11/09/2025
Sono rimasto colpito dalla morte di quest'uomo
pur non condividendo molte delle sue argomentazioni faceva qualcosa non da poco: girava il suo paese per cercare un dialogo ed un confronto e promuoveva la libertà di parola
Dotato di brillanti capacità dialettiche, i giovani con cui si confrontava molte volte, non riuscendo a "vincere" il dibattito, se ne andavano insultandolo, minacciandolo o semplicemente facendo i pagliacci per ridicolizzarlo
Voglio evidenziare un fenomeno psicologico già noto che sta avvenendo proprio ora: la disumanizzazione della vittima
Sui social ho letto commenti orribili, persone che festeggiano la morte in quanto "estremista", "fascista", "odiatore seriale" ecc.
Allora riporto un paio di approfondimenti. Huxley affermava quanto segue: "“quando si pensa ad uomini e donne particolari semplicemente come a dei rappresentanti di una classe, che è stata in precedenza definita come il “male”, ... allora la ripugnanza che si prova a ferire o ad uccidere scompare".
Albert Bandura invece parlava di Disimpegno morale:
1- giustificazione morale,
2- confronto vantaggioso,
3- etichettamento eufemistico,
4- spostamento della responsabilità,
5- diffusione della responsabilità,
6- minimizzazione
7- deumanizzazione,
8- attribuzione della colpa alla vittima
Consiglio la lettura del suo libro apposito per approfondire.
Veniamo per ultimo ai commenti orribili che ho letto. Commenti da parte di persone con la foto del profilo ove sorridono oppure abbracciano i figli oppure la moglie o il marito. Questa è la spiegazione che mi sono dato e se scorrete i vecchi post già ne avevo accennato in passato:
l'uomo è capace di amore e di morte, pulsione di vita e pulsione di morte, già intuite ai tempi da Freud. Questo perché siamo fatti per sopravvivere e portare avanti la specie quindi abbiamo bisogno di entrambe. Filiazione e difesa.
Difficilmente però l'uomo ammette questa sua ambivalenza e si ritiene fondamentalmente buono quando in realtà siamo solo dominati da necessità e bisogni ma ci illudiamo invece che la nostra esistenza abbia uno scopo o un significato particolare. A differenza degli altri animali non tolleriamo l'assenza di significato.
Le correnti distruttive che l'essere umano nutre vanno quindi indirizzate verso qualcosa o qualcuno. Solitamente un capro espiatorio che si addossa i peccati della comunità e viene scacciato o ucciso così che la comunità stessa possa mantenersi pulita. Questo spiega i commenti di odio.