Studio Meraki

Studio Meraki Trattamenti shiatsu per il riequilibrio energetico di corpo e mente. Trattamenti shiatsu Kochi Method

Pratico shiatsu dal 1992 sono socia professionista attestato APOS (Associazione Professionale Operatori e Insegnanti Shiatsu) dal 2021 e precedentemente socia professionista attestata FISieo, insegnante Shiatsu Kochi Method®, consulente per i fiori di Bach, insegnante certificata del metodo Yamuna®Bodyrollig dal 2015. Attraverso queste tecniche aiuto le persone a ritrovare in se stesse l'armonia di corpo, mente e spirito.

Grande Dott. Burgarella Quantum Healing BQH !
01/09/2025

Grande Dott. Burgarella Quantum Healing BQH !

The research, presented in a dedicated slide series, is being conducted using cardiac magnetic resonance imaging to evaluate how a single, remote, Continuous...

Lo shiatsu considera come elementi fondanti l'energia del cuore e la presenza con "mente vuota" del terapeuta per un'eff...
29/08/2025

Lo shiatsu considera come elementi fondanti l'energia del cuore e la presenza con "mente vuota" del terapeuta per un'efficacia potenziata delle sue tecniche.
In questo interessante articolo si tratta il tema del campo di risonanza del cuore.

"L’Istituto HeartMath ha fornito, attraverso le sue ricerche, prove intriganti che uno scambio di energia elettromagnetica prodotto dal cuore si verifica quando le persone si toccano o sono in prossimità....Un’implicazione è che gli effetti delle tecniche terapeutiche che implicano il contatto o la prossimità tra il professionista e il paziente potrebbero essere amplificati dai professionisti che adottano consapevolmente un atteggiamento di cura sincera e introducono quindi una maggiore coerenza nel loro campo cardiaco.
Questo studio (Rollin McCraty, et Alt., 1998)....fornisce una teoria solida e verificabile per spiegare gli effetti osservati di molte modalità di guarigione che si basano sul presupposto che si verifichi uno scambio di energia."

Assistiamo alla nascita di una nuova scienza che comprova ciò che da anni viene sperimentato e percepito da chi riceve shiatsu.
Che bellezza!

DOI: https://doi.org/10.48274/IBI51 Autori Roberto Fabbroni (codice ORCID 0000-0001-5328-4412) Nikita Pedrazzini, Biotecnologie Aereospaziali (Moscow Aviation Institute) Abstract Questo lavoro è di revisione ed ampliamento di una pubblicazione precedente (https://doi.org/10.48274/IBI7) aggiornando ...

21/08/2025

SIBO E CERVELLO: LA CONNESSIONE CHE NESSUNO CONSIDERA

Quando si parla di SIBO (cioè sovracrescita batterica nel piccolo intestino), la maggior parte delle persone pensa subito alla dieta, ai probiotici o agli antibiotici naturali. È normale, il sintomo è intestinale, il disagio si sente lì, e quindi l’attenzione va tutta a quello che succede nella pancia.

Eppure, quello che emerge dalla ricerca più avanzata (eh si, non lo dico io ma la ricerca avanzata)è che non possiamo parlare di SIBO senza parlare di cervello. Non è un modo di dire, il nostro sistema nervoso centrale e l’intestino sono collegati in un asse bidirezionale continuo, e quando uno si ammala, l’altro difficilmente resta in salute.

La verità è che dietro a molti casi di SIBO cronico, recidivante o resistente a ogni tentativo di cura, c’è una disfunzione neurologica, in particolare del nervo vago e del sistema nervoso enterico, il “cervello nell’intestino”.

In questo post voglio accompagnarti in un viaggio che parte dalle basi di questa connessione, esplora i meccanismi infiammatori che la sostengono, e arriva a strategie concrete che puoi usare per rafforzare il tuo asse intestino-cervello. Preparati, perché sarà lungo e dettagliato, ma se soffri di disturbi intestinali cronici, questo potrebbe essere il tassello che ti mancava... Partiamo!

Forse lo hai già sentito dire, l’intestino possiede un proprio sistema nervoso, chiamato "sistema nervoso enterico". Non è una metafora, parliamo di oltre cento milioni di neuroni, più di quanti ne abbia il midollo spinale.

Questo sistema non solo regola la digestione in autonomia, ma utilizza gli stessi neurotrasmettitori del cervello, serotonina, dopamina, acetilcolina. Non a caso il novantacinque per cento della serotonina del corpo si trova proprio nell’intestino.

Cosa significa? Che la nostra capacità di digerire, assorbire nutrienti ed eliminare scarti non dipende solo da enzimi e acidi, ma anche da un fitto sistema nervoso che coordina i movimenti intestinali, apre e chiude valvole, regola la secrezione di succhi digestivi.

Il tutto avviene grazie a un meccanismo ritmico chiamato "complesso motorio migrante", quelle contrazioni regolari che spingono il cibo lungo l’intestino e impediscono che ristagni.

Ora, indovina chi controlla questo sistema? Il "nervo vago", un lungo nervo che scende dal cervello, attraversa il torace e si dirama in tutti gli organi addominali. Se il nervo vago non funziona bene, la motilità intestinale si blocca, il cibo resta fermo troppo a lungo, fermenta… ed ecco la porta spalancata al SIBO.

Molti pensano che il SIBO nasca solo da errori alimentari o da infezioni, ma in realtà spesso c’è di mezzo una "degenerazione neurologica".

Con l’avanzare dell’età, o dopo un trauma cranico, o in presenza di malattie neurodegenerative, il cervello perde neuroni e funzionalità. Questa perdita, chiamata degenerazione, significa che i neuroni “muoiono troppo in fretta” e non vengono rimpiazzati.

Il risultato? Il nervo vago riceve meno stimoli, il sistema nervoso enterico diventa pigro, e la motilità si riduce drasticamente.

Non a caso, molte persone che soffrono di Parklnson, AIzheimer o altre forme di declino cognitivo presentano anche stitichezza cronica, gonfiore e SIBO. Non sono sintomi scollegati, è lo stesso processo degenerativo che colpisce cervello e intestino insieme.

E attenzione, non serve avere una diagnosi di demenza per notare questi effetti. Anche chi soffre di ansia cronica, depressione, nebbia cerebrale, difficoltà di memoria o scarsa concentrazione potrebbe avere già un asse intestino-cervello indebolito.

C’è un’altra verità scomoda, il SIBO non è solo un problema di batteri in eccesso. È il sintomo di un sistema in fiamme.

Nel cervello abbiamo cellule immunitarie chiamate "microglia", che normalmente ripuliscono i rifiuti (come le placche amiloidi che si accumulano nell’AIzheimer). Ma quando vengono attivate in modo eccessivo da stress, tossine, glicemia alta, intolleranze alimentari o infezioni, diventano iperattive e iniziano a distruggere neuroni invece che proteggerli.

Risultato? "Neuroinfiammazione". E la neuroinfiammazione significa rallentamento dei riflessi, nebbia cerebrale, calo della memoria, depressione, fino alla morte dei neuroni e all’atrofia cerebrale.

E sai cosa la innesca spesso? Proprio l’intestino. Un intestino infiammato invia segnali infiammatori al cervello attraverso il nervo vago, innescando un circolo vizioso che peggiora sia la digestione che la salute mentale.

In più, lo stesso processo che porta all'intestino permeabile può portare anche a una permeabilità cerebrale (ne abbiamo già parlato in altri post), una barriera emato-encefalica più porosa, che lascia passare sostanze tossiche nel cervello.

Il risultato è un’esplosione di sintomi, stanchezza, gonfiore, sensibilità alimentari, ansia, cali cognitivi. Tutto interconnesso.

Come fai a capire se il tuo SIBO ha radici neurologiche? Alcuni campanelli d’allarme:

- Stitichezza cronica che non migliora con la dieta.
- Gonfiore costante anche a digiuno.
- Difficoltà a deglutire o a prendere integratori in capsule.
- Gag reflex ridotto o assente (non ti viene il conato quando dovresti).
- Uvula che non si solleva bene quando dici “ahh” (segno di debolezza vagale).
- Nebbia cerebrale, calo della memoria, depressione, ansia.
- Difficoltà a digerire proteine o grassi, acidità da reflusso, senso di “mattone” dopo i pasti.

Questi segni, messi insieme, raccontano una storia, il cervello e il nervo vago non stanno facendo il loro lavoro.

E qui arriva la buona notizia. Anche se i neuroni morti non tornano in vita, il cervello ha una caratteristica straordinaria... la "plasticità".

Significa che i neuroni sopravvissuti possono creare nuove connessioni, nuovi rami (dendriti) per collegarsi e compensare le perdite. Questa capacità si può stimolare con esercizi mirati che attivano il nervo vago e il sistema enterico, proprio come alleni i muscoli in palestra. Non è magia, è biologia: “use it or lose it”.

Ecco alcuni strumenti pratici che puoi usare nella vita quotidiana:

1. Gargarismi intensi

Gargarismi con acqua più volte al giorno, in modo intenso, fino a far lacrimare gli occhi. Sì, deve sembrare esagerato, è l’unico modo per stimolare davvero i nuclei del nervo vago.

2. Riflesso del vomito

Usa un abbassalingua (si trovano online) per stimolare il riflesso del vomito. Scomodo? Sì. Efficace? Moltissimo. Attiva il nervo vago in profondità.

3. Respirazione diaframmatica

Respiri profondi, lenti, con il diaframma, per stimolare il tono vagale e calmare il sistema nervoso.

4. Canto, humming, OM

Cantare, recitare mantra, emettere suoni prolungati stimola le corde vocali, collegate direttamente al nervo vago.

Alcuni casi, però, non sono “guaribili” nel senso classico. Se hai avuto infiammazione intestinale per decenni, celiachia non diagnosticata, Parklnson o diabete di lungo corso, è possibile che parte del sistema enterico sia ormai degenerata.

In questi casi non si tratta di trovare la “cura miracolosa”, ma di gestione a lungo termine... dieta mirata, supporto enzimatico, stimolazione vagale costante. Capire questo cambia la prospettiva, non sei più un “mistero irrisolto”, ma una persona che ha bisogno di strategie permanenti di adattamento.

Alcuni esempi che collegano chiaramente SIBO e cervello:

- Parklnson: i primi sintomi sono proprio stitichezza e perdita di olfatto, molto prima dei tremori.
- Traumi cranici: anche anni dopo un colpo in testa possono comparire problemi digestivi cronici, per via della perdita di tono vagale.
- Diabete: gli zuccheri alti formano AGE (prodotti finali della glicazione) che danneggiano i neuroni, sia nel cervello che nell’intestino. Non a caso molti diabetici sviluppano SIBO.

Il messaggio finale è chiaro, non puoi guarire davvero l’intestino se non ti occupi del cervello. E non puoi migliorare il cervello se l’intestino resta infiammato.

Questo significa che il trattamento del SIBO non è solo questione di dieta low-FODMAP o di antibiotici naturali. È anche questione di riattivare il nervo vago, ridurre l’infiammazione cerebrale, sostenere la plasticità neurale.

Significa che se ti ostini a cercare la “pillola magica” per il gonfiore, rischi di restare deluso. Ma se impari a vedere il tuo corpo come un sistema integrato, hai più strumenti, più consapevolezza e più potere.

Spesso si parla di “cibi per l’intestino” e “cibi per il cervello” come se fossero due mondi separati. In realtà, la lista si sovrappone in gran parte, quello che nutre uno, quasi sempre sostiene anche l’altro.

🔸Fibre prebiotiche (ma con cautela nel SIBO)

Le fibre sono fondamentali per nutrire il microbiota e produrre acidi grassi a catena corta (SCFA) come il butirrato, che riducono l’infiammazione sia a livello intestinale che cerebrale. Nel SIBO, però, troppe fibre fermentabili peggiorano i sintomi. La chiave è introdurre gradualmente fibre tollerate, evitando l’eccesso di FODMAP nelle fasi acute.

🔸Grassi buoni per neuroni e mucosa intestinale

Gli acidi grassi omega-3 (EPA e DHA) sono veri mattoni per la membrana neuronale e allo stesso tempo modulano l’infiammazione intestinale. Semi di lino, noci (se tollerate) e soprattutto pesce azzurro piccolo sono fonti preziose.

🔸Polifenoli, antinfiammatori universali

Mirtilli, melograno, cacao crudo, tè verde (se tollerato), curcuma: tutti ricchi di molecole che attraversano la barriera ematoencefalica e spengono le microglia iperattivate. Sono anche prebiotici delicati che migliorano la diversità microbica.

🔸Proteine ben digeribili

Il cervello ha bisogno di amminoacidi per produrre neurotrasmettitori. Ma nel SIBO spesso c’è difficoltà a digerire proteine animali. Qui entrano in gioco enzimi digestivi o fonti più leggere., pesce, uova (se tollerate), legumi decorticati e ben cotti.

🔸Alimenti per il nervo vago

Zenzero, rosmarino e pepe di Cayenna migliorano la motilità gastrica e intestinale, favorendo il complesso motorio migrante. Non sono solo spezie, sono “allenatori” naturali del nervo vago. Logicamente, usa quella che tolleri.

🔸Supplementi che aiutano asse intestino-cervello

- Enzimi digestivi e HCl

Spesso chi soffre di SIBO produce poco acido cloridrico. Senza HCl, le proteine fermentano nello stomaco, creando reflusso e gonfiore. Supportare con betaina HCl o enzimi può ridurre il carico fermentativo.

- Probiotici: non tutti vanno bene

Nel SIBO alcuni probiotici peggiorano i sintomi, altri aiutano. Ad esempio:

Lactobacillus plantarum e Saccharomyces boulardii sono meglio tollerati.

Meglio evitare ceppi che producono gas in eccesso.
Qui serve personalizzazione, non c’è un probiotico “universale”.

🔸Nutrienti per la plasticità cerebrale

- Omega-3: come già detto, fondamentali.

- Fosfatidilserina e colina: supportano la membrana cellulare e l’acetilcolina, il neurotrasmettitore del nervo vago.

- Magnesio bisglicinato o treonato: rilassa, migliora il sonno e sostiene la comunicazione sinaptica.

- Vitamine del gruppo B in forma metilata: indispensabili per la metilazione e la produzione di neurotrasmettitori.

🔸Antiossidanti mirati

- Curcumina: potente contro l’infiammazione cerebrale e intestinale (mi raccomando, integratori di qualità e attenzione al fegato).

- Resveratrolo: protegge la barriera ematoencefalica.

- Glutatione e NAC: aiutano la detossificazione, riducendo il carico tossico che danneggia neuroni e mucosa intestinale (da usare con cautela nei soggetti con problemi del metabolismo dei solfiti)

🔸Neurotrasmettitori e intestino

Il legame tra intestino e neurotrasmettitori è diretto:

- Serotonina: novantacinque per cento è prodotta nell’intestino. Squilibri portano a depresslone, ansia e motilità alterata.

- Dopamina: influenza motivazione e piacere, ma anche la coordinazione intestinale.

- Acetilcolina: essenziale per la memoria e per la contrazione intestinale.

- GABA: calma sia la mente che l’intestino.

Quando l’asse intestino-cervello è compromesso, questi neurotrasmettitori si sbilanciano. Ecco perché un intestino infiammato può portare ad ansia o depressione, e un cervello infiammato può portare a stitichezza o gonfiore.

Se c’è un messaggio chiaro da portare a casa è questo, proteggere il cervello significa proteggere l’intestino, e viceversa.

- Muoviti: l’attività fisica aumenta la neurogenesi e la motilità intestinale.

- Dormi bene: il sonno profondo è il momento in cui il cervello “si pulisce” e il nervo vago si rinforza.

- Gestisci lo stress: meditazione, respirazione, contatto con la natura. Lo stress cronico è un killer sia del microbiota che dei neuroni.

- Evita zuccheri e farine raffinate: accelerano la glicazione, alimentano il SIBO e distruggono le connessioni neurali.

- Detossifica l’ambiente: meno pesticidi, metalli pesanti, plastica, solventi. Sono tutti trigger di infiammazione intestinale e cerebrale.

L’immagine con cui voglio lasciarti è questa, hai due cervelli, uno nella testa e uno nell’intestino. Non sono rivali, non sono indipendenti. Sono fratelli che camminano mano nella mano. Se uno inciampa, l’altro cade. Se uno guarisce, l’altro fiorisce.

Il SIBO non è solo un problema di pancia, è un campanello d’allarme che ti dice: “il tuo asse intestino-cervello ha bisogno di attenzione”.

Non ignorarlo, non trattarlo come un fastidio passeggero. Guardalo come un’opportunità per ricostruire un dialogo dentro di te, un dialogo che non riguarda solo la digestione ma tutta la tua salute, la tua memoria, il tuo umore, la tua energia vitale.

XO - Patrizia Coffaro

01/08/2025

E c’è muditā, la gioia per la gioia dell’altro.
Assai piú rara. Se la compassione è un concetto
riconoscibile dalla nostra cultura, la gioia
per la gioia dell’altro ci è davvero estranea.
Chi è gioioso, chi sta bene, è molto delicato,
sa che è un equilibrio fragile e probabilmente
assai effimero e ha bisogno del nostro riconoscimento
e sostegno. Tradizionalmente, è
una pratica rivolta solo agli altri, ma anche in
questo caso, come gioire della contentezza di
un altro se non gioiamo della nostra? Accorgerci
delle possibilità di gioia nella nostra vita,
incamminarci alla ricerca della fonte della
nostra gioia, apre il cuore alla riconoscenza,
al grazie alla vita di per sé, alle sue delicatezze
e ai suoi spintoni.
[...]
Si racconta che alla morte di un Maestro
indiano, il mendicante che chiedeva l’elemosina
al suo cancello scoppiasse a piangere, pur
non avendolo mai sentito insegnare. E quando
uno dei discepoli del Maestro gli chiese come
mai lo amasse tanto, il mendicante rispose:
«È che lui era triste quando ero triste e contento
quando ero contento».

Chandra Candiani da 'Il silenzio è cosa viva.' Einaudi

15/07/2025
Quando tutto ti parla
29/06/2025

Quando tutto ti parla

Indirizzo

Vigevano
27029

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Studio Meraki pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

MeraKi’s story

Pratico shiatsu dal 1992, sono socia professionista attestato FiSieo (federazione italiana shiatsu), consulente per i fiori di Bach, insegnante certificata del metodo Yamuna®Bodyrollig dal 2015 e Yamuna®Foot fitness dal 2017. Attualmente aggiungo alla mia pratica le conoscenze della posturologia funzionale. Sono insegnante del Kochi Method, un metodo di rilassamento muscolare rapido, applicato allo shiatsu ed alla postura. Attraverso queste tecniche aiuto le persone a ritrovare in se stesse l'armonia di corpo, mente e spirito, fornendo loro gli strumenti più adatti per entrare in contatto e ritrovare la loro vera essenza.