14/10/2025
Il Sé infantile, una parte fragile di noi stessi, ha bisogno di un adulto che si prenda cura di lui, che gli dia quella sicurezza che non ha avuto, che lo rassicuri e lo prenda per mano. Siamo portati a ricercarlo al di fuori ma solo noi stessi abbiamo quel potere di connessione autentica che produce un cambiamento emotivo. È che la maggior parte delle volte ci arrabbiamo con noi stessi per i nostri bisogni, ci sgridiamo e ci critichiamo e questo atteggiamento non fa altro che creare distanza e allontanarci ancora di più dalle nostre parti emotive.
Per gran parte della vita ci allontaniamo da noi stessi nel tentativo di ricevere approvazione.
Crediamo che il nostro valore dipenda dagli sguardi altrui, da riconoscimenti esterni, da conferme che placano solo per un istante il vuoto interiore. Così facendo, lasciamo indietro la parte più autentica e vulnerabile: il nostro bambino interiore.
Il percorso di crescita emotiva consiste proprio nel tornare a lui. Non per rimanere imprigionati nel passato, ma per riconoscerne le ferite, ascoltarne i bisogni, offrirgli quella sicurezza e quell’accoglienza che non ha avuto. Abbracciare il bambino interiore non significa indulgere nella fragilità, ma integrare ciò che è rimasto sospeso. È il passaggio che permette di interrompere la ricerca incessante di approvazione e di fondare il proprio valore su basi stabili e interne.
👉 Quando impariamo a prenderci cura di quella parte di noi, smettiamo di ripetere i vecchi copioni e possiamo costruire relazioni più sane, radicate non nel bisogno, ma nella scelta consapevole