16/02/2019
Portiamo addosso delle "incrostazioni educative", retaggio della pedagogia nera che ha guidato per secoli il nostro modo di crescere i bambini. Ci stiamo liberando e ripulendo via via da quei residui, ma oggi sono ancora in molti gli adulti che temono di "viziare" i bambini se rispondono ai loro bisogni di contatto, attenzione, conforto. Le ricerche neuroscientifiche invece evidenziano in modo netto quanto sia importante NON tanto che i bambini non piangano e non vivano emozioni spiacevoli, ma quanto invece sia utile che tali emozioni INEVITABILI siano accompagnate da un adulto responsivo e supportivo, che li aiuti a sentirsi al sicuro e li accompagni nel comprendere ciò che accade loro, ai loro vissuti. Piangere è ok, non è traumatico di per sè, è un modo di comunicare del bambino e serve un adulto empatico e in ascolto, che sappia leggerne i bisogni e sappia rispondere in modo contingente. Serve un adulto che accolga, conforti, rassicuri e aiuti a capire che, per quanto spiacevole, quel vissuto passerà: "io sono con te, vedrai che tra un po' andrà meglio".
In questo modo il piccolo potrà sviluppare fiducia in se stesso ("sono capace di chiedere aiuto e di ottenerlo") e nel mondo ("il mondo è un posto piacevole in cui vivere: se chiedi aiuto qualcuno ti risponde in modo positivo")❤️❤️