Studio di psicologia clinica e psicoterapia psicoanalitica

Studio di psicologia clinica e psicoterapia psicoanalitica Uno spazio per riflettere

12/07/2025

È’in uscita il volume 2/2025, nuovo numero della rivista di psicoanalisi. Contiene articoli psicoanalitici, un focus sul dialogo fra ricercatori e clinici, una sezione dedicata al 54^ Congresso I.P.A. di Lisbona, recensioni di libri e cronache di recent convegni e congressi.
È possibile scaricare I singoli contenuti o l’intera rivista al sito del nostro editore riviste.raffaellocortina.it

12/07/2025
Adattarsi ai giochi relazionali
09/07/2025

Adattarsi ai giochi relazionali

Il fatidico giorno arrivò, ma invece di dirigersi verso il lettino, la paziente si accomodò velocemente sulla mia poltrona!

In quel momento ho dovuto prendere una decisione istantanea e lasciare andare tutte le interpretazioni possibili.

Semplicemente mi sono diretto verso il lettino libero e mi sono sdraiato...
Continuammo così per qualche settimana, durante le quali scoprii che essere un analista sul lettino non mi costava il mio ruolo da "capitano della nave"...
La situazione ... rimase inalterata finché lei non mi parlò di una segretaria nel posto di lavoro che aveva preso l'ufficio di qualcun altro e di come (proprio lei) avrebbe dovuto affrontarel'argomento con la segretaria così che tutti potessero tornare al loro legittimo posto.

Ovviamente colsi l'occasione per parlare di questa segretaria e questo fu il primo passo verso il nostro poter programmare un ulteriore spostamento...
Comprendere questo "fatto" ed essere in grado di giocare con "le postazioni reciproche" ci permise un lavoro fecondo.

La trasformazione in gioco consentì una metabolizzazione e trasformazione delle angosce persecutorie della paziente.

Antonino Ferro, Sogni, trasformazioni, decostruzioni. In Civitarese e Ferro, Vitalità e gioco in psicoanalisi, pp. 6-7.

Più passa il tempo più constatò la verità di questa affermazione
08/07/2025

Più passa il tempo più constatò la verità di questa affermazione

⭕ Attenzione agli analisti o psicoterapeuti che propongono "metodi" ancor prima della loro "personalità" (l'unica che cura e trasforma)

Scrive Aldo Carotenuto:
“La liberazione del paziente passa necessariamente attraverso la libertà del terapeuta: un analista che si limita a usare determinate tecniche in modo acritico e impersonale, che non se la sente di rischiare del proprio sia sul piano creativo che su quello dei sentimenti e delle emozioni, non può dare quello che non ha, non può aiutare nessuno a conquistare la libertà, perché lui stesso non è libero."

📙 Aldo Carotenuto - La Colomba di Kant, p.73 ➡️ https://amzn.to/3OSqIrH
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30/06/2025
26/06/2025

SIGMUND FREUD E L’INIBIZIONE

Nel corso delle sue ricerche, Sigmund Freud si è imbattuto in una gran varietà di fenomeni clinici, cercando di cogliere il loro significato inconscio. Tra le manifestazioni nevrotiche, occupa un posto di rilievo l’inibizione.

Che cos’è l’inibizione?
Freud la definisce così:
“l'inibizione esprime una restrizione di una funzione dell'Io”.

Il padre della psicoanalisi sottolinea che sintomo ed inibizione, benché non siano lo stesso fenomeno clinico, abbiano “radici comuni”. In particolare, se l’inibizione riflette una “restrizione” di una funzione, il sintomo invece rappresente-rebbe una più ampia gamma di “modificazioni” o “alterazioni” di una funzione dell’Io.

Nella sua opera “Inibizione, sintomo e angoscia” (1925), Freud esplora i diversi campi nei quali l’inibizione può emer-gere: la sessualità, il camminare, il mangiare e il lavoro…

Cosa spingerebbe l’Io nella direzione di una “restrizione” delle sue funzioni? La minaccia di un conflitto.
Sottolinea Freud:
“L'Io rinunzia a queste funzioni che gli sono assegnate per non dover intraprendere una nuova rimozione, per evitare un conflitto con l'Es.”

L’inibizione può quindi essere risultato del conflitto tra una spinta pulsionale inaccettabile e le esigenze dell’Io, sempre attento alle richieste del mondo esterno.

E nel caso del lavoro? Continua Freud:
“Altre inibizioni si palesano manifestamente al servizio dell'autopunizione, come avviene non di rado nel caso delle inibizioni dell'attività professionale. L'Io non deve fare determinate cose, perché esse gli porterebbero utilità e successo, ciò che il severo Super-io non permette. L'Io rinunzia quindi a queste attività per non finire in conflitto col Super-io.”

Ecco emergere lo sfondo edipico del conflitto: realizzare pienamente le proprie aspirazioni può significare il superamen-to dei confini segnati da quanti ci hanno preceduto. Tutto ciò può tradursi in un vissuto ambivalente, tra ambizione e timore di tradire…

Come superare l’inibizione?
Abbiamo un esempio del trattamento possibile dell’inibizione nella storia di uno dei maestri della storia dell’arte del secolo scorso, l’italiano Emilio Vedova.

Nato a Venezia, una delle grandi capitali della storia dell’arte, autodidatta ed esploratore di nuovi linguaggi pittorici, Vedova si è autorizzato, come artista, a lasciarsi alle spalle i canoni tradizionali e accademici, dando vita ad una forma d’arte inedita e singolare.

Nel 1946, a Milano, è tra i firmatari del manifesto “Oltre Guernica”. Nello stesso anno a Venezia è tra i fondatori della Nuova Secessione Italiana poi Fronte Nuovo delle Arti.

Negli anni, Vedova fa evolvere il suo stile, ponendo al centro della sua arte la spontaneità del segno, realizzando opere composte da linee spezzate e da fendenti.
Vedova negli anni si è sempre dedicato all’insegnamento della pratica artistica, tenendo lezioni in diverse università americane e corsi alla Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo e alla Accademia di Belle Arti di Venezia.

Come sottolineato dallo psicoanalista Massimo Recalcati, Vedova sosteneva i giovani artisti bloccati davanti al peso psicologico della tela bianca: cosa inibisce l’artista davanti alle infinite possibilità di una tela bianca?

Lo psicoanalista non si fa ingannare: la tela bianca è in realtà “piena”, gravata del peso di tutti i quadri della storia dell’arte, con i quali il pittore è chiamato a confrontarsi realizzando un’opera nuova.

Ecco allora l’Atto del Maestro: davanti all’inibizione dei suoi giovani allievi, Vedova, con gesto repentino ed istintivo, spezzava il bianco uniforme delle tele con un fendente di colore, rompendo la dimensione di blocco della tela vergine.

Davanti all’atto del Maestro l’allievo riusciva a scaricare la propria angoscia, rendendo finalmente possibile il lavoro.

Ogni atto creativo infatti non accade nel vuoto, ma si basa sul passato di chi lo realizza: che funzione svolge il passato? Ci stimola, ci ispira o ci vincola alla sottomissione nei confronti dell’Ideale da non superare?

Il giovane artista può realizzare qualcosa di nuovo o deve rimanere vincolato al passato?

L’articolo completo è disponibile sul sito.

Per approfondire:
-Massimo Recalcati – “Il mistero delle cose”;
-Emilio Vedova – “Pagine di diario”;
-Gabriella Belli – “Rivoluzione Vedova”.

07/06/2025

“Il paziente proietta sull’analista frammenti grezzi e non simbolizzati della propria esperienza. L’analista li trattiene, li lavora internamente, e li restituisce come pensieri. Questa è una delle forme più profonde di cura.”
— da "La mente come traduttrice",
Jorge Canestri

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Verissimo, ottima descrizione dell elaborazione analitica
07/06/2025

Verissimo, ottima descrizione dell elaborazione analitica

“Il paziente proietta sull’analista frammenti grezzi e non simbolizzati della propria esperienza. L’analista li trattiene, li lavora internamente, e li restituisce come pensieri. Questa è una delle forme più profonde di cura.”
— da "La mente come traduttrice",
Jorge Canestri

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01/06/2025
18/02/2025

📅 Save the Date: 12-13-14 settembre 2025 📅

Il Centro Milanese di Psicoanalisi è lieto di annunciare il congresso “Winnicott e Bion. La nascita della mente”, che si terrà a Milano il 12, 13 e 14 settembre 2025.

Tre giorni di incontri e approfondimenti dedicati al pensiero di Winnicott e di Bion e all’immaginario dialogo tra i due maestri, tra storia, teorie e ed evoluzioni psicoanalitiche. Parteciperanno psicoanalisti italiani e stranieri, tra cui:
🔹 Jan Abram, Presidente della Federazione Europea di Psicoanalisi, Londra
🔹 Luca Di Donna, San Francisco
🔹 Luisa Marino, Londra

Un’occasione preziosa per esplorare le nuove frontiere della psicoanalisi e il processo di formazione della mente.

📍 Segnate le date in agenda e restate sintonizzati per maggiori dettagli!

06/02/2025

Lo psichiatra e psicoanalista americano Donald Meltzer ha trattato nei dettagli il “disturbo di personalità post-analitico”, riferendosi a chi ha fatto un’analisi senza volerla fare e quindi intellettualizzata, dove tutto “si sa” ma non è avvenuta alcuna trasformazione interna

--Interrompere una psicoterapia: le cause del drop out.--

Il dr. Maschietto si è spostato sulla tematica riguardante il drop out durante una terapia in fase avanzata, analizzandone i fattori principali.

- Impasse: per quanto il paziente continui a ve**re in terapia, il processo diviene stagnante.

Sin dall’analisi della domanda capita di capire che questi non ambisca a un reale cambiamento, ma desideri semplicemente eliminare il sintomo.

Ciò risulta quindi una sorta di rattoppo e l’utilità del lavoro terapeutico si blocca.

- Reazione terapeutica negativa: accade quando il paziente, nonostante stia migliorando, non regge questi miglioramenti.

- Fuga nella guarigione: come dice lo psicoanalista Antonio Alberto Semi, “tra la ricerca di verità e la sicurezza, molti sceglieranno la sicurezza”.

Ciò significa che, seppur il nostro ideale preveda un percorso trasformativo completo, il paziente preferirà scappare dalla guarigione e conseguentemente dal lavoro terapeutico pur di rimanere ancorato alle “certezze” del passato.

- Diniego: quando la terapia si “scontra” con una struttura perversa narcisistica, la terapia si ferma perché non si può più progredire.

Far saltare il lavoro analitico pur richiedendolo è un tratto perverso. In questa situazione si ha dunque una percezione della realtà e allo stesso tempo la si rifiuta.

*A volte anche una analisi didattica è una perversione (faccio l’analisi non per farla, ma per prendere un titolo).

- Transfert psicotico: così come nei casi di transfert perverso, pure il transfert psicotico rende molto difficile il lavoro analitico.

Psicologi Milano: centro psicoterapia SPP.

Interrompere una psicoterapia: le cause del drop out.

Indirizzo

Voghera

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 08:00 - 19:00
Mercoledì 08:00 - 19:00
Giovedì 08:00 - 19:00
Venerdì 08:00 - 19:00
Sabato 08:00 - 13:00

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