Studio di Psicologia e Psicoterapia Dott.ssa Sofia Solinas

Studio di Psicologia e Psicoterapia Dott.ssa Sofia Solinas servizio sanitario salute mentale supporto alla persona terapeuta EMDR
psicoterapeuta etno sistemico

01/08/2025

Oggi in moltissime coppie la sessualità smette di funzionare o è insoddisfacente.
Tra i molteplici motivi che possono coesistere, uno da non sottovalutare è essere disinformati rispetto a ciò che significa il termine "sessualità".
Nel mondo moderno viene fatta coincidere con l'atto sessuale e quindi appare intensivamente collegata a parole quali erezione, eiaculazione e/o orgasmo femminile.
La sessualità comprende invece elementi psicologici, sociali, culturali e biologici.
Nella credenza occidentale la sessualità si è molto inspirata e tuttora prende spunto dall'industria pornografica, dove l'atto sessuale è consumato velocemente producendo un piacere che ha più un carattere di "spasmo", ovvero è talmente veloce che non presenta gli stessi benefici di un rapporto dove altre dinamiche prendono vita, comportandosi pertanto come qualsiasi addiction, in cui vi è una iniziale soddisfazione che lascia velocemente il posto ad una sensazione di vuoto.
La filosofia orientale da millenni si occupa di relazioni, non solo con il conosciutissimo Ka*****ra, ma anche con moltissimi altri saggi, alcuni introvabili.
Ed è proprio in uno di questi, Il Tao dell' Amore, che ho trovato questa frase:
"Il maschio appartiene allo Yang,
Peculiarità dello Yang è che facilmente si eccita, ma con pari facilità si sazia
La femmina appartiene allo Yin, peculiarità dello Yin è che lentamente si eccita e altrettanto lentamente si arriva a saziarsi".

La malattia dei cuori pesanti Nei primi tempi, i cibi donati da Mia apparivano dolci e piacevoli, ma rivelavano poi aspe...
01/08/2025

La malattia dei cuori pesanti

Nei primi tempi, i cibi donati da Mia apparivano dolci e piacevoli, ma rivelavano poi aspetti sgradevoli: gradatamente perdevano gusto fino a diventare totalmente insapori.
Ciò accadeva perché instaurava rapporti in cui abbondava l'accondiscendenza, un atteggiamento che appiattiva la relazione e neutralizzata la presenza di sostanze affettive più saporite e vivaci, come l'espressione libera delle proprie emozioni (quelle negative in particolare) e il confronto sincero.
Mia percepiva questi cibi come pericolosi poiché, ogni volta che aveva provato a trasmetterli nel filo che la legava ai genitori, li aveva fatti soffrire.
Purtroppo di non mettere a rischio l'armonia familiare, aveva imparato a ingoiare la rabbia e a esprimere la voglia di ribellarsi, e ora replicava lo stesso comportamento nelle sue nuove relazioni.
Mia, inoltre, non era mai riuscita ad allungare il filo: i suoi legami restavano corti poiché non sapeva produrre sostanze capaci di renderli più flessibili - come, per esempio, la voglia di allontanarsi per esplorare ciò che la circondava.
Anche di questo cibo aveva imparato a privarsi, per non scatenare la produzione di ansia, una sostanza tossica che Paolo e Roberta le infondevano in abbondanza ogni volta che reclamava indipendenza.
Non potendo beneficiare di questi alimenti, Mia trasmetteva alle persone connesse alimenti sgradevoli come il controllo, l'attaccamento al filo dell'altro, il timore costante che l'altro potesse distanziarsi da lei.
A causa di questi effetti collaterali, le persone legate a Mia finivano per stancarsi e sentirsi soffocate da un filo così stretto da sembrare un cordone ombelicale.
Molti decidevano di reciderlo per tornare liberi, senza più la sensazione di dover trascinare un peso .

(Tratto dal libro "La leggenda del filo d'amore)

La malattia dei cuori congelati Eric era molto abile ad affascinare le persone e a ottenere i nutrimenti che desiderava,...
29/07/2025

La malattia dei cuori congelati

Eric era molto abile ad affascinare le persone e a ottenere i nutrimenti che desiderava, ma i suoi limiti nella capacità di tessere i legami si manifestavano nel momento dello scambio.
Accadeva infatti che, quando gli altri si aspettavano di ricevere i nutrimenti fondamentali per mantenere vivo il rapporto, come la vicinanza emotiva, la dedizione o l'ascolto, Eric reagiva allentando improvvisamente il filo e ignorando le loro richieste, alle quali non era in grado di dare una risposta.
Le persone a lui vicine rimanevano disorientate: non capivano cosa avesse provocato il distacco e restavano appese alle promesse con le quali Eric continuava a tenerle legate.
Molte di loro, incapaci di rassegnarsi, lo adulavano, nella speranza che prima o poi Eric le avrebbe nuovamente appagate con le sostanze squisite che aveva elargito loro all'inizio.
Altre abituate a diete emotive più restrittive, si facevano bastare le briciole che ogni tanto concedeva, nella convinzione di non meritare altro.
Un terzo gruppo, pur con grande sofferenza, metteva fine al legame, sentendo di non poter più tollerare l'attesa di uno scambio.
A volte, quando la richiesta di cibi affettivi si faceva troppo incalzante, era Eric stesso a rompere alcuni fili.
Per non rischiare di rimanere senza l'ammirazione e l'adorazione di cui il suo cuore si nutriva, aveva imparato a compensare la sua incapacità di mantenere i legami generandone sempre di nuovi, per poi allungare il filo o reciderlo nel momento fatidico in cui doveva essere lui a dare.
Si comportava con gli altri come un tempo i suoi genitori avevano fatto con lui, quando ancora la sua anima non era congelata e aveva fame d'amore.
Alle sue richieste di calore, Alberto e Beatrice avevano risposto allungando il filo e lasciandolo al freddo, lo stesso freddo che lui ora faceva provare alle persone con cui instaurava un rapporto.
(Tratto dal libro "La leggenda del filo d'amore)

Dell'amore ne parlano poeti, scrittori, cantanti, musicisti, cinematografi, pittori, opinionisti, influencer, attori, pe...
10/07/2025

Dell'amore ne parlano poeti, scrittori, cantanti, musicisti, cinematografi, pittori, opinionisti, influencer, attori, persone comuni, adolescenti, donne ferite, uomini traditi, e ognuno utilizza un o più suoi particolari significanti per descriverlo.
Non credo che ce ne sia uno che sia più giusto e l'altro meno corretto e sbagliato, ma di una cosa sono certa e cioè cosa non è amore, in qualsiasi forma si manifesti, ovvero tra partner, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, in un'amicizia: l'amore non è possesso, nessun amore è "nostro", o "tuo", o "suo" o "loro", nel vero amore c'è la libertà di scegliere, di stare, di andare e di tornare.

I metodi dell'educazione tradizionale, che da sempre precedono punizioni corporali comportano la negazione della soffere...
04/07/2025

I metodi dell'educazione tradizionale, che da sempre precedono punizioni corporali comportano la negazione della sofferenza e dell'umiliazione;
Tale negazione, necessaria al bambino induce in lui cecità emotiva;
La cecità emotiva produce nel cervello barriere, blocchi nel funzionamento del pensiero, poste a protezione dei pericoli;
I blocchi del pensiero ostacolano negli adolescenti e negli adulti la capacità di apprendere nuove informazioni, di elaborarle e di cancellare antichi programmi ormai superati;
Viceversa, il corpo conserva compiuta memoria delle umiliazioni patite ed è ciò che induce la vittima a imporre inconsapevolmente la stessa esperienza alla generazione successiva;
I blocchi del pensiero non consentono di rinunciare alla ripetizione, o quanto meno, lo rendono difficile, a meno che la persona non decida di riconoscere le cause di tale coazione della propria storia infantile. Sono decisioni che subentrano di rado, e pertanto la maggior parte delle persone ripete ciò che è stato detto loro da sempre: ossia che i bambini hanno assolutamente bisogno di esserne castigati (A. Miller).

30/06/2025

La fine di una relazione non è un lutto come molto spesso impropriamente viene definita, ma una perdita nella quale l'altra persona continua ad esistere con connotazioni del tutto nuove e differenti.
Molte persone sperimentano una rabbia fortissima dopo una rottura,
questa rabbia non ha a che fare solo con la partner o il partner da cui ci si è sentiti traditi, non amati o non supportati, ma è una rabbia verso se stessi.
La parte adulta che ha scelto o subito solitamente è consapevole di ciò che ha portato alla chiusura, sono altri parti della persona che determinano tale vissuto in cui ci si colpevolizza, magari perché molto tempo prima si è stabilito il tema della famiglia unita, o in quanto non si è compreso quali mancanze hanno avvicinato quei due cuori solitari o ancora che si ricerca l'amore nel modo in cui lo si è sperimentato con le proprie figure di attaccamento, ebbene sì chi non si è sentito amato ripete quel pattern di interazione, perché è l'unico che conosce. Osservare tutto questo accelera la cicatrizzazione delle ferite, la rabbia si può elaborare attraverso la comprensione.

Uno degli stereotipi più comuni in alcune coppie con elevata sofferenza è pensare che si debba rimanere insieme per i pr...
27/06/2025

Uno degli stereotipi più comuni in alcune coppie con elevata sofferenza è pensare che si debba rimanere insieme per i propri figli.
Raramente ci si chiede invece quanto può essere doloroso per un figlio vedere i propri genitori litigare ogni giorno, a volte picchiarsi, e maturare un'idea di amore distorto.
Molto spesso figli che hanno vissuto in un clima di grandi tensioni coniugali e quindi anche genitoriali, faticano nella loro vita a comprendere cosa sia l'amore: ci sono continue fughe dalle relazioni o un forte ideale di amore romantico che non combacia con la realtà.

Non dipende da mericonosco che non dipende da me.Dipendesse da mesarei in felice completa dipendenza.                   ...
23/06/2025

Non dipende da me
riconosco che non dipende da me.
Dipendesse da me
sarei in felice completa dipendenza.

(P.C.)

I cartoni animati che passano su varie reti e piattaforme oggi riflettono un problema imperante: la possibilità di entra...
18/06/2025

I cartoni animati che passano su varie reti e piattaforme oggi riflettono un problema imperante: la possibilità di entrare in contatto con la rabbia, emozione sana, che ha necessità di espressione.
Tali cartoni sono basati sul politically correct all'inglese maniera e volti al perbenismo, e credo che la visione di una realtà così distorta stia producendo dei giovani completamente incapaci di gestire qualsiasi forma di confronto.
La rabbia è una reazione sana, ci aiuta a difenderci, far valere i nostri bisogni, esprimere i nostri pensieri, ovviamente ciò che non funziona è come si sceglie di esprimerla.
Rabbia e aggressività non sono sinonimi, ma possono essere uno il preludio dell'altro se non si comprende come gestire tale emozione.

“La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario.Non sono le situazioni a...
17/06/2025

“La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario.
Non sono le situazioni a farti infelice.
Possono procurarsi dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice.
Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice.”

Eckhart Tolle

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Viterbo

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