Dott.ssa Elettra Paolini - Psicologia Alimentare

Dott.ssa Elettra Paolini - Psicologia Alimentare Comprendere, affrontare e gestire l'obesità, grazie alla psicologia alimentare.

Aiuto le persone con obesità e sovrappeso a vivere serenamente il loro rapporto col peso e col cibo

Il senso delle abbuffateEpicuro scriveva:"Nessuno sceglie un male capendo che è un male, ma ne resta intrappolato se per...
12/09/2025

Il senso delle abbuffate

Epicuro scriveva:
"Nessuno sceglie un male capendo che è un male, ma ne resta intrappolato se per sbaglio lo considera un bene rispetto a un male maggiore."

Molti giudicano le abbuffate come una colpa, un vizio, una scelta “facile”, una forma di masochistica autoindulgenza.
Ma in realtà, esse non sono mai un male scelto a cuor leggero.
Le abbuffate sono una soluzione intelligente trovata dalla psiche davanti a un dolore più grande.
Un modo – spesso inconsapevole – per difendersi da emozioni ingestibili, da vuoti profondi, da ferite che non hanno ancora trovato parole.

Il cibo diventa il ponte tra la sofferenza e la possibilità di andare avanti, almeno per un po’.

Il lavoro terapeutico non è mai quello di togliere brutalmente questa “soluzione”, ma di comprenderne il significato.
Perché solo riconoscendo il male maggiore da cui l’abbuffata ci ha protetti, si può trovare una via nuova: più consapevole, più libera, più nostra.

Mangiare e non sentirsi mai saziTi è mai capitato di mangiare… e sentire che non basta mai?Che per quanto tu continui a ...
26/08/2025

Mangiare e non sentirsi mai sazi

Ti è mai capitato di mangiare… e sentire che non basta mai?
Che per quanto tu continui a mettere cibo nello stomaco, la sensazione di vuoto rimane lì, intatta, quasi più forte di prima?

Questo succede perché la fame emotiva non funziona come la fame fisiologica.
Quando il corpo ha bisogno di energia, manda segnali chiari e, una volta soddisfatti, arriva la sazietà.
Ma la fame emotiva nasce da un bisogno diverso: non cerca nutrienti, sta lì per un motivo che è solo tuo.

Ecco perché non arriva mai la vera sazietà: perché non è lo stomaco a chiedere, ma il cuore.
Si mangia senza assaporare, senza gusto, senza presenza… si cerca di riempire un vuoto che il cibo non può colmare.

Per questo motivo, concentrarsi solo su strategie alimentari – diete, conteggi calorici, regole rigide – non risolve il problema.
Anzi: spesso peggiora le cose, perché allontana ancora di più dalla consapevolezza e dal contatto con i propri bisogni autentici, a cui il cibo tenta di sopperire.

Il punto non è imparare a mangiare meno, ma imparare ad ascoltarsi di più.
Perché la fame emotiva non chiede un piatto in più, ma una domanda in più: “Di che cosa ho veramente bisogno in questo momento?"

🖐️5 giorni con...La fame nel cuore.📍Per chiPer chi vive le abbuffate come un vergognoso segreto da nascondere ma intuisc...
22/08/2025

🖐️5 giorni con...La fame nel cuore.
📍Per chi
Per chi vive le abbuffate come un vergognoso segreto da nascondere ma intuisce che dentro quel gesto c'è qualcosa che merita ascolto;
🎯Per cosa
Per riconoscere le emozioni e i bisogni che l'eccesso di cibo cerca di coprire, accogliendo la fame emotiva come un messaggio da decifrare;
🔧Come ti aiuterà
Attraverso storie vere, di donne come te. Perché il rispecchiamento è spesso la via più delicata ed efficace per arrivare alla propria verità.

19/08/2025

“Il corpo accusa il colpo”, scrive Bessel van der Kolk. Chi ha vissuto esperienze traumatiche lo sa bene: il corpo smette di essere un rifugio sicuro e diventa un luogo difficile da abitare. È come…

Insoddisfazione corporea e corpo obesoL’insoddisfazione corporea non è uguale per tutti. Quando riguarda chi appartiene ...
19/08/2025

Insoddisfazione corporea e corpo obeso

L’insoddisfazione corporea non è uguale per tutti. Quando riguarda chi appartiene a una categoria stigmatizzata – come le persone con un corpo obeso – assume forme ancora più dolorose e pervasive.

In questi casi, lo scontento verso il proprio corpo si traduce quasi sempre in un accanimento sul peso: il dimagrimento diventa la chiave magica, l’unica strada immaginabile per sentirsi finalmente sicuri, accettati, “a posto”.
Ogni possibilità di cambiamento passa attraverso questo tunnel percettivo strettissimo: tutto si riduce a “perdere chili”.

Il paradosso è che persino chi vive sulla propria pelle lo stigma, finisce per interiorizzarlo:
🔸 Si colpevolizza di non impegnarsi abbastanza.
🔸 Si considera esempio di cattiva salute.
🔸 Trasforma anche gli sforzi estetici in un progetto apparentemente “più nobile” – quello della salute – che, di fatto, riproduce le stesse identiche distorsioni cognitive.

Perché la radice dell’insoddisfazione corporea è profonda, spesso affonda in vissuti antichi.
Ma la sua sopravvivenza viene alimentata quotidianamente da sguardi, giudizi, narrazioni sociali che rinforzano lo stigma.
Un potenziamento pericoloso, che lascia al soggetto pochissima obiettività e lo intrappola in un ciclo infinito di tentativi, fallimenti e nuove colpevolizzazioni.

💡 Uscirne non significa “smettere di curarsi”, ma cambiare prospettiva: riconoscere che la dignità, il valore e la salute non possono passare da un numero sulla bilancia.

Accettazione: la forza della disponibilità interioreQuando si parla di accettazione dell’immagine corporea, molti pensan...
15/08/2025

Accettazione: la forza della disponibilità interiore

Quando si parla di accettazione dell’immagine corporea, molti pensano che significhi rassegnarsi.
Ma in realtà è qualcosa di molto diverso.

Marsha Linehan, ideatrice della DBT, parla di disponibilità interiore: la capacità di aprirsi all’esperienza, anche se dolorosa, senza combatterla a tutti i costi.
Essere disponibili non vuol dire approvare ciò che non ci piace, ma smettere di sprecare tutte le energie nel tentativo di negarlo o evitarlo.

Nel lavoro sull’immagine corporea, questo significa permettersi di stare con il corpo così com’è oggi, invece di rimandare la vita a “quando sarà diverso”.
È un atto di libertà:
– Libertà di non rinunciare alle relazioni
– Libertà di non sottrarsi a momenti di piacere
– Libertà di usare le proprie energie per vivere, non per nascondersi.

La disponibilità interiore non cancella il dolore, ma lo rende meno ingombrante.
E apre spazio a una vita che non aspetta la perfezione per essere vissuta.

Quando l’insoddisfazione corporea parla la lingua della societàL’insoddisfazione per il proprio corpo non nasce mai nel ...
12/08/2025

Quando l’insoddisfazione corporea parla la lingua della società

L’insoddisfazione per il proprio corpo non nasce mai nel vuoto.
Certo, può avere radici personali profonde: esperienze familiari, eventi di vita, tratti di personalità.
Ma non prende mai una forma qualunque: si modella, quasi come argilla, secondo il linguaggio della cultura in cui viviamo.

📌 Se vivi in una società che esalta la magrezza, il “difetto” che ti tormenterà sarà probabilmente qualche chilo di troppo.
📌 Se vivi in un contesto in cui il corpo “ideale” è tonico e scolpito, il tuo sguardo critico punterà sui muscoli “molli”.
📌 E così via, di generazione in generazione, di moda in moda.

Il “difetto” che credi di vedere è quasi sempre una distanza da una norma imposta dall’esterno.
E chi stabilisce quella norma?
La società, con le sue regole non scritte, i suoi standard mutevoli e i suoi modelli irraggiungibili.

La verità è che il corpo non è mai “sbagliato” in sé.
Diventa “sbagliato” solo quando lo guardiamo attraverso le lenti distorte della cultura dominante.

📖 L’inganno di Venere parla anche di questo: riconoscere il filtro culturale è il primo passo per liberarsi dal gioco al massacro dell’“essere all’altezza”.

02/08/2025

“Non ci guardiamo mai davvero con occhi neutrali: negli specchi della vita vediamo riflesso ciò che altri hanno visto in noi.” Ci sono sguardi che scaldano e sguardi che feriscono. Sguardi che ci a…

31/07/2025

“A volte non è fame di cibo. È fame di abbracci, di parole, di presenza.” Quando si parla di binge eating, spesso si pensa a una questione di autocontrollo o di “cattive abitudini alimentari”. Ma p…

Quando non ci piacciamo, il disagio con il corpo può diventare così doloroso da portarci a una sola risposta possibile: ...
31/07/2025

Quando non ci piacciamo, il disagio con il corpo può diventare così doloroso da portarci a una sola risposta possibile: evitare.
Evitare lo specchio.
Evitare la spiaggia.
Evitare di comprare vestiti nuovi, di farci fotografare, persino di vivere momenti importanti pur di non esporci.

A breve termine, l’evitamento sembra una soluzione.
Ci protegge dal dolore, dall’imbarazzo, dal confronto.
Ma a lungo termine... lo alimenta.

👉 Perché più evitiamo, più comunichiamo a noi stesse che quel corpo va nascosto.
👉 Più ci nascondiamo, più rafforziamo l’idea che non possiamo essere viste così come siamo.
👉 E più lasciamo che siano vergogna e paura a decidere per noi, più rinunciamo a vivere.

L’insoddisfazione corporea non si risolve “aspettando di piacersi” per iniziare a vivere.
Si trasforma solo attraverso l’esperienza contraria:

scegliere di esporsi gradualmente,

abitare il corpo un po’ alla volta,

concedersi la possibilità di esserci, anche imperfette, anche insicure.

Non devi amare ogni centimetro del tuo corpo per vivere pienamente.
Ma ogni volta che smetti di evitarlo, lo riprendi per mano.

Siamo così spesso presi da come poter modificare il nostro aspetto fisico che spesso ci dimentichiamo quanto il rapporto...
09/07/2025

Siamo così spesso presi da come poter modificare il nostro aspetto fisico che spesso ci dimentichiamo quanto il rapporto che abbiamo con esso sia molto più complesso di come semplicemente ci appare.
Racchiudere questa complessità in un unico concetto non è semplice e ogni definizione rischia di essere semplicistica.
Tuttavia esiste un costrutto particolarmente utile con riusciamo a cogliere almeno gli aspetti più salienti di questo aspetto di noi: sto parlando dell'immagine corporea.
L'immagine corporea è una costruzione psichica, fatta di percezioni, emozioni, ricordi e relazioni.
Non riguarda solo come ci vediamo, ma come ci sentiamo nel nostro corpo,
quanto ci sentiamo a casa in esso, quanto ci sentiamo degni di essere visti, amati, riconosciuti.
Nel mio libro L’inganno di Venere, ho scelto di partire da qui:
dal corpo come territorio complesso, a volte estraneo, a volte nemico,
ma sempre portatore di una storia.

Una storia che merita di essere ascoltata, non giudicata.

Indirizzo

Voghera
27058

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