressa di DOC. Il comportamento alimentare può cambiare nel tempo e non essere stabile.

Quando i due disturbi coesistono?

In alcuni casi, l’anoressia e il DOC possono coesistere, rendendo la diagnosi più complessa. Ad esempio, una persona può soffrire di anoressia ma avere anche rituali compulsivi non legati al cibo, come lavarsi ripetutamente le mani per paura di contaminazione.

Se il comportamento alimentare è parte di un quadro ossessivo più ampio, si parla di DOC con sintomi alimentari. Se invece l’ossessione per il peso e la forma corporea è predominante, è più probabile che si tratti di anoressia nervosa.

Conclusione
Per distinguere tra anoressia e DOC con restrizione alimentare è fondamentale considerare:
✔ Il focus delle ossessioni (solo sul peso o più generalizzate)
✔ La motivazione del comportamento (dimagrimento o riduzione dell’ansia)
✔ La presenza di altri sintomi ossessivo-compulsivi
✔ La risposta ai trattamenti
✔ Il decorso del disturbo
Una valutazione clinica approfondita da parte di uno psicologo o psichiatra è essenziale per una diagnosi accurata e un trattamento adeguato.

Roberto Cavaliere Psicoterapeuta

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