19/08/2021
Osteopatia in gravidanza
Spesso, le donne che iniziano una gravidanza, subiscono sostanziali modificazioni sia sul piano strutturale che sul piano ormonale. Tali modificazioni rischiano di alterare l’equilibrio psicofisico della persona e, in molti casi, il trattamento osteopatico risulta giovare alla donna durante il periodo di gravidanza, ma anche dopo il parto.In realtà non esistono controindicazioni assolute al trattamento osteopatico della donna in gravidanza. E’ luogo comune non trattarla nel primo trimestre se non in situazione particolari.Il trattamento osteopatico deve essere visto come un trattamento atto alla prevenzione, a migliorare lo status della persona durante la gravidanza, durante il parto e nel postpartum.
Perchè bisogna trattare già da subito?
Per due principali motivi:
Preparare le strutture e la donna alle future modificazioni;
Eliminare o attenuare i così diffusi sintomi che accompagnano questo delicato momento.
Il trattamento osteopatico, nel primo trimeste di gestazione può aiutare, sia a limitare i sintomi che fanno da padrone questo delicato periodo, sia a preparare la donna ai successivi mesi.
Ma quali sono i sintomi più comuni? Dove deve porre la sua attenzione l’osteopata?
Nausea: La nausea è uno dei sintomi più diffusi nel primo trimestre,nel corso del quale ha una risoluzione spontanea. Ovviamente ci sono sempre delle eccezioni, alcune donne possono non presentare tale sintomo o possono vederlo protrarsi anche nel secondo trimestre. L’osteopata va a valutare, come sempre la persona in toto, ma porrà la sua attenzione sulla sfera cranica andando a valutare anche i fori laceri posteriori (es. nervo vago), andrà a valutare l’esofago, diaframma, colonna cervicale e dorsale e stomaco. Quest’ultimo sarà possibile trattarlo poichè ancora l’utero, in questa fase, non presenterà una dimensione tale da poterne alterare la normale fisiologia;
Reflusso: Anche il reflusso gastroesofageo (GERD) può presentarsi in questo periodo. Bisogna andare a valutare e trattare le vertebre (D5-D9) che concorrono nella formazione del nervogrande splancnico. Queste vertebre sono anche le vertebre di riferimento dei gangli celiaci . Come trattare i gangli celiaci? Si comprimono verso l’alto le spinose e la mano superiore viene posizionata sotto il processo xifoideo, in proiezione dei gangli. Si prepara la porzione sottomesocolica alla futura crescita dell’utero così da permettergli di essere accolto senza troppe resistenze dagli organi sopramesocolici;
Vomito: Il vomito spesso va di pari passo con la nausea;
Insonnia, stanchezza: La donna soprattutto nei primi mesi deve dormire. Il suo corpo richiede una mole enorme di energia e si trova in piena parasimpaticotonia. Spesso i parasimpaticotonici presentano insonnia e stanchezza. E’ possibile pensare che qualcosa stia perturbando il suo normale equilibrio. Risulta utile controllare la presenza di un’asincronia craniosacrale che, come suppongo sappiate, crea una distonia neurovegetativa. Tale distonia può essere giustificata dalla costante crescita dell’utero che si ripercuote sui legamenti dell’utero trazionandoli andando a creare una tensione durale che si ripercuote sulla facilitazione in nutazione dell’osso sacro. In questo caso l’occipite si adeguerà alla trazione sacrale creando delle alterazioni sulla corretta apertura e chiusura del foro lacero posteriore.
Nel secondo trimestre della gravidanza, i sintomi presenti nel primo, nella quasi totalità dei casi saranno terminati. In questa fase la crescita dell’utero sarà più importante e presente. Qui saranno presenti altri sintomi come:
Lombalgia: il mal di schiena è dovuto alla crescita dell’utero che mette in tensione i legamenti che si ripercuotono sulla corretta mobilità del sacro. Questo si scarica sulla colonna lombare;
Sciatalgie: Più che sciatica si parla di sindrome del piriforme. Questo è dovuto sia alla non corretta mobilità sacrale, sia all’aumento delle tensioni del pavimento pelvico;
Pubalgie: Cosa molto importante in questo periodo è controllare il bacino. Ricordo che il bacino presenta uno stretto superiore, medio e inferiore. Un p**e disallineato andrà ad alterare i corretti diametri pelvici, fondamentali per una corretta discesa del feto. Per lavorare il p**e di una gravida, bisogna lavorare inizialmente i legamenti rotondi andando a mobilizzare l’utero. Successivamente possiamo andare a lavorare gli altri legamenti uterini spostando l’utero lateralmente (leg. larghi), posteriormente (leg. sacro-uterini).
Sacrale: Le tensioni legamentose alterano la corretta meccanica sacrale. Ristabilire una corretta nutazione e contronutazione sacrale, gioverà la meccanica del parto. Oltre al sacro bisogna trattare anche i legamenti sacrococcigei, bisogna preparare il coccige a non avere limitazioni nella sua mobilità, fondamentale per far spazio al passaggio del feto durante il parto.
Meccanica del parto
NB. In questo periodo, l’aumento di progesterone diminuirà la motilità intestinale, la donna potrebbe risultare stitica. La cattiva motilità potrà agire sulla corretta biomeccanica del bacino.
Osteopatia in gravidanza (terzo trimestre)
Il terzo trimestre di gravidanza presente in linea di massima gli stessi sintomi del secondo trimestre, ma bisogna fare attenzione ad alcuni segni che possono indicarci la presenza di problematiche di carattere medico e non più osteopatico. Infatti nell’ultimo trimestre bisogna fare molta attenzione alla presenza di:
Gestosi E.P.H(edema-proteinuria-ipertensione).
Edema: ritenzione idrica che si presenta inizialmente in zona perimalleolare, per poi passare alle mani, al viso e al tronco;
Proteinuria: >0,3-0,5 g/l di urina;
Pressione arteriosa> o = 140 mmHg sistolica – 90 mmHg diastolica.
NB. Dopo 20 settimane, l’aumento del peso corporeo oltre 500gr a settimana, bisogna sospettare una gestosi.
Trattamento osteopatico nel postpartum
Nel postpartum il trattamento osteopatico si concentra principalmente sulla valutazione e correzione della corretta biomeccanica del bacino. Questo perché durante il parto possono presentarsi problematiche dovute:
Alla spinta;
Alle lacerazioni;
All’episiotomia;
Coccige rimasto bloccato;
Sacralgie legate ad uno stress eccessivo durante il parto (es. bambino grosso).
NB. La valutazione e il trattamento del p**e è fondamentale. Controllare che la sinfisi pubica non sia rimasta diastasica.