
06/07/2025
Come vive chi è imprigionato nei propri schemi?
Avere delle routine può farci sentire al sicuro. Ci dà l’illusione di controllo, di ordine. Ma quando gli schemi diventano troppo rigidi, non proteggono più: imprigionano. Possono togliere ossigeno alla vita, rendendola un susseguirsi di doveri più che un fluire di possibilità.
È proprio questo che ci invita a osservare Edgar, il protagonista dell’ albo illustrato “Un tempo per ogni cosa”, di Davide Calì e Isabella Labate.
“Tutta la vita di Edgar era stata, da sempre, regolata dagli orologi. Un orologio gli aveva detto quando alzarsi e quando mangiare, quando chiamare sua madre e quando uscire per una passeggiata, ogni giorno della sua vita.”
Gli orologi lo rassicuravano. Gli toglievano il peso dell’imprevisto, della decisione, della novità. Ma, al tempo stesso, gli toglievano anche la libertà.
“Edgar viveva una vita regolata dal tic tac dei suoi orologi, ma in realtà nessuno gli aveva imposto di vivere così.”
Poi, un giorno, qualcosa si incrina: uno degli orologi si rompe. È un piccolo evento, ma diventa una grande occasione. Per ripararlo, Edgar dovrà partire, affrontare un viaggio inaspettato verso l’America e, con esso, nuovi ritmi, nuove esperienze. Una nuova vita.
Al ritorno, Edgar non è più lo stesso. I suoi vecchi schemi non lo contengono più. Ha assaporato la libertà, e qualcosa dentro di lui è cambiato.
“Forse, dopotutto, non gli servivano degli orologi che gli ricordassero di fare le cose che gli piacevano. Gli sarebbe bastato farle quando voleva.”
Uso spesso questo libro con le persone che, come Edgar, vivono incastrate dentro regole rigide, rituali quotidiani, che se da un lato tranquillizzano, dall’altro limitano profondamente la spontaneità e la gioia.
Insieme, leggiamo ogni pagina, e ogni volta ci soffermiamo su quella frase finale, scritta nella quarta di copertina, che mi emoziona sempre e che auguro con tutto il cuore a chi sente di vivere in una gabbia fatta di abitudini:
“SEI ANCORA IN TEMPO.”