Stefano Scatena Psicologo e Psicoterapeuta

Stefano Scatena Psicologo e Psicoterapeuta Psicologo e Psicoterapeuta, divulgatore scientifico Psicoterapia

26/09/2025

🌍❤️ L’amore salverà il mondo ❤️🌍

Non parlo di un amore romantico, non solo.
Parlo dell’amore che riconosce l’altro come parte di sé.
Dell’amore che non ha bisogno di vincere, ma di comprendere.
Dell’amore che non costruisce muri, ma ponti.
Che non divide, ma unisce.

Se c’è una forza capace di farci uscire dalle crisi, dalle guerre, dalle solitudini che ci avvelenano, non è la paura, non è il denaro, non è il potere.
È l’amore.

Un amore che diventa responsabilità, cura, ascolto.
Che si traduce in azioni concrete.
Che non si limita a dire “ti amo”, ma si sporca le mani per cambiare il mondo insieme.

Alla fine, resterà questo:
la capacità di amarci a vicenda.
E sarà abbastanza per salvarci.

Psicologo e Psicoterapeuta, divulgatore scientifico

🔺📍 La psicoterapia in Italia negli anni ’80Gli anni ’80 sono stati un decennio esplosivo per la psicoterapia in Italia.E...
26/09/2025

🔺📍 La psicoterapia in Italia negli anni ’80

Gli anni ’80 sono stati un decennio esplosivo per la psicoterapia in Italia.
Era un mondo senza regole chiare, fatto di grandi maestri, scuole in fermento e nuove teorie che iniziavano a contaminarsi.

✨ Dominava ancora la psicoanalisi, con la SPI e le sue correnti freudiane e kleiniane.
👨‍👩‍👧‍👦 Cresceva la psicoterapia familiare e sistemica, con Mara Selvini Palazzoli e la Scuola di via Leopardi.
🧠 Facevano timidamente capolino le prime terapie cognitive, viste come troppo “americane”.
🤝 Si diffondevano la Gestalt e le esperienze di gruppo, figlie degli anni ’70.

Ma il vero spartiacque arriva nel 1989 con la Legge Ossicini (n.56): nasce l’Ordine degli Psicologi e finalmente la psicoterapia diventa professione riconosciuta.

Gli anni ’80 sono stati insomma il ponte tra il vecchio mondo psicoanalitico e la psicoterapia moderna, plurale e regolamentata.



24/09/2025
24/09/2025
Auguri a mio nonno!! ❤️
22/09/2025

Auguri a mio nonno!! ❤️

Ogni volta che guardiamo il mondo oggi, la parola che torna più spesso è “guerra”. Non più guerre lontane, ma pezzi spar...
21/09/2025

Ogni volta che guardiamo il mondo oggi, la parola che torna più spesso è “guerra”. Non più guerre lontane, ma pezzi sparsi, che insieme rischiano di diventare davvero quella che molti chiamano la Terza Guerra Mondiale. A volte mi sembra che stiamo vivendo in una miccia accesa che nessuno vuole davvero spegnere.

Eppure, in mezzo a questa paura, non posso non pensare che la storia ci ha insegnato che gli esseri umani, proprio quando sembrano vicini all’abisso, riescono a ti**re fuori anche il meglio di sé. Forse è un’illusione, forse è speranza, ma preferisco credere che esista ancora la possibilità di fermarsi un attimo prima del baratro.

Perché la pace non è solo un grande trattato firmato in qualche palazzo lontano. È la scelta quotidiana di milioni di persone di non odiare, di non cedere alla rabbia, di non trasformare il proprio dolore in violenza.

Avere un familiare con Alzheimer in Italia significa affrontare un percorso a ostacoli fin dal primo passo: la diagnosi....
21/09/2025

Avere un familiare con Alzheimer in Italia significa affrontare un percorso a ostacoli fin dal primo passo: la diagnosi.
Tempi d’attesa infiniti, Centri per i disturbi cognitivi e le demenze (CDCD) aperti poche ore a settimana, carenza di personale. Così le famiglie si ritrovano sole, senza riferimenti chiari, spesso con il peso di una malattia che ti strappa la persona cara pezzo dopo pezzo.

Eppure, il CDCD dovrebbe essere il cuore della presa in carico: diagnosi tempestiva, trattamento, supporto alla famiglia. Non un ufficio semi-deserto, ma un luogo vivo, clinico, capace di accompagnare davvero chi affronta la demenza.
Oggi non lo è. E questo fa male.

Non ci saranno “cure miracolose” dall’oggi al domani, ma i nuovi farmaci in arrivo – gli anticorpi anti-amiloide – sono un segnale. Non per tutti, non risolutivi, ma una possibilità concreta almeno per alcuni pazienti nelle fasi iniziali.
E questa è già una ragione sufficiente per riorganizzare il sistema.

Perché non possiamo permetterci che l’Alzheimer resti sinonimo di abbandono.
Perché dietro ogni diagnosi c’è una persona, e una famiglia intera che chiede solo di non essere lasciata sola.

🔺Un ragazzo di 14 anni si è tolto la vita. Si chiamava Paolo Mendico, viveva a Santi Cosma e Damiano, amava la musica, i...
18/09/2025

🔺Un ragazzo di 14 anni si è tolto la vita. Si chiamava Paolo Mendico, viveva a Santi Cosma e Damiano, amava la musica, i capelli biondi lunghi, suonava il basso e forse sperava che il domani fosse diverso. Invece il domani è arrivato con un gesto estremo, poche ore prima del rientro a scuola. La verità è che non è un fulmine a ciel sereno, è il risultato di una storia di umiliazioni ripetute, di solitudine crescente, di vergogna che giorno dopo giorno è diventata una prigione. Paolo è stato preso di mira per il suo aspetto, chiamato “Paoletta”, “Nino D’Angelo”, spinto ai margini del gruppo dei pari.

Questo non è mai solo uno scherzo: è una sconfitta che diventa intrappolamento, un’identità che viene corrosa, un senso di appartenenza negato. Se ogni giorno vieni deriso, finisci per credere che il problema sei tu, che la tua presenza non serve, che sei un peso. È così che la vergogna si trasforma in identità ferita e la solitudine in condanna.

Non bastava tagliarsi i capelli, non bastava fare finta di nulla. I genitori avevano denunciato, la scuola dice di non aver mai ricevuto segnalazioni formali. E intanto Paolo restava intrappolato tra due percezioni: da un lato chi chiedeva aiuto, dall’altro chi minimizzava o non ascoltava davvero. Nel mezzo, il silenzio complice dei pari, le chat piene di derisioni, i bagni e i corridoi dove il bullismo diventava routine quotidiana. Non servono slogan, servono adulti che si fermino ad ascoltare, insegnanti che vedano i segnali, compagni che abbiano il coraggio di dire basta. Non servono analisi postume, serviva protezione quando lui era vivo.

E allora basta dire che sono “ragazzate”. Basta con questa indifferenza. La prevenzione è lavoro quotidiano: è la scuola che vigila sugli spazi invisibili, è la famiglia che costruisce un piano di sicurezza insieme, è il gruppo dei pari che smette di restare spettatore passivo. Non possiamo restituire la vita a Paolo, ma possiamo smettere di raccontarci che non c’era nulla da fare. Ogni adolescente, davanti al dolore, deve avere almeno un pensiero diverso dal gesto estremo: non sono solo, qualcuno mi vede, qualcuno mi ascolta davvero.

Dott.Stefano Scatena

🔺Oggi pubblicità progresso. Credo sarà il libro dell’autunno.
16/09/2025

🔺Oggi pubblicità progresso. Credo sarà il libro dell’autunno.

Quante emozioni per il primo giorno di scuola...oggi tante gioie e tante ansie...come sarà la nuova professoressa? E sar...
15/09/2025

Quante emozioni per il primo giorno di scuola...oggi tante gioie e tante ansie...come sarà la nuova professoressa? E sarò accolto in classe? Sarò all’altezza? E i compagni?

Tutti timori leciti. Ma con il giusto mindset, andrà tutto bene. Non dovete dimostrare nulla ora, solo gentilezza. E ci abitueremo a non usare il telefoni per un bel po’, e questo credo sia un gran bene!

Non sono mitra della mafia turca, ma tovaglioli😙
13/09/2025

Non sono mitra della mafia turca, ma tovaglioli😙

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