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SportelloPsiche Sportello psicologico

21/09/2025

Domani, 22 settembre 2025, c’è uno sciopero nazionale. Come terapeuta non posso chiudere lo studio — e non posso neanche scendere in piazza — ma voglio partecipare comunque con un gesto concreto. Per un giorno farò digiuno dai privilegi e dalle abitudini che anestetizzano: niente social, niente condivisioni vuote, niente acquisti. Non è silenzio passivo ma presenza scelta: mancare dalle bacheche per esserci davvero, in ascolto di tutte le vittime delle guerre, dei bambini e delle madri senza voce, delle storie spezzate che chiedono giustizia.

Se non puoi scendere in piazza, unisciti a me: lasciamo vuote le nostre bacheche, non spendiamo un euro, facciamo del nostro silenzio un segnale chiaro.
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17/09/2025

Eirenefest Napoli 2025 – Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza Napoli, 19 – 20 – 26 settembre 2025 La Libreria IoCiSto - Presidio Permanente di

07/09/2025
Sportello Psiche – Studio della Dott.ssa Stefania De GiovanniOgni persona porta con sé una domanda unica.Per questo il p...
07/09/2025

Sportello Psiche – Studio della Dott.ssa Stefania De Giovanni

Ogni persona porta con sé una domanda unica.
Per questo il percorso psicologico non segue mai una formula prestabilita, ma si costruisce su misura, accogliendo bisogni, tempi e risorse di chi si rivolge allo studio.

L’approccio è multifunzionale:
– capace di leggere il sintomo dentro la storia personale,
– di considerare i legami e i contesti che ci influenzano,
– di trasformare la crisi in un’occasione di crescita.

A chi si rivolge
– chi attraversa un momento di fragilità o cambiamento,
– chi vive tensioni relazionali o familiari,
– chi sperimenta ansia, stress o disorientamento,
– adolescenti e adulti che cercano nuove possibilità per sé.

Studio in Via Rossini, 22 – Napoli (Vomero) o sedute online
🔗 Scopri di più: stefaniadegiovannipsi.wordpress.com

Un primo colloquio può diventare la soglia di un cambiamento.

Psicoterapia

LA TERAPIA NON SI IMPONE, SI SCEGLIELa vita ci dispone davanti a molte cose: partenze, famiglia, lavoro, prove che non a...
16/08/2025

LA TERAPIA NON SI IMPONE, SI SCEGLIE

La vita ci dispone davanti a molte cose: partenze, famiglia, lavoro, prove che non abbiamo scelto.
Ma la psicoterapia no: non può cominciare senza il soggetto.

Come scriveva Jaspers, “la psicologia comincia dove c’è un soggetto che si espone”.

Non lavoriamo con corpi, ma con soggetti.
E la clinica nasce solo da questo incontro.

Lo studio riapre dal 18 agosto, su appuntamento.

Mi associo al pensiero critico contro  l’abuso della psicoterapia.“Voi non venite qui a cantare una nota qualunque. Voi ...
25/07/2025

Mi associo al pensiero critico contro l’abuso della psicoterapia.

“Voi non venite qui a cantare una nota qualunque. Voi venite qui a cantare la vostra nota.”
— Alessandro Baricco

Questa è la psicoterapia per me. Non un sistema di risposte, ma un luogo in cui si impara a cantare la propria nota. Anche se è stonata, spezzata, timida. Anche se non la si è mai sentita davvero.

È uno spazio che chiede silenzio, tempo, ascolto. Non solo per il paziente, ma anche per chi cura. Perché chi cura non guida, non insegna, non plasma. Sta. Accanto. C

In questa stanza non si vendono soluzioni, non si distribuiscono pacchetti emotivi, non si interpreta la vita altrui come un copione da correggere. Qui si ascolta. Si attende. Si interroga.

La terapia non consola, non adatta. Non serve a diventare “più forti”, “più felici”, “più performanti”. È un lavoro sottile, a volte ruvido, fatto di domande che scombinano e verità che aprono.

Non promette benessere, promette presenza. E possibilità. La possibilità di dire “io” in modo nuovo. Di abitarsi. Di avere voce là dove prima c’era solo rumore.

Curare non è spiegare tutto. È sostenere il mistero. Restare nel dubbio. Saper tacere.

Il terapeuta, se può qualcosa, può questo: custodire lo spazio tra parola e parola. Riconoscere il confine tra vicinanza e confusione.

Per questo non basta una tecnica. Serve un’etica. Una postura interna. Un lavoro incessante sul proprio essere strumento. E su come usarlo con rispetto.

Non è un mestiere da esibire. È un mestiere da vivere, in punta di piedi.

E chi entra nella stanza – con la sua voce smarrita o tagliata, con la sua ferita che pulsa o che dorme – ha diritto a uno spazio dove possa iniziare, piano, a sentire la propria nota.

E forse, per la prima volta, cantarla.

stefaniadegiovannipsi.wordpress.com

Comunicazione di servizio – Pausa estiva e modalità di consulenzaLo Studio Sportellopsiche della Dott.ssa Stefania De Gi...
02/07/2025

Comunicazione di servizio – Pausa estiva e modalità di consulenza

Lo Studio Sportellopsiche della Dott.ssa Stefania De Giovanni – Psicologa Psicoterapeuta resterà chiuso per pausa estiva dal 20 luglio al 16 agosto 2025.

Dal 16 agosto e fino al mese di settembre, in considerazione delle elevate temperature, le consulenze si svolgeranno preferibilmente in modalità online.
Sarà comunque possibile, su richiesta e in giornate prestabilite, fissare appuntamenti in presenza presso lo studio.

Auguro a tutti e tutte un’estate di ascolto e rigenerazione, da vivere con intenzionalità.
Tempo per sé, per una lettura che nutre, per una musica che accompagna, per un silenzio che rivela.

“Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.” – Kahlil Gibran

Dott.ssa Stefania De Giovanni
Studio Sportellopsiche

07/06/2025
19/05/2025

Incipit perfetto e spiazzante per questo romanzo breve. Un inizio che fa presagire l’originalità della scrittura. Dialoghi efficaci e come sospesi, veloci e netti e sintetici ma pregni di un tutto. Danno una idea “meravigliata” dei personaggi che fluttuano in un dove che esiste ma anche no, p...

18/05/2025

Miguel Benasayag ha rilasciato un'intervista per Il Corriere della Sera, pubblicata nell'inserto Economia del 12 maggio 2025. Con la sua consueta lucidità, ha riaffermato una posizione che può apparire provocatoria nel tempo dell’intelligenza artificiale trionfante: ChatGPT non pensa, ma neppure il cervello, da solo, produce pensiero.

Benasayag, filosofo e psicoanalista argentino naturalizzato francese, ha attraversato la militanza politica, passando anni di prigionia sotto la dittatura militare argentina, prima di rifugiarsi in Francia, dove tuttora vive e lavora. Autore prolifico, ha fondato il collettivo Malgré Tout e pubblicato saggi fondamentali come L’epoca delle passioni tristi, L’epoca dell’intranquillità e ChatGPT non pensa (e il cervello neppure), da cui prende spunto l’intervista.

Il punto centrale è chiaro: pensare non è calcolare. Pensare è un atto incarnato, emergente, relazionale. È ciò che accade nell’attrito fra noi e il mondo, non nella concatenazione fredda di simboli. È ciò che accade quando qualcosa ci resiste, ci interpella, ci coinvolge. Da questo punto di vista, non solo la macchina non pensa, ma neppure il cervello isolato produce pensiero. Serve un soggetto vivente, situato, che abiti un mondo e che ne venga trasformato.

Benasayag ricorre a immagini efficaci: ogni popolo suona strumenti diversi secondo il paesaggio che abita. Non è una scelta culturale astratta, ma una risposta incarnata all’ambiente. Pensare nasce da lì, da quella vibrazione tra corpo e mondo. In questo senso, non tutto ciò che facciamo è pensiero: quando giochiamo a ping pong, il cervello calcola traiettorie, ma non sta pensando. Pensare è un'altra cosa: è tensione, ambivalenza, apertura.

Il rischio – ammonisce Benasayag – è quello del produzionismo: confondere la potenza di calcolo con il pensiero, la prestazione con la coscienza, il funzionamento con l’esistenza. Così facendo, finiamo per ridurre l’umano a macchina, rinunciando alla sua alterità irriducibile; e questa delega eccessiva, questa esternalizzazione sistematica delle nostre funzioni cognitive, ci rende fragili. Diveniamo giorno dopo giorno sempre più pronti, ma sempre meno presenti.

Nel solco di Platone, cita il Fedro, dove Socrate si rifiuta di scrivere sostenendo che la scrittura sia una delega che indebolisce la memoria. Oggi sappiamo che quella previsione era in parte sbagliata. La scrittura, dice Benasayag, l’abbiamo addomesticata, e in essa vive anche la poesia, che parla attraverso ciò che non dice. Ma proprio per questo, una poesia scritta da un’IA, anche se formalmente perfetta, manca di intenzionalità, e quindi di significato.

Qui in questo spazio di riflessione, nel nostro paradigma filosofico e psicologico, questa riflessione di Benasayag si armonizza perfettamente: non siamo il funzionamento, ma ciò che simbolizziamo, ciò che soffriamo, ciò che mettiamo a rischio. L’intelligenza artificiale non ha un’etica, perché non esiste nel tempo del rischio e dell’incertezza: può solo ottimizzare. Diversamente l'etica umana è una scommessa, un tentativo di senso mentre camminiamo sul filo dell’esperienza, sopra l'abisso del nichilismo.

Ecco allora l’avvertimento più profondo: non è la macchina che minaccia l’uomo, è l’uomo che, smettendo di indagare la vita, cammina verso la morte. La posta in gioco non è tecnologica, ma ontologica. La sfida non è opporsi all’IA, ma integrarla senza confondere la sua potenza con la nostra vulnerabile dolcezza e grandezza.

In un mondo che ci chiede sempre più di funzionare, Benasayag ci invita a ricordare che siamo nati per esistere. Io direi “per vivere e celebrare la vita”.

Un abbraccio a tutti,
Pierluigi Dadrim Peruffo

A Capri per capire la Violenza di Famiglia
04/04/2025

A Capri per capire la Violenza di Famiglia

Indirizzo

Vomero

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

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