12/02/2022
Queste sono testimonianze che contano ⭐️
Ascoltare i nostri ragazzi parlare del loro disturbo può essere la vera svolta.
Chi non ha un Disturbo Specifico dell’Apprendimento non può capire fino in fondo. Ma DEVE provare a farlo (e deve riuscirci, agggiungerei)❗️Che sia un compagno, un genitore o un insegnante. Impariamo ad ascoltare 👂🏻
«Mia figlia, dislessica, dissecchiona, semplicemente una persona che chiede RISPETTO!
FIERA DI TE MIA CARA DONNA!
Alessia dice:
Ripropongo qui.
-Parlo a nome mio e non di altri DSA;
e poi decidono di prendere parte al mio discorso benvenga-
Oltre che sperare che voi leggiate questo "poema" (so che scrivo tanto ma qua cerco di non dilungarmi), cerco semplicemente del rispetto nei miei confronti come persona (che detto sinceramente penso mi spetti) oltreché comprensione.
Probabilmente proprio chi ne ha più bisogno non continuerà a leggermi, ma spero comunque di poter raggiungere tutti.
Scrivo per evitare che si verifichino nuovamente episodi pesanti e scocciature ormai diventati complessivamente insopportabili...
Perciò mettendo da parte i "conflitti personali" vi chiedo di leggere anche solo per voi stessi e per la vostra cultura personale.
Scrivo ovviamente per chiarire a tutti, ma anche per:
Evitare di sentirmi dire che le mappe servono a copiare o che sono degli appunti/suggerimenti.
Per evitare di sentirmi dire che io ho gli aiuti.
Per evitare di essere screditata da professori e da compagni di classe.
Per evitare i "magari fossi DSA" (pensando sia una caratteristica che porti gioia/aiuti speciali/sconti.
Scrivo per evitare che mi si prenda per ignorante, demente, cretina, preferita, aiutata, pesante, pigra, svogliata, "lecchina" "parac***ta" o addirittura "befana di m***a" (nonostante alcune di queste etichette si scontrino addirittura tra loro).
Sono DSA e dato che evidentemente non ne è chiaro il significato ora ve lo spiego.
DSA – Disturbi Specifici di Apprendimento – sono disturbi del neurosviluppo.
Colpiscono la capacità di lettura, scrittura e di fare calcoli.
Ci sono persone che nascono con gli occhi azzurri, verdi o marroni; persone che nascono con i capelli neri, o rossi, o castani; persone che hanno il naso a patata, o le labbra carnose, o i capelli ricci.
E poi ci sono persone che nascono con un disturbo specifico dell’apprendimento.
Questo significa che non è una malattia, ma piuttosto una caratteristica (GENETICA), come gli occhi azzurri o i capelli ricci, appunto.
"I disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal bambino in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello d’intelligenza."
Io ad esempio ho avuto la diagnosi alle elementari a seguito di chiari ed evidenti segnali.
(La diagnosi permette di capire se le difficoltà sono dovute ad un disturbo oppure no.)
Essi interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici e con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo e di scrittura.
Quindi io anche fuori da scuola faccio fatica, oltre che per i cavoli miei (ognuno ha i suoi) c'è anche questa cosa che pesa, con questo non cerco di giustificare nessun mio comportamento o modo di essere ma di aprirvi gli occhi su alcune cose che attualmente potreste ignorare.
La dislessia non è una malattia, e neanche una demenza, vuol dire soltanto che la persona fa più fatica di altri a recepire alcuni concetti, ma è intelligente come tutti (o forse anche di più).
Non abbiamo problemi neurologici e sensoriali (vista, udito), ma il nostro cervello funziona un po’ diversamente.
Per essere più precisa aggiungo che la legge 170 detta i principi generali che devono guidare l’intervento, nell’ambito scolastico e sanitario, per garantire una gestione appropriata della dislessia e di altri disturbi specifici di apprendimento, al fine di *favorire la migliore realizzazione delle potenzialità* delle persone che ne sono affette.
Per questo gli strumenti compensativi come il computer, la calcolatrice, le mappe o la tavola pitagorica non risolvono da soli i problemi, non scrivono da soli i temi o i riassunti e non completano verifiche, ma costituiscono un elemento di "facilitazione" che, mentre per la maggior parte può essere considerato un optional, per i dislessici diviene un mezzo necessario per soddisfare le richieste scolastiche.
In pratica, la legge impone un ripensamento del modo di organizzare la didattica per permettere a tutti di imparare e di sviluppare le proprie conoscenze.
Se non sono stata chiara aggiungete pure o fate domande; sarò sempre disponibile con coloro che saranno interessati ma soprattutto disposti ad essere con me educati e rispettosi.»
Grazie a mamma Anna e complimenti ad Alessia per aver spiegato in modo così chiaro semplicemente la sua vita.