Elena Conci Psicologa Perinatale

Elena Conci Psicologa Perinatale Sono una Psicologa Perinatale, specializzata in Aptonomia e sostegno alla genitorialita’. Non solo genitori!

Mi occupo di aiutare e sostenere chi è genitore o sta per diventarlo, rivolgendomi in particolar modo a chi ha bambini piccoli (da 0 a 6 anni). Dopo 2 gravidanze interrotte, sono diventata mamma di Camilla (nel 2019), grazie alla quale tutto quello che credevo di sapere ha lasciato spazio ad una nuova e profonda consapevolezza, trasformando la mia visione della maternità in un percorso di crescita non solo per la mia bambina ma anche per me stessa. Oltre alle consulenze individuali e di coppia, conduco PERCORSI ON LINE per genitori che hanno l'obiettivo di trasmettere una buona informazione riguardo a come funziona un bambino piccolo, cosicché ci possa essere una buona comunicazione tra genitori e figli; e offrire strumenti pratici che possano aiutarvi a capire i bisogni dei bambini e come soddisfarli, aiutandovi così a diventare genitori consapevoli. Gli argomenti di cui mi occupo sono vari: accompagnamento prima, durante e dopo la nascita del bambino; lutto in gravidanza, allattamento, sonno del bambino, i primi distacchi da mamma e papà, le crisi del bambino, i suoi “capricci”, i limiti, le emozioni, le interazioni con i suoi pari, i litigi tra fratelli, e molto altro. Oltre a percorsi di crescita per genitori , propongo percorsi anche per operatori della prima infanzia (in particolare educatori di asilo nido e scuola per l’infanzia) per contribuire alla diffusione di una buona informazione e di maggiore consapevolezza rispetto al bambino piccolo e al suo vissuto emotivo, tutto con l’obiettivo di offrire la visione di un nuovo approccio educativo « aptonomico » che aiuti a « vedere » il bambino nella sua interezza creando con lui buone interazioni che contribuiranno ad una sana crescita (di tutti, grandi e piccini). Sono specializzata in APTONOMIA, definita come la Scienza dell'affettività espressa attraverso il contatto, un approccio di cura che permette di entrare in relazione profonda con il bambino, già durante la gravidanza. Con il mio lavoro desidero contribuire al sostegno della relazione madre-padre-bambino, attraverso la diffusione di una cultura basata sulla fisiologia, sull’affettività e sull’importanza delle relazioni primarie. La nascita e la crescita di un bambino non sono un fatto personale ma una questione che dovrebbe coinvolgere l’intera società. Una società evoluta è una società che sostiene la madre e la coppia di genitori in un momento delicatissimo qual’è l’arrivo di un nuovo essere umano. Insieme a me potrai trovare un modo di comunicare con il tuo bambino che permetterà ad entrambi di sentirvi riconosciuti ed accettati per ciò che siete. Ho creato il gruppo facebook Genitori consapevoli 0-6 anni, al quale t'invito ad iscriverti, per offrire uno spazio di confronto e condivisione tra voi genitori alle prese con le difficoltà che quotidianamente s'incontrano con un bimbo piccolo.

𝐀𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚Ogni volta che accompagno dei genitori mi rendo conto che la vera difficoltà non è “...
09/10/2025

𝐀𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐥 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚

Ogni volta che accompagno dei genitori mi rendo conto che la vera difficoltà non è “gestire” le emozioni del bambino.
Non è trovare le parole giuste, né calmare le crisi, né mantenere la calma.

La vera fatica è accogliere ciò che il bambino prova.
Perché accogliere ciò che il bambino prova significa — inevitabilmente — incontrare anche ciò che noi proviamo.

Significa sentire dentro di noi la rabbia, la paura, la tristezza, l’impotenza.
Significa accorgerci di quanto ci faccia male vedere un bambino disperato, o arrabbiato, o solo.

E, ancora più in profondità, significa toccare la ferita di quando noi non siamo stati accolti.
Quando da piccoli abbiamo provato qualcosa che nessuno ha saputo contenere, capire o nominare.

Accogliere le emozioni di un figlio, allora, non è solo un gesto educativo.

𝑬̀ 𝒖𝒏 𝒈𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒈𝒖𝒂𝒓𝒊𝒈𝒊𝒐𝒏𝒆.

Perché ogni volta che riusciamo a restare presenti davanti a ciò che lui sente, stiamo anche provando a restare accanto a quella parte di noi che, un tempo, era rimasta sola.

Elena Conci Psicologa Perinatale
Sostegno alla Genitorialità e Prima infanzia
www.elenaconci.com
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3475576352

📌 Tante proposte tra consulenze, percorsi di gruppi o individuali, rivolti a genitori con bambini piccoli (0-6 anni).
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👉🏻 Oltre ai percorsi, ti ricordo che offro un servizio di consulenza genitoriale per aiutarti rispetto a specifiche difficoltà che vivi con il tuo bambino.
Pensare di farcela da soli è come pensare di poter sistemare la caldaia senza l’intervento dell’idraulico.
La differenza è che l’idraulico è accettato nella nostra cultura, lo psicologo è per i matti.
Supera le barriere culturali e affidati a chi può aiutarti. Fallo ora che tuo figlio è piccolo.
Non aspettare che migliori con il tempo perché nessuna difficoltà migliora con il tempo ❤️

Foto dal web

🔆 CHI È LO PSICOLOGO PERINATALE?  🔆Spesso nel mio lavoro, quando un genitore arriva da me, mi sento dire: “ma io non ho ...
08/10/2025

🔆 CHI È LO PSICOLOGO PERINATALE? 🔆

Spesso nel mio lavoro, quando un genitore arriva da me, mi sento dire: “ma io non ho mai sentito parlare della tua figura, lo psicologo perinatale?
Averlo saputo prima mi avrebbe aiutato molto!

Cerco allora di spiegarvi chi è lo psicologo perinatale e, visto che è una figura poco conosciuta, vi invito a condividere questo post, sperando possa essere di aiuto a chi è genitore o sta per diventarlo !

👩🏽 Cosa fa lo psicologo perinatale?
Spesso si pensa che lo psicologo serva solo “quando c’è un problema grave”. In realtà, lo psicologo perinatale accompagna i genitori prima e dopo la nascita, nei momenti di passaggio più delicati della vita familiare.
Nello specifico, si occupa di tutto il periodo della vita che va dalla gravidanza fino ai sei anni di età.

👶 Alcuni esempi concreti per cui i genitori si rivolgono ad uno psicologo perinatale:

• “Il mio bimbo non dorme mai, mi sento esausta”

• “Piange sempre e non capisco cosa vuole”

• “Mio figlio fa mille capricci: non ascolta, si butta a terra, urla per ogni no”

• “Non so come mettere limiti senza urlare o sentirmi in colpa”

• “L’inserimento al nido è stato un disastro, piange ogni mattina”

• “Sta per iniziare la scuola dell’infanzia e io ho mille dubbi”

• “Non riesce a stare senza di me, anche solo per andare dal papà”

• “Allatto ancora e non so se va bene così o se è il momento di smettere”

• “Da quando è nato, con il mio compagno non facciamo che litigare”

• “Ho partorito da mesi ma non riesco a sentirmi felice”

• “Quando mio figlio fa i capricci, mi sento invasa da una rabbia che non riesco a controllare”

🔆 Nel mio lavoro non do ricette o consigli su cosa fare, ma accompagno mamme e papà a prendere consapevolezza delle dinamiche relazionali tra loro e il bambino.
Uno spazio di ascolto, accoglienza e orientamento per ritrovare fiducia, equilibrio e una nuova chiarezza.

💛 Non è necessario aspettare di “non farcela più”.
A volte basta uno sguardo nuovo per sentirsi di nuovo genitori sufficientemente buoni.

Elena Conci – Psicologa Perinatale
Sostegno alla Genitorialità e alla Prima Infanzia
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📌 Percorsi, consulenze e incontri esperienziali per genitori di bambini da 0 a 6 anni.
Ti accompagno con delicatezza e competenza nei momenti complessi della prima infanzia, attraverso consulenze individuali o percorsi in piccolo gruppo.

✨ Vuoi restare aggiornato sulle proposte in partenza? Scrivimi su WhatsApp al 347 5576352 con il messaggio:
“Vorrei ricevere informazioni sui prossimi eventi”

👉🏻 Se desideri diventare un genitore o un educatore più consapevole, clicca SEGUI sulla mia pagina e unisciti alla comunità di chi sceglie di crescere insieme ai propri figli.

💬 Oltre ai percorsi, offro anche consulenze genitoriali individuali per affrontare difficoltà specifiche, senza giudizio, con strumenti concreti e personalizzati.

💡 Pensare di farcela sempre da soli è come credere di poter aggiustare la caldaia senza chiamare l’idraulico.
Solo che l’idraulico è accettato, lo psicologo ancora no.
Ma chiedere aiuto non è debolezza: è responsabilità, amore, coraggio.
Fallo ora che tuo figlio è piccolo. Le difficoltà non migliorano da sole con il tempo ❤️

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𝐈𝐥 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐢Ieri, in consulenza con una coppia con una bimba di un anno, mi sono ritrovata ...
06/10/2025

𝐈𝐥 𝐥𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢 𝐩𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐢

Ieri, in consulenza con una coppia con una bimba di un anno, mi sono ritrovata davanti a una dinamica che vedo spessissimo:
👉 il genitore spiega, ragiona, prova a convincere con le parole.
👉 il bambino piange, protesta, si irrigidisce.
Alla fine il genitore pensa: “Non mi ascolta! È testarda!”.

In realtà non è così.
Il punto è che noi adulti comunichiamo con il linguaggio razionale, mentre i bambini piccoli usano un linguaggio emotivo.

🧠 Nei primi anni di vita, l’emisfero sinistro del cervello (quello della logica, del linguaggio, delle spiegazioni) è ancora immaturo e in costruzione.
Al contrario, l’emisfero destro (quello delle emozioni, del corpo, dei gesti) è già molto attivo. Per questo un bimbo piccolo non ha ancora la possibilità neurologica di capire discorsi razionali complessi: può solo sentirsi accolto, contenuto, accompagnato.

✨ Ecco perché davanti a un pianto, a un “no” deciso o a una crisi, il bambino ha bisogno prima di tutto di una risposta emotiva:
• uno sguardo che riconosce,
• un tono di voce calmo,
• una presenza che sostiene.

Le spiegazioni arriveranno, certo, ma con il tempo.
Oggi la vera lingua che i bambini parlano è fatta di emozioni.
E noi genitori, passo dopo passo, possiamo imparare ad ascoltarla. 💖

👉 Questo però non significa lasciar fare al bambino ciò che non può o non deve fare.
Significa riconoscere prima ciò che sente, per poi aiutarlo a comprendere il limite.
Solo quando il bambino si sente capito a livello emotivo, potrà davvero ascoltare e comprendere noi adulti.

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👉🏻 Oltre ai percorsi, ti ricordo che offro un servizio di consulenza genitoriale per aiutarti rispetto a specifiche difficoltà che vivi con il tuo bambino.
Pensare di farcela da soli è come pensare di poter sistemare la caldaia senza l’intervento dell’idraulico.
La differenza è che l’idraulico è accettato nella nostra cultura, lo psicologo è per i matti.
Supera le barriere culturali e affidati a chi può aiutarti. Fallo ora che tuo figlio è piccolo.
Non aspettare che migliori con il tempo perché nessuna difficoltà migliora con il tempo ❤️


𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐢 “𝐭𝐫𝐢𝐠𝐠𝐞𝐫𝐚”Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio privato piuttosto aggressivo in risposta a un mi...
30/09/2025

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐢 “𝐭𝐫𝐢𝐠𝐠𝐞𝐫𝐚”

Qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio privato piuttosto aggressivo in risposta a un mio post.
Un tempo mi sarei sentita colpita in profondità:
– mi sarei sentita in colpa,
– avrei provato vergogna,
– mi sarei sentita sbagliata,
– oppure avrei avuto voglia di reagire con la stessa aggressività.

Oggi non è successo. Ed è stato bellissimo!
Perché?
Perché nel tempo mi sono presa cura dei miei trigger.

𝑰𝒏 𝒑𝒔𝒊𝒄𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒂 𝒊 𝒕𝒓𝒊𝒈𝒈𝒆𝒓 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒒𝒖𝒆𝒊 “𝒃𝒐𝒕𝒕𝒐𝒏𝒊 𝒆𝒎𝒐𝒕𝒊𝒗𝒊” 𝒄𝒉𝒆 𝒇𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒔𝒄𝒂𝒕𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒓𝒆𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒇𝒐𝒓𝒕𝒊 𝒆 𝒔𝒑𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒔𝒑𝒓𝒐𝒑𝒐𝒓𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒕𝒆 𝒓𝒊𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒍 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆𝒏𝒕𝒆.
𝑵𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒄𝒂𝒖𝒔𝒂𝒕𝒊 𝒕𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒊𝒕𝒖𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒕𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒗𝒊𝒗𝒆𝒏𝒅𝒐, 𝒎𝒂 𝒅𝒂 𝒄𝒊𝒐̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒒𝒖𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒔𝒊𝒕𝒖𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒓𝒊𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒊 𝒏𝒐𝒊: 𝒇𝒆𝒓𝒊𝒕𝒆 𝒂𝒏𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆, 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒔𝒕𝒊 𝒔𝒐𝒔𝒑𝒆𝒔𝒊, 𝒆𝒎𝒐𝒛𝒊𝒐𝒏𝒊 𝒏𝒐𝒏 𝒆𝒍𝒂𝒃𝒐𝒓𝒂𝒕𝒆.

Per questo i trigger possono accendersi in tanti contesti:
– nelle relazioni di coppia,
– con i nostri figli,
– leggendo un commento sui social.

💡 La buona notizia è che quando impariamo a riconoscerli e a prendercene cura, la nostra vita diventa più leggera. 🥰
Un attacco esterno non smette di essere spiacevole, ma perde la capacità di destabilizzarci. Possiamo rispondere in modo più reale, più ancorato al presente, e non in base a vecchie ferite.

🌸 È un cammino che porta libertà: non dover reagire sempre “di pancia”, non vivere più prigionieri di quello che ci è accaduto, ma scegliere come stare nelle relazioni oggi.

È lo stesso processo che propongo nei percorsi con i genitori: perché i nostri trigger, se ignorati, rischiano di confondersi con i bisogni dei nostri figli. E invece possiamo imparare a distinguere, a prenderci cura di noi e ad accompagnarli davvero per quello che sono.

Un caro abbraccio

Elena Conci Psicologa Perinatale
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La differenza è che l’idraulico è accettato nella nostra cultura, lo psicologo è per i matti.
Supera le barriere culturali e affidati a chi può aiutarti. Fallo ora che tuo figlio è piccolo.
Non aspettare che migliori con il tempo perché nessuna difficoltà migliora con il tempo ❤️


𝐏𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐮𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐟𝐚𝐜𝐢𝐥𝐞Mi è capitato di recente che in un commento ho scritto una fras...
28/09/2025

𝐏𝐚𝐫𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐮𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐟𝐚𝐜𝐢𝐥𝐞

Mi è capitato di recente che in un commento ho scritto una frase con leggerezza, con l’intento di normalizzare un sentimento comune tra noi genitori, e dall’altra parte è stata percepita come un giudizio personale.

Questo mi ha fatto riflettere su un punto importante; sui social manca tutto il “contorno” della comunicazione dal vivo: il tono di voce, lo sguardo, la relazione già costruita.
Non mi è mai successo nelle consulenze di entrare in conflitto con la persona davanti a me. Anzi, si crea sempre uno spazio di fiducia, ascolto profondo e presenza autentica. La persona si sente compresa e vista e tutto il resto fluisce.
Sui social non è così; sui social interpretiamo, fraintendiamo, proiettiamo. Dimentichiamo di avere dall’altra parte una persona che non conosciamo. Diamo per scontato e, più facilmente, esprimiamo un concetto ma magari più per noi che per l’altra persona.
Così, una parola può sembrare più pesante o più personale di quanto fosse nelle intenzioni.

Ecco perché credo che i social possano aprire spunti di riflessione, ma la vera trasformazione nasce sempre nell’incontro umano, nello sguardo e nella presenza reciproca.

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26/09/2025

In questi giorni sono indisposta. Chiedo scusa per le mancate risposte.
Risponderò alle vostre richieste quanto prima 🙏🏻

𝐈𝐥 𝐋𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐁𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢Questa mattina, portando mia figlia Camilla a scuola, ho vissuto una piccola scena c...
26/09/2025

𝐈𝐥 𝐋𝐢𝐧𝐠𝐮𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐒𝐢𝐥𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐬𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐁𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢

Questa mattina, portando mia figlia Camilla a scuola, ho vissuto una piccola scena che mi ha fatto riflettere sul modo in cui i bambini comunicano tra loro.

Stavamo arrivando davanti all’ingresso quando abbiamo incontrato una delle sue più care amiche.
La bambina era seria, con un musetto lungo, forse un po’ stanca, e non ha salutato né sorriso a Camilla, che a sua volta è rimasta in silenzio.
Sembrava quasi un momento di disconnessione.

Poi, attraversata la strada e arrivate davanti al cancello, le ho viste prendersi per mano, scambiarsi un grande sorriso e correre dentro felici.
In quel momento ho ricordato ancora una volta quanto i bambini comunichino in un modo tutto loro, molto più basato sulla connessione immediata e non verbale.
Noi adulti siamo spesso concentrati sulle formalità – salutare, dire grazie – mentre loro si capiscono in un attimo, con uno sguardo o un gesto.

Quando parliamo di bambini piccoli, ricordiamoci che la loro comunicazione è fatta di queste piccole dinamiche, che a volte non hanno bisogno di parole ma di presenza e di quel linguaggio silenzioso che solo loro conoscono.

Insomma, ancora una volta ci dimostrano che sono molto più presenti e in ascolto di quanto sembri e…. Forse anche più di noi, tanto presi da mille questioni e mille formalità! 💖🦋

Buona giornata

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Condivido, per chi risiede in Trentino, un evento al quale vale assolutamente la pena di partecipare. Organizzato da Ass...
24/09/2025

Condivido, per chi risiede in Trentino, un evento al quale vale assolutamente la pena di partecipare.
Organizzato da Associazione Floria ODV e Associazione ARAS, con le quali ho collaborato con piacere!

Da uomo a padre: il ruolo educativo dei papà.
Con Alberto Pellai
Alla Sala Filarmonica di Rovereto, martedì 30 settembre alle 20.30

Elena Conci Psicologa Perinatale

𝐈 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢 𝐧𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐭𝐚 Nei primi anni i bambini non hanno solo bisogni fisici (nutrimento,...
22/09/2025

𝐈 𝐛𝐢𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐛𝐚𝐦𝐛𝐢𝐧𝐢 𝐧𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐭𝐚

Nei primi anni i bambini non hanno solo bisogni fisici (nutrimento, sonno, cura).
Hanno soprattutto bisogni emotivi profondi, che sono il vero terreno su cui cresceranno il loro senso di sé, la fiducia nel mondo e la capacità di amare.

I bisogni emotivi fondamentali sono:

💖 Essere visti e riconosciuti – “Io esisto per te, tu mi guardi e mi accogli.
👉 Esempio: quando un bambino dice “Mamma guarda!” e l’adulto si ferma davvero per guardare, gli trasmette valore.

🤗 Essere contenuti – “Quando le mie emozioni sono troppo grandi, tu resti con me e non mi lasci solo.”
👉 Esempio: il bambino piange disperato perché non vuole staccarsi; il genitore non lo sminuisce (“non è niente”), ma lo accoglie tra le braccia.

🌱 Essere guidati con limiti chiari – “Il mondo ha delle regole, ma io posso impararle senza paura di perdere il tuo amore.”
👉 Esempio: al parco il bambino vuole restare, ma il genitore dice con fermezza e dolcezza: “So che ti diverti, ma ora si torna a casa. Domani torniamo di nuovo.”

🫂 Essere toccati e coccolati – il contatto è nutrimento tanto quanto il cibo.
👉 Esempio: un abbraccio al mattino, un bacio prima di dormire, un massaggino dopo il bagnetto.

👂 Essere ascoltati – “Quello che provo ha valore, anche se non so ancora dirlo a parole.”
👉 Esempio: il bambino urla “Sei cattiva!”: invece di zittirlo, il genitore risponde “Sei arrabbiato con me, dimmi cosa ti ha fatto arrabbiare.”

🌸 Essere incoraggiati – “Tu credi in me, e così imparo a credere in me stesso.”
👉 Esempio: il bambino prova a infilarsi le scarpe e fatica; l’adulto non lo sostituisce subito, ma dice: “Ci stai riuscendo, proviamo ancora insieme.”

🥲 Se questi bisogni non vengono soddisfatti, non scompaiono.
Restano dentro di noi, come piccole 𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢, che da adulti continuano a farsi sentire: nella difficoltà a fidarsi, nella paura del rifiuto, nel bisogno eccessivo di approvazione, nella fatica a regolare le emozioni.

E se non impariamo a riconoscerli e a prendercene cura, quando diventiamo genitori rischiamo di proiettare quei bisogni sospesi sui nostri figli.

👉 Alcuni esempi concreti:
• Se da bambini non siamo stati ascoltati, possiamo reagire con rabbia quando nostro figlio urla o ci interrompe, perché tocca la nostra ferita antica.
• Se non abbiamo ricevuto limiti chiari, possiamo oscillare tra permissività e rigidità, senza trovare una via di mezzo con i nostri figli.
• Se ci è mancato incoraggiamento, possiamo chiedere troppo presto “bravura” e performance ai nostri bambini, proiettando su di loro il nostro bisogno di sentirci capaci.

È lì che la relazione si complica: i confini tra i bisogni del bambino e i nostri diventano sfumati, e senza accorgercene mescoliamo le sue emozioni con le nostre.

✅ La buona notizia è che possiamo interrompere questo ciclo: riconoscendo la nostra storia, accogliendo le parti di noi rimaste in sospeso e imparando a prendercene cura.
Solo così possiamo davvero accompagnare i nostri figli per quello che sono, senza sovrapporre i nostri vuoti ai loro bisogni.

💖 È proprio questo il cuore del lavoro che propongo nei miei percorsi di crescita per genitori: uno spazio sicuro per guardare dentro di sé, comprendere la propria storia e costruire una relazione più autentica con i propri figli.

Buona giornata

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🦋 RUBRICHE PER GENITORI CON BIMBI DA 0 A 6 ANNI 🦋Oggi siamo al quinto appuntamento della rubrica “12 strategie rivoluzio...
22/09/2025

🦋 RUBRICHE PER GENITORI CON BIMBI DA 0 A 6 ANNI 🦋

Oggi siamo al quinto appuntamento della rubrica “12 strategie rivoluzionarie per crescere e diventare genitori consapevoli”.
A breve invierò agli iscritti al mio canale whatsapp una nuova strategia per approcciarsi ai propri figli con maggiore consapevolezza, di sé e del bambino.

✅ 𝑺𝒆 𝒗𝒖𝒐𝒊 𝒊𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒆𝒓𝒕𝒊 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒖 𝒆 𝒓𝒊𝒄𝒆𝒗𝒆𝒓𝒆 𝒍𝒆 𝒑𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊𝒎𝒆 𝒎𝒆𝒓𝒂𝒗𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐𝒔𝒆 𝒓𝒖𝒃𝒓𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒄𝒉𝒆 𝒉𝒐 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒗𝒐𝒊, 𝒔𝒄𝒓𝒊𝒗𝒊𝒎𝒊 𝒔𝒖 𝑾𝒉𝒂𝒕𝒔𝑨𝒑𝒑 “𝒗𝒐𝒓𝒓𝒆𝒊 𝒓𝒊𝒄𝒆𝒗𝒆𝒓𝒆
𝒍𝒆 𝒑𝒓𝒐𝒔𝒔𝒊𝒎𝒆 𝒓𝒖𝒃𝒓𝒊𝒄𝒉𝒆”.

Un caro saluto

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Vigolo Vattaro
38049

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Di cosa mi occupo?

Mi chiamo Elena Conci, sono mamma di Camilla e poi, quando riesco a conciliare il mio lavoro di mamma con il resto, faccio la Psicologa perinatale. Questo significa che mi occupo di tutto quel periodo della vita che va dal pre-concepimento al quarto anno di vita del bambino.

Mi rivolgo quindi principalmente a genitori, o a chi genitore sta per diventarlo, e a bambini di età compresa tra 0 e 4 anni.

In questi anni ho avuto modo di vivere diverse esperienze formative, lavorative e personali che vorrei oggi utilizzare per contribuire al sostegno della relazione madre-padre-bambino, attraverso la diffusione di una cultura basata sulla fisiologia, sull'affettività e sull'importanza delle relazioni primarie.

Ritengo che la nascita e la crescita di un bambino non siano solo un fatto personale ma una questione che dovrebbe coinvolgere l'intera società.