18/12/2025
È del tutto normale che una persona che si affaccia alla terapia per risolvere i suoi sintomi alimentari, si aspetti che certi suoi comportamenti vengano in qualche modo "eliminati", che la bramosia alimentare svanisca, che il rapporto col cibo diventi definitivamente "sano".
Tuttavia non sempre questi sono obiettivi realmente terapeutici.
Possono non esserlo in assoluto per alcune persone e possono non esserlo per una data persona in un dato momento.
A volte, quei sintomi, sono semplicemente un male minore o, meglio, il modo migliore che la persona ha trovato per funzionare. E sarebbe inopportuno e disequilibrante estirpare quei comportamenti.
In questi casi, obiettivi plausibili e auspicabili possono essere che il rapporto cibo diventi: meno violento, meno segreto, meno carico di vergogna, meno esclusivo. E questo è già un enorme cambiamento.
RIDURRE IL DANNO, NON SOSTITUIRE IL BISOGNO, quindi.
Togliere la guerra interna, togliere il giudizio, eliminare l'idea che "non dovrei averne bisogno".
In questi casi il cibo resta ma senza vergogna aggiunta.