27/05/2024
Riflessione sulla noia.
Tolstoj diceva che «annoiarsi significa desiderare».
“La noia non è un problema da risolvere. È l’ultimo privilegio di una mente libera”.
Il fatto che un bambino non si sappia annoiare di solito è sintomo che è iperstimolato.
Non dimentichiamoci che la noia è il preambolo dello stupore. Se i bambini li lasciamo annoiare, inizieranno a cercarsi la vita, ad essere creativi e a mettere in moto le loro funzioni esecutive (pianificazione, attenzione, memoria di lavoro, ecc.) attraverso il gioco libero.
La noia non è un grido d’allarme che ci deve trasformare in animatori di giochi o organizzatori di compleanni straordinari.
Non è necessario occupare tutte le sue ore.
Rilassiamoci.
La vita ordinaria è già abbastanza interessante: bisogna aiutarli a riscoprire lo straordinario dell’ordinario.
🖋️Catherine L’Ecuyer
Questo vale anche per gli adulti.
Viviamo in un mondo sempre più caotico e pieno di distrazioni, dove raramente ci permettiamo di annoiarci. La nostra dipendenza dai cellulari, con tutte le loro funzionalità, sta paradossalmente erodendo la nostra capacità di sperimentare la noia. Gli studi dimostrano che riempire costantemente la nostra mente con un flusso continuo di informazioni superficiali, tweet, post e pettegolezzi lascia poco spazio alla creatività e alle idee originali. Gli smartphone, che scorriamo incessantemente, ci offrono l’intero mondo a portata di mano. Questo stimola la produzione di dopamina, la sostanza chimica del “benessere”, che crea dipendenza e ci fa desiderare sempre più stimoli. Più stimoli riceviamo, più ne abbiamo bisogno.
Essere costantemente occupati è spesso visto come un tratto positivo, associato a essere interessanti, produttivi ed efficienti. Tuttavia, in questa epoca, le nostre menti sono sovraccariche di informazioni e distrazioni. L’eccesso di stimoli porta a una mancanza di attenzione, diventando un modo efficace per sfuggire alla realtà o a noi stessi.