Studio Fisioterapia Dr Massimo Mancinelli

Studio Fisioterapia Dr Massimo Mancinelli Studio di fisioterapia, riabilitazione e osteopatia

Il nostro Centro, come eccellenza affiliata al circuito nazionale Top Physio Quality Network, è lieto di segnalare l’off...
04/12/2023

Il nostro Centro, come eccellenza affiliata al circuito nazionale Top Physio Quality Network, è lieto di segnalare l’offerta formativa Unicamillus proposta da Top Physio Academy e la Casa di Cura Villa Stuart, Centro Medico d’Eccellenza FIFA.
All’interno del link seguente potrete sia approfondire i programmi didattici dei due Master in Fisioterapia e Chinesiologia nello Sport, sia chiedere quali condizioni di maggior favore sono state esclusivamente riservate a tutti i professionisti che collaborano con la nostra Struttura.
Canalizzate queste opportunità verso tutti i colleghi, collaboratori o conoscenti potenzialmente interessati!
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Università degli Studi della Tuscia - Via Santa Maria in Gradi, 4, 01100 Viterbo VT
16/02/2019

Università degli Studi della Tuscia - Via Santa Maria in Gradi, 4, 01100 Viterbo VT

Che cos’è realmente il PRP? Perché funziona e perché viene usato così spesso? Quali possono essere i rischi? Per rispondere a queste domande ci siamo rivolti alla Dr.ssa Laura Mazzucco, Biologa Responsabile del Laboratorio di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale SS. Antonio e Biagio e Cesare...

Università degli Studi della Tuscia - Via Santa Maria in Gradi, 4, 01100 Viterbo VT
16/02/2019

Università degli Studi della Tuscia - Via Santa Maria in Gradi, 4, 01100 Viterbo VT

VITAMINA D E LOMBALGIASandoughi M, International Journal of Rheumatic Diseases, 2015Zadro J, Pain Physician Journal, 201...
01/02/2019

VITAMINA D E LOMBALGIA
Sandoughi M, International Journal of Rheumatic Diseases, 2015
Zadro J, Pain Physician Journal, 2017

L'utilizzo della vitamina D come supplemento in presenza di lombalgia è sempre più diffuso grazie alle scoperte delle sue proprietà anti-infiammatorie e neuromodulatorie.
Uno studio randomizzato in doppio cieco è andato a valutare il possibile effetto dell'assunzione della vitamina D sulla lombalgia cronica aspecifica.
Cinquantatre pazienti tra i 18 e 40 anni hanno assunto vitamina D(3) o un placebo una volta a settimana per 8 settimane. Al termine dello studio, il livello medio di 25-OH-vitamina D nel siero è passato da 17,88 +/- 9,04 a 27,52 +/- 9,04 nel gruppo trattato con il farmaco e da 19,81 +/- 9,60 a 18,91 +/- 7,84 nel gruppo placebo. In entrambi i gruppi il dolore alla VAS è diminuito, senza differenze statisticamente significative tra i due gruppi (Sandoughi, 2015).
Una revisione sistematica con meta-analisi successiva ha invece trovato un'associazione tra la carenza della vitamina D e l'intensità del dolore nella lombalgia, con un'associazione maggiore nelle giovani donne e in presenza di carenze gravi di vitamina D (Zadro, 2017).
Sono necessari studi più ampi che valutino la reale efficacia di un supplemento di vitamina D sulla riduzione del dolore percepito nella lombalgia.

Dieta Mediterranea batte tutte le altre!Anche per la funzione del microcircoloLa Dieta Mediterranea si è guadagnata il p...
16/01/2019

Dieta Mediterranea batte tutte le altre!
Anche per la funzione del microcircolo

La Dieta Mediterranea si è guadagnata il primo posto come migliore dieta complessiva nelle classifiche di dieta annuale 2019 US News & World Report.
Il gruppo di esperti della rivista ha classificato 41 piani dietetici, tra cui un nuovo arrivato nell'elenco che ha suscitato molto entusiasmo: la dieta nordica (pesce, verdure e cereali integrali, come la dieta mediterranea, il piano nordico predilige l'orzo e altri cereali integrali, bacche, verdure, pesce e fagioli. Al posto dell'olio d'oliva consigliato dalla dieta mediterranea, la dieta nordica utilizza l'olio di canola).

Il gruppo di esperti, tra cui nutrizionisti, consulenti dietetici e medici specializzati in perdita di peso, salute del cuore e diabete, ha considerato:
- Quanto è facile da seguire
- Probabilità di perdere peso significativo nei primi 12 mesi
- Probabilità di perdere peso significativo per 2 anni o più
- Quanto aiuta a prevenire e gestire le malattie cardiovascolari
- Quanto aiuta a prevenire e gestire il diabete
- Completezza nutrizionale
- Sicurezza

Dopo la Dieta Mediterranea e la DASH, il terzo posto è conquistato dalla dieta Flexitariana. È per lo più un piano a base vegetale, con la carne da consumare con moderazione.

Prime tra tutte, la Dieta mediterranea per il mantenimento del benessere e la prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari.

Con la dieta mediterranea, anche le diete vegane hanno dimostrato benefici cardiovascolari simili, anche se in un numero minore di studi.

Uno studio pilota comparativo ha confrontato gli effetti a breve termine della dieta mediterranea (MD) e di quella vegana (VD) sulla funzione microvascolare e sui livelli di colesterolo in una popolazione sana di età compresa tra i 18 e i 35 anni (n=24). I partecipanti hanno seguito un intervento di quattro settimane (MD = 12; VD = 12) ad libitum con l’osservazione dei cambiamenti antropometrici, lipidici, della funzione micro vascolare, intake dietetico, pressione arteriosa.

Tutti i partecipanti hanno ridotto l'assunzione di grassi saturi e aumentate le fibre; i pazienti che hanno seguito la Mediterranea hanno ridotto l’assunzione di grassi totale.

Il gruppo della Mediterranea ha avuto un miglioramento nella funzione del microcircolo mentre i vegani hanno ridotto peso e colesterolo.

Sebbene entrambe le diete possano offrire benefici per la riduzione del rischio cardiovascolare, le prove per la MD sembravano essere più forti a causa dei cambiamenti nella capacità vasodilatatoria e della biodisponibilità di NO.

Ecco, la Mediterranea vince ancora!
Autori: Rogerson D, Maçãs D, Milner M, Liu Y, Klonizakis M.
Fonte: Nutrients. 2018 Dec 3;10(12). pii: E1897. doi: 10.3390/nu10121897.
Link della fonte: https://www.mdpi.com/2072-6643/10/12/1897

15/01/2019

Esperienze dolorose: le donne sono più forti degli uomini

Più forti degli uomini e meno soggette allo stress. Sono le donne di fronte al ripetersi di eventi dolorosi. Questo accade perché il gentil sesso è meno predisposto a ricordare nitidamente quel determinato evento traumatico. A rivelarlo è uno studio canadese della McGill University e dell’Università di Toronto che è stato pubblicato su Current Biology.
Lo studio
“Abbiamo deciso di fare un esperimento sull’ipersensibilità al dolore nei topi e abbiamo trovato queste sorprendenti differenze nei livelli di stress tra topi maschi e femmine – spiega Jeffrey Mogil, uno dei ricercatori dello studio – Così abbiamo deciso di estendere l’esperimento agli umani per vedere se i risultati fossero simili. Siamo rimasti sconvolti quando abbiamo visto che sembravano esserci le stesse differenze”.
L’analisi ha messo in evidenza differenze fra i sessi. E’ emerso, per esempio, come i maschi ricordino più chiaramente le loro precedenti esperienze dolorose. Erano, infatti, più stressati e sensibili quando ritornavano nel luogo in cui avevano vissuto lo stesso precedente momento negativo. Tutto ciò, però, non è emerso tra le femmine. Questo, spiegano i ricercatori, può potenzialmente aiutare a scoprire nuovi trattamenti contro le forme croniche di dolore.
Uno degli esperimenti che ha coinvolto gli esseri umani li ha visti entrare in una stanza dove sono stati sperimentati bassi livelli di dolore causati dal calore fatto sentire a un avambraccio (i topolini, invece, dovevano provare il calore a una zampetta). Le persone dovevano valutare il livello del dolore su una scala di 100 punti, mentre per i topi è stato valutato il dolore per la velocità con cui si sono allontanati dalla fonte di calore. Subito dopo questa esperienza di dolore di basso livello, è stato sperimentato un dolore più intenso.
Quando sono stati portati nella stessa stanza del test precedente, gli uomini hanno valutato il dolore da calore più alto di quello che avevano avuto il giorno prima, e più alto di quello delle donne. Allo stesso modo i topi maschi, (ma non le femmine), che ritornano nello stesso ambiente hanno mostrato una risposta acuta al dolore termico, mentre i topi collocati in un ambiente nuovo e neutro no. Per confermare che il dolore fosse aumentato a causa di ricordi del dolore precedente, i ricercatori hanno iniettato nei topi maschi un farmaco noto per bloccare la memoria. E’ in questo caso che i topi non hanno mostrato segni del dolore ricordato.

Quali interventi prevengono l'insorgenza della lombalgia? Steffens D, JAMA Internal Medicine, 2016Shiri R, American Jour...
01/08/2018

Quali interventi prevengono l'insorgenza della lombalgia?
Steffens D, JAMA Internal Medicine, 2016
Shiri R, American Journal of Epidemiology, 2017

Una revisione sistematica sulla prevenzione della lombalgia ha analizzato i risultati provenienti da 23 studi condotti su oltre trentamila soggetti.
Un'evidenza da studi di qualità moderata ha dimostrato che l'esercizio associato ad informazioni educazionali riduce il rischio di episodi di lombalgia, mentre di qualità bassa che l'esercizio da solo può ridurre sia il rischio di episodi di lombalgia che di assenze dal lavoro per malattia. Con una qualità da moderata a molto bassa, l'educazione da sola non ha mostrato invece alcun effetto nè sugli episodi di lombalgia nè sull'assenza per malattia. Un'evidenza da studi di bassa qualità ha dimostrato che nè le fasce lombari nè le solette nelle scarpe hanno effetti predittivi sulla lombalgia (Steffens D, 2016).
Una revisione sistematica con meta-analisi successiva ha invece analizzato gli effetti dell'attività fisica sulla prevenzione della lombalgia in 4310 soggetti di 26 studi. I partecipanti praticavano, a seconda degli studi, esercizi di stretching, di rafforzamento e di miglioramento della capacità aerobica, dell'equilibrio e della coordinazione.
I risultati hanno mostrato una diminuzione del 33% della probabilità di sviluppare lombalgia nei soggetti che praticavano attività fisica rispetto a coloro che non la praticavano (Shiri R, 2017).
L'esercizio fisico è quindi in grado di ridurre il rischio di insorgenza di lombalgia; rimane da approfondire il ruolo di altri tipi di interventi.

01/08/2018
09/07/2018
15/05/2018

Il 27 aprile 2018 l'Agenzia delle Entrate, con la circolare 7/E ribadisce che Le spese sostenute per le prestazioni sanitarie rese alla persona dalle figure professionali elencate nel DM 29 marzo 2001, sono detraibili anch'esse senza necessità di una specifica prescrizione medica (ad esempio fisiot...

EMICRANIA: scoperto perché le donne ne soffrono di più.Perché le donne soffrono di emicrania più degli uomini, con attac...
25/04/2018

EMICRANIA: scoperto perché le donne ne soffrono di più.

Perché le donne soffrono di emicrania più degli uomini, con attacchi più frequenti e gravi e rispondono meno ai trattamenti? A svelare il mistero è uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Arizona e presentato al meeting annuale dell’American Society for Biochemistry and Molecular Biology.
La spiegazione di questa maggiore sensibilità femminile risiede nel modo in cui le fluttuazioni degli estrogeni influenzano le cellule del cervello. Lo studio, condotto su topi, punta sul ruolo dello scambiatore di protoni di sodio (NHE1), che regola il trasporto di protoni e ioni di sodio attraverso le membrane cellulari, comprese quelle che costituiscono la barriera emato-encefalica. Quando NHE1 non è presente a livelli sufficientemente elevati o non funziona correttamente, può causare un’attivazione del dolore, che porta a emicrania. Può anche alterare direttamente la capacità dei farmaci per l’emicrania stessa di attraversare la barriera emato-encefalica.
Esaminando topi sia maschi che femmine i ricercatori hanno scoperto che i livelli di espressione di NHE1 erano quattro volte più alti nel cervello dei ratti maschi. Nei ratti femmina, hanno osservato invece che i livelli più alti di estrogeni corrispondevano a valori più bassi di NHE1 espressi nelle cellule endoteliali che formano i vasi sanguigni nel cervello. “Sulla base delle nostre scoperte – conclude Emily Galloway, autrice della ricerca – pensiamo che le donne siano più suscettibili all’emicrania perché le fluttuazioni dell’ormone sessuale principale, l’estrogeno, portano a cambiamenti nell’espressione di NHE1, cosa che potrebbe lasciare il cervello vulnerabile all’attivazione del dolore”.
PRESSO IL NOSTRO STUDIO EFFETTUIAMO TRATTAMENTI OSTEOPATICI PER L'EMICRANIA

IL PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE IKEA PER IL MAL DI SCHIENANorton M, Mochon D, Ariely D, Journal of Consumer Psichology, 2...
15/03/2018

IL PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE IKEA PER IL MAL DI SCHIENA

Norton M, Mochon D, Ariely D, Journal of Consumer Psichology, 2012
Mochon D, National Public Radio, 2013
L'effetto IKEA è un fenomeno psicologico/comportamentale descritto nel 2012 dai ricercatori Michael Norton, Daniel Mochon e Dan Ariely e si riferisce all'affetto che le persone hanno sviluppato col tempo nei confronti dei mobili da assemblare a partire dai kit IKEA.
Mochon lo ha spiegato così: "Immaginate di dover costruire un tavolo: può succedere che venga fuori un po' storto. Probabilmente vostra moglie o il vostro vicino lo vedrebbero per quello che è: un pezzo scadente di lavorazione. Ma per voi, quel tavolo può sembrare bello davvero, perché siete stati voi a crearlo; è il frutto del vostro lavoro. E questa è l'idea che sta dietro all'effetto IKEA."
Perchè non lasciare che i pazienti che soffrono di mal di schiena cronico costruiscano i propri programmi riabilitativi, includendo una riattivazione continua ed esercizi graduali, il tutto potenziato dai principi della terapia cognitivo-comportamentale?
In questo modo i pazienti, al posto di essere passivi recipienti di programmi di riabilitazione, potrebbero essere loro stessi gli ideatori, con l'aiuto delle informazioni e dei mezzi forniti dai professionisti. Invece di dire al paziente: "La stiamo inserendo in un programma di allenamento che comprende stretching, rafforzamento e riabilitazione funzionale, ispirandosi in questo modo al lavoro a cottimo", un medico potrebbe semplicemente chiedere: "Quali attività ritiene interessanti e divertenti?".
Non esistono prove scientifiche che dimostrino che un programma di esercizi per il mal di schiena cronico sia migliore di un altro. Così, se a una persona piace fare trekking, ad un'altra cavalcare e ad una terza fare yoga, perché non lasciare loro praticare queste discipline?
Esiste però anche un aspetto negativo dell'effetto IKEA: quando le persone costruiscono e poi distruggono le proprie creazioni, oppure falliscono nel completarle, l'effetto IKEA svanisce.

Indirizzo

Viterbo

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 12:30
15:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 12:30
15:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 12:30
15:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 12:30
15:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 12:30
15:00 - 19:00

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