
14/08/2025
💚💚
Io non lo so
quando abbiamo deciso
che il corpo degli altri
fosse roba nostra.
Forse è sempre stato così.
Che puoi commentare,
ridere,
fare la battuta,
perché “è solo uno scherzo”.
E intanto ci dimentichiamo
che ogni corpo
è un archivio di battaglie.
Che quella cicatrice
che non ti piace
magari è il punto esatto
in cui quella persona
ha ricominciato a vivere.
O ha smesso per sempre.
Ci piace pensare
che la violenza
siano solo i pugni,
le botte,
le urla dietro una porta chiusa.
Ma la violenza è anche dire
a una ragazzina che ha le cosce grosse,
a un ragazzo che è troppo basso,
a una madre che “si è lasciata andare”.
È piantare un chiodo sottile nella loro testa
e lasciarlo lì,
a far ruggine per anni.
E poi ci stupiamo
se qualcuno sparisce
dietro un maglione troppo largo,
dietro un sorriso finto,
dietro un “sto bene”
detto con la voce che trema.
Non è sparito.
Si sta solo proteggendo.
Da noi.
Il corpo non è mai “solo” un corpo.
È casa.
È corazza.
È mappa di ferite e guarigioni.
E ogni volta che lo giudichi
stai bussando a una storia che non conosci
e a volte la stai sfondando
senza chiedere permesso.
Se proprio devi parlare,
dillo una volta buona:
“Ti vedo”.
E dillo sul serio.
Perché certe ferite
non chiedono cure.
Chiedono solo di essere guardate
senza farle sanguinare di nuovo.