26/12/2022
Bellissimo post sulla Neofobia, ovvero la tendenza dei bimbi tra 2 e 5 anni di rifiutare i nuovi cibi che vengono loro proposti. Vi è capitato? Come gestite questi momenti?
Perché in braccio è tutto più buono?
Probabilmente sarà capitato anche a voi:
un cibo nuovo in tavola, un rifiuto, poi in braccio improvvisamente viene accettato.
Ci è successo oggi perché, invece delle solite conchigliette, ho cucinato la zuppa con quelle di grano saraceno che sono molto più scure, quasi nere.
Siamo in fase “calante” del periodo della neofobia (dai 2 ai 5 anni), mia figlia ha appena compiuto i 5 e raramente rifiuta, ma capita ancora. E allora sappiamo cosa fare: restiamo tranquilli, non commentiamo il rifiuto, non diamo importanza, lo accettiamo come parte delle tappe di crescita.
Dopo un po’ il papà chiede alla bimba se vuole andare in braccio e allora la repulsione passa: assaggia prima la carota, poi gli spinaci, poi i fagioli… alla fine anche la pasta di colore scuro.
Perché succede?
Sicurezza.
Alla base del rifiuto (più o meno ostinato… a 2-3 anni è molto più ostinato!) c’è l’insicurezza causata dall’alimento sconosciuto.
Più il genitore è tranquillo e si mostra sicuro e più aumentano le chance di superare la paura.
All’inizio i bimbi sono spiazzati dall’emozione della paura, ma anche i genitori “Dottoressa, faccia qualcosa! Mio figlio non mangia più le verdure!”.
Ma io non ho la pillola magica, non sono a tavola con loro: ogni genitore (compresa me) può fare del proprio meglio alla propria tavola.
Non c’è un metodo: si può infondere sicurezza, che sia con la presenza, con una frase, con un abbraccio… aiuta molto, anche i bimbi con rifiuto più forte, anche se alla fine non assaggiano. Si mettono in tasca quella sicurezza e resta con loro anche per altre situazioni perché la famiglia si fa a tavola.