11/02/2021
Buon 95° compleanno a noi cittadini di Villa Castelli e a tutti i villacastellani in giro per il mondo!
11 febbraio 1926 il Comune di Villa Castelli ottiene l’Autonomia Amministrativa
Il Regio Decreto n° 308 dell’11 febbraio 1926, così recitava: “la frazione di Villa Castelli è staccata dal Comune di Francavilla Fontana e costituita in Comune autonomo”.
A reggere il neonato ente veniva chiamato, quale primo Podestà, S.E. il Cav. Raffaele Ostillio, che, si legge nelle cronache dell’epoca, venne “entusiasticamente ricevuto dal popolo, anelante di giustizia e benessere”(cfr. Relazione del Podestà Cav. Raffaele Ostillio a S.E. il Prefetto della Provincia di Brindisi).
Da quel giorno sono trascorsi 95 anni e si sono succedute parecchie generazioni. Penso sia utile ricordare e far conoscere alle nuove generazioni il nostro recente passato affinché si possa guardare con ottimismo al nostro futuro.
Il numero degli abitanti, nel 1926, era 4.506 (oggi, siamo oltre 9.000)
L’illuminazione pubblica consisteva in una trentina di fanali che funzionavano ad intervalli. L’istruzione elementare era limitata alla 3^ classe con tre insegnanti, mentre lo Stato Civile e la Conciliazione erano affidate ad un impiegato di Francavilla.
Non esistevano farmacie ma vi era un medico condotto e una levatrice “condottata”. Non vi era il macello pubblico e gli animali, la cui carne era destinata al commercio, si abbattevano direttamente nelle “beccherie”.
Venne, in fretta e furia, allestita la Casa Comunale (progetto di restauro affidato per l’esecuzione al sig. Neglia Giuseppe su preventivo redatto dall’ing. Salerno, lavori eseguiti a perfetta regola d’arte e liquidati per la somma di £ 6.136,78) e venne nominato dal Prefetto di Lecce il Segretario Comunale.
Il Comune di Francavilla Fontana venne obbligato a corrispondere, da agosto a dicembre del 1926, la somma mensile di £ 15.946,10 corrispondente ai 5/12 delle presunte entrate tributarie dell’ex borgata, nello stesso periodo.
Si provvide poi, dopo gli usuali, (siamo in piena epoca fascista) conferimenti di cittadinanza onoraria al duce ed ad altri gerarchi, a fornire il nuovo Comune del Gonfalone e alla concessione dello Stemma Civico :”D’azzurro, al castello torricellato di due e merlato, d’argento, murato, aperto e finestrato di nero, posto a sinistra dello scudo e terrazzato di verde addestrato da albero d’olivo, al naturale. Le due fronde, una d’olivo e l’altra dell’albero della ghianda”.
Il territorio consisteva in meno di 371 ettari, ma, per motivi legati al reddito imponibile, non venne accettata la “confinazione” territoriale e si chiese una revisione. Il Prefetto di Lecce accolse la richiesta e trasmise gli atti al Genio civile. Il 15 ottobre del 1927 venne deliberato la prima bozza di bilancio comunale relativa a 5 mesi del 1926 (da agosto a dicembre): Riscossioni £ 31.575,95; Pagamenti £ 28.979,15; Debito del Tesoriere £ 2.596,80; Residui attivi £ 27.126,93; Rimanenza attiva £ 29.723,73; Somme da pagarsi al 31 dicembre 1926 £ 27.572,35; Avanzo di amministrazione £ 2.151,38. Oggi il territorio comunale consta di 3.458 ettari, compresa l'area urbana.
La viabilità interna costituiva il più assillante dei problemi. Venne approvato un regolamento per la manutenzione delle strade comunali e venne previsto il posto di Cantoniere Municipale. Il Corso Vittorio Emanuele venne sistemato in economia su preventivo dell’ing. Francesco Salerno da Francavilla Fontana, per un ammontare complessivo di £ 2.388,50. Furono abbattute case acquistate dal Comune per l’allineamento delle strade e delle piazze e sistemati l’ultimo tratto del Corso e Via S. Carlo, ritenuti importanti per il traffico di veicoli e pedoni. Vennero approvati lavori di sistemazione del Cimitero provvedendo alla piantumazione di 70 cipressi.
Si emisero disposizioni affinché venisse completata la Chiesa Parrocchiale, costruita con elargizioni e oboli dei cittadini e fosse, così, finalmente, aperta al culto.
Si rese indispensabile provvedere ad un mezzo celere di trasporto perché consentisse il più rapido e comodo allacciamento col capoluogo del Mandamento e della Provincia, nonché coi comuni limitrofi.
Per la illuminazione elettrica privata vennero contattate le società “Brindisina” e la “Unione Tarantina Elettrogas”.
Si dispose il servizio di Polizia Urbana e Rurale, anche se venne nominata una sola guardia risultata idonea nella persona del sig. Neglia Giovanni. Fu esperita la gara per il pubblico spazzamento, gara vinta dall’impresa del sig. Fedele Antonio per il canone annuo di £ 9.999,00.
Si istituì il servizio di accalappiamento dei cani vaganti e dei sospetti di rabbia. All’uopo venne nominato un accalappiatore.
Non essendoci orinatoi, se ne iniziò la costruzione. Si garantì l’assistenza sanitaria gratuita ai poveri e si nominarono due medici condotti: il dott. Antonio Proto e il dott. Cozzolino Vincenzo. Quest'ultimo assunse anche il ruolo di Ufficiale Sanitario.
Vennero istituite opere di beneficenza e venne avviata la pratica per la costruzione dell’edificio scolastico (l’attuale plesso scolastico di Piazza Ostillio intitolato a Don Milani) ed aumentate le classi delle elementari.
Il paese, poco a poco, crebbe e con esso crebbero i suoi abitanti. Gente semplice e umile ma con un profondo rispetto per la dignità dell’essere umano. Rispetto che, spero e credo, non abbandoneranno mai.
Ufficio Cultura e Turismo