Dottoressa Lucci Gloria

  • Home
  • Dottoressa Lucci Gloria

Dottoressa Lucci Gloria Psicologa Clinica. Psicodiagnosta clinica e forense. Psicologa in ambito giuridico.

24/08/2025

"ORGANO BERSAGLIO IN PSICOLOGIA"Il concetto di “organo bersaglio” nasce dalla psicosomatica e indica come specifici orga...
20/08/2025

"ORGANO BERSAGLIO IN PSICOLOGIA"

Il concetto di “organo bersaglio” nasce dalla psicosomatica e indica come specifici organi o sistemi corporei possano essere particolarmente vulnerabili all’influenza di fattori psicologici. Stress, emozioni intense o conflitti irrisolti non restano confinati alla sfera mentale: possono manifestarsi attraverso sintomi fisici, a volte cronici, colpendo organi specifici. Riconoscere questo legame è fondamentale per una psicologia integrata, in cui prevenzione e trattamento non si limitano alla mente ma considerano l’intero organismo.

Origini del concetto

Il termine ha radici nella medicina psicosomatica del XX secolo, in cui autori come Franz Alexander studiavano la correlazione tra tratti psicologici e malattie organiche. Alexander osservava che certi schemi emotivi – ad esempio la repressione dell’ira o l’ansia costante – tendevano a manifestarsi in organi specifici, come il cuore, l’apparato digerente o la pelle. Questi organi diventano, appunto, “bersaglio” delle tensioni emotive.

Meccanismi psicologici e fisiologici

Il collegamento mente-corpo passa attraverso diversi sistemi biologici:

Sistema neuroendocrino: lo stress cronico attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), aumentando la produzione di cortisolo, che può influenzare cuore, intestino e sistema immunitario.

Sistema autonomo: ansia e paura possono causare tachicardia, ipertensione o disturbi gastrointestinali.

Influenza immunitaria: emozioni prolungate e stress possono alterare la risposta immunitaria, aumentando la suscettibilità a infezioni o infiammazioni croniche.

Gli organi più frequentemente coinvolti includono:

- Cuore e sistema cardiovascolare: collegati a stress e ansia cronica.

- Apparato digerente: associato a conflitti emotivi, ansia e depressione.

- Pelle e mucose: riflettono tensioni emotive e traumi psicologici.

- Sistema muscoloscheletrico: dolore cronico e rigidità possono derivare da stress prolungato.

Applicazioni cliniche

Per lo psicologo, identificare l’organo bersaglio è utile per:

- Valutazione integrata: comprendere il legame tra sintomi fisici e fattori psicologici.

- Intervento terapeutico: tecniche come mindfulness, terapia cognitivo-comportamentale e biofeedback aiutano a ridurre l’impatto dello stress sull’organismo.

- Prevenzione: strategie di gestione dello stress possono proteggere gli organi più vulnerabili, riducendo il rischio di manifestazioni somatiche croniche.

Prospettive future

La ricerca contemporanea invita a uno studio più approfondito dei meccanismi mente-corpo, con approcci longitudinali e multidisciplinari. L’integrazione tra psicologia, medicina e neuroscienze apre la strada a interventi preventivi più mirati, capaci di tutelare la salute organica senza trascurare il benessere psicologico.

Conclusione

L’organo bersaglio rappresenta un punto di contatto tra mente e corpo: un concetto che invita psicologi e medici a guardare oltre i sintomi, comprendendo le radici emotive dei disturbi fisici. Una pratica clinica attenta a questi legami può migliorare la qualità della vita, ridurre la cronicità delle malattie e promuovere un benessere integrato.

Dottoressa Lucci Gloria

"Sfide estive e cervello adolescente: perché i ragazzi rischiano (anche con le scottature)"Negli ultimi anni si sono dif...
16/08/2025

"Sfide estive e cervello adolescente: perché i ragazzi rischiano (anche con le scottature)"

Negli ultimi anni si sono diffuse tra i giovani alcune sfide estive, tra cui quelle che riguardano le scottature solari: gare informali o video condivisi sui social in cui si mostra chi riesce a resistere più a lungo al sole, o chi riporta il segno dell’abbronzatura più evidente. Per un adulto queste pratiche possono sembrare assurde, ma per comprendere perché gli adolescenti vi partecipino è utile osservare come funziona il loro cervello.

"Il cervello in sviluppo"

Durante l’adolescenza, il cervello è ancora in piena fase di maturazione. In particolare:

- Il sistema limbico, legato alle emozioni e alla ricerca di gratificazione, è molto attivo;

- La corteccia prefrontale, che regola il pensiero critico e la capacità di valutare i rischi, si sviluppa più tardi (fino ai 25 anni circa).

Questo squilibrio porta i ragazzi a dare priorità all’immediato piacere e al riconoscimento sociale, piuttosto che alla valutazione dei pericoli a lungo termine (come i danni cutanei o il rischio di melanoma).

*Il ruolo del gruppo e dei social*

Nell’adolescenza il gruppo dei pari ha un potere enorme: sentirsi accettati e parte di una comunità è spesso più importante della sicurezza personale. Le sfide estive diventano quindi un modo per:

- dimostrare coraggio (“resisto al dolore o al fastidio”);

- guadagnare visibilità attraverso i social;

- rafforzare l’identità in un’età in cui il senso di sé è ancora fragile.

*Dolore e cervello*

Un aspetto curioso riguarda la percezione del dolore: gli adolescenti possono sottovalutarlo o viverlo quasi come una prova di resistenza. Inoltre, quando un’esperienza dolorosa è legata a una ricompensa sociale (like, approvazione, appartenenza al gruppo), il cervello rilascia dopamina, che rafforza l’associazione positiva con la sfida, rendendo più probabile ripeterla.

"Cosa possiamo fare come adulti"

Invece di ridicolizzare queste pratiche o liquidarle come “stupidaggini”, è più utile:

- educare alla consapevolezza dei rischi con un linguaggio concreto e vicino alla loro realtà;

- offrire alternative di sfida sane (sport, attività di gruppo, esperienze avventurose ma sicure);

- favorire il dialogo, affinché i ragazzi sentano che le loro motivazioni vengono ascoltate, non solo giudicate.

👉 Le sfide estive come quella delle scottature ci ricordano che l’adolescenza è un periodo in cui il bisogno di appartenenza e di sperimentazione può prevalere sulla razionalità. Conoscere i meccanismi cerebrali che lo spiegano aiuta genitori, insegnanti e professionisti della salute a promuovere percorsi di crescita più consapevoli.

Dottoressa Lucci Gloria

Ferragosto non è solo un giorno d’estate, ma un invito a fermarsi, respirare e ricordare che la vera vacanza è dentro di...
15/08/2025

Ferragosto non è solo un giorno d’estate, ma un invito a fermarsi, respirare e ricordare che la vera vacanza è dentro di noi........

Auguro un sereno ferragosto a tutti Voi 🥂

Dottoressa Lucci Gloria

“Non è pigrizia: il blocco invisibile del cambiamento”Molte persone etichettano sé stesse come “pigre” o vengono percepi...
14/08/2025

“Non è pigrizia: il blocco invisibile del cambiamento”

Molte persone etichettano sé stesse come “pigre” o vengono percepite così da chi le circonda. In realtà, in psicologia la pigrizia raramente è ciò che sembra. Quello che appare come mancanza di volontà è spesso il sintomo visibile di dinamiche interiori complesse.

L’inattività può essere il risultato di un calo energetico tipico di stati depressivi, di un evitamento alimentato dall’ansia, di un vuoto motivazionale dovuto all’assenza di obiettivi significativi, oppure di un meccanismo di auto-protezione dalla paura di fallire. In questi casi, non si tratta di una semplice indisposizione ad agire, ma di una strategia — spesso inconscia — per mantenere un equilibrio emotivo percepito come più sicuro.

Attribuire l’immobilità alla pigrizia rischia di rinforzare un giudizio morale che blocca ulteriormente la persona. Il lavoro psicologico consiste nel ridefinire questa etichetta, esplorare i fattori sottostanti e restituire un significato più funzionale all’esperienza.

L’intervento terapeutico può trarre beneficio dall’uso di micro-obiettivi concreti, dalla psicoeducazione sui meccanismi della motivazione e dall’esplorazione dei valori personali. Tecniche come la mindfulness, l’Acceptance and Commitment Therapy e la behavioral activation possono aiutare a interrompere il circolo vizioso tra inattività e abbassamento dell’umore, restituendo al paziente la possibilità di agire in modo intenzionale.

Alla fine, il punto centrale non è “come smettere di essere pigri”, ma come trasformare un blocco paralizzante in un movimento carico di senso. Perché, in psicologia, la pigrizia spesso non è altro che un segnale che la mente ci invia per dirci che qualcosa, dentro, merita di essere guardato.

Dottoressa Lucci Gloria

"Sonno e Salute Mentale: un legame inscindibile"Il sonno non è semplicemente una pausa tra una giornata e l’altra: è un ...
13/08/2025

"Sonno e Salute Mentale: un legame inscindibile"

Il sonno non è semplicemente una pausa tra una giornata e l’altra: è un processo biologico complesso e vitale, durante il quale il cervello e il corpo compiono operazioni di manutenzione fondamentali per l’equilibrio emotivo e cognitivo. Negli ultimi anni, la ricerca ha chiarito quanto il sonno sia strettamente legato alla salute mentale, influenzando la regolazione delle emozioni, la resilienza allo stress e persino il rischio di sviluppare disturbi psicologici.

*Perché il sonno è cruciale per il benessere psicologico*

Durante il sonno, soprattutto nelle fasi NREM profondo e REM:

- Si consolidano le memorie e si rielaborano le esperienze emotive della giornata;

- Si riequilibrano i neurotrasmettitori, come serotonina e dopamina, fondamentali per l’umore;

- Si riduce l’attivazione dell’amigdala, la struttura cerebrale legata alle reazioni di paura e ansia, favorendo una risposta emotiva più stabile.

Un sonno insufficiente o frammentato altera questi processi, portando a irritabilità, calo della concentrazione e maggiore vulnerabilità agli stati ansiosi e depressivi.

"L’insonnia è uno dei sintomi più frequenti nei disturbi d’ansia e depressivi, ma può anche precedere la loro insorgenza."

"Le conseguenze della privazione di sonno sulla mente"

Anche brevi periodi di sonno ridotto possono:

- Aumentare la reattività emotiva e lo stress percepito;

- Ridurre la capacità di problem solving e il pensiero creativo;

- Peggiorare la regolazione dell’appetito, con impatto indiretto sull’umore attraverso alterazioni metaboliche.

*Strategie per migliorare il sonno e proteggere la salute mentale*

1. Igiene del sonno: orari regolari, ambiente silenzioso, riduzione della luce blu la sera;

2. Routine rilassanti: lettura, meditazione o respirazione diaframmatica prima di dormire;

3. Attività fisica moderata: preferibilmente nelle ore diurne, per favorire la qualità del sonno;

4. Gestione dello stress: tecniche di mindfulness o psicoterapia per ridurre ruminazioni notturne.

"Conclusione"

Dormire bene non è un lusso, ma un pilastro della salute mentale. Un sonno di qualità è uno degli strumenti più potenti per mantenere equilibrio emotivo, lucidità mentale e resilienza psicologica. Nella pratica clinica, considerare il sonno come parte integrante del percorso terapeutico significa agire su una delle basi stesse del benessere.

Dottoressa Lucci Gloria

"Quando l'estate pesa: comprendere la Depressione Estiva"L’estate è spesso associata a vacanze, spensieratezza e giornat...
05/08/2025

"Quando l'estate pesa: comprendere la Depressione Estiva"

L’estate è spesso associata a vacanze, spensieratezza e giornate luminose. Tuttavia, non tutti vivono questo periodo con gioia. Per alcune persone, l’arrivo della bella stagione può coincidere con un aumento del malessere emotivo. Parliamo di depressione estiva, una forma meno conosciuta ma reale di disagio psicologico stagionale.

"Cos'è la depressione estiva?"

La depressione estiva è una variante del Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), una forma di depressione che si manifesta in certi periodi dell’anno. Mentre la forma più comune si verifica in autunno/inverno, alcune persone sperimentano sintomi depressivi con l’arrivo dell’estate.

"Sintomi comuni"

- Irritabilità e agitazione;

- Ansia;

- Difficoltà a dormire (insonnia);

- Perdita di appetito;

- Sensazione di isolamento o estraneità;

- Calo dell'umore e della motivazione.

"Possibili cause....."

Le cause non sono ancora completamente chiare, ma tra i fattori più discussi troviamo:

- Alterazioni del ritmo circadiano dovute all’aumento delle ore di luce;

- Caldo eccessivo che può disturbare il sonno e aumentare il senso di spossatezza;

- Aspettative sociali legate all’estate (vacanze, corpo “perfetto”, socialità) che possono generare ansia e senso di inadeguatezza;

- Cambiamenti di routine, come la chiusura di scuole o attività lavorative, che rompono i consueti equilibri.

"Chi è più a rischio?"

- Persone con una storia di disturbi dell’umore

- Soggetti con difficoltà nella regolazione del sonno

- Adolescenti e giovani adulti

- Chi vive in ambienti molto caldi o caotici

"Strategie di prevenzione e supporto"

- Ascoltare il proprio corpo e riconoscere i segnali di disagio;

- Mantenere una routine regolare, anche durante le vacanze;

- Limitare l’esposizione al caldo intenso;

- Parlare con un professionista, specialmente se i sintomi persistono;

- Evitare il confronto sociale e le pressioni legate all’estate "perfetta".

"Conclusione"

La depressione estiva esiste e merita attenzione, anche se meno conosciuta rispetto ad altri disturbi stagionali. Sensibilizzare su questo tema è fondamentale per abbattere il senso di colpa e solitudine che spesso accompagna chi ne soffre.

"Chiedere aiuto non è mai fuori stagione!"

Dottoressa Lucci Gloria

"Pensieri negativi: natura, funzione e regolazione in ambito clinico"I pensieri negativi sono contenuti mentali di tipo ...
01/08/2025

"Pensieri negativi: natura, funzione e regolazione in ambito clinico"

I pensieri negativi sono contenuti mentali di tipo automatico, ricorrente e spesso distorsivo, che possono influenzare profondamente il benessere psicologico dell’individuo. In psicoterapia, essi rappresentano spesso il punto di partenza per comprendere il disagio soggettivo e intervenire sui pattern cognitivi disfunzionali. Sebbene possano avere una funzione adattiva in alcune situazioni (es. anticipazione del pericolo), la loro persistenza e rigidità può contribuire allo sviluppo e mantenimento di diversi disturbi psicologici.

I pensieri negativi possono essere classificati secondo diversi criteri:

- Automatici: emergono spontaneamente in risposta a stimoli interni o esterni.

- Distorsivi: rispecchiano errori di pensiero, come il catastrofismo, la generalizzazione e il pensiero dicotomico.

- Ricorrenti e intrusivi: spesso presenti nei disturbi d’ansia e nel disturbo ossessivo-compulsivo.

- Rumeggianti: tipici della depressione, caratterizzati da ruminazione passiva su eventi negativi.

"Funzione psicologica dei pensieri negativi"

Non tutti i pensieri negativi sono maladattivi. In termini evolutivi, l’anticipazione del pericolo ha una funzione protettiva. Tuttavia, quando tali pensieri diventano cronici, eccessivi o scollegati dal contesto, possono compromettere il funzionamento adattivo e contribuire alla sofferenza psicologica. Il modello di Beck (1976) sottolinea il ruolo degli schemi cognitivi disfunzionali che alimentano i pensieri negativi automatici.

"Psicopatologia"

Numerosi studi confermano il legame tra pensieri negativi e sintomi clinici:

- Disturbo depressivo maggiore: prevalenza di autosvalutazioni, ruminazione e visione negativa del futuro.

- Disturbo d’ansia generalizzato: pensieri catastrofici e anticipatori.

- Disturbo ossessivo-compulsivo: pensieri intrusivi con contenuto egodistonico.

- Disturbi di personalità: pensieri negativi cronici e rigidi associati a schemi interpersonali disfunzionali.

Le terapie cognitive e comportamentali hanno sviluppato diverse strategie efficaci per la gestione dei pensieri negativi.

Un’adeguata valutazione dei pensieri negativi è fondamentale per una formulazione del caso accurata. La psicoeducazione su questi contenuti cognitivi permette al paziente di comprendere la loro origine, funzione e modificabilità. Intervenire sui pensieri negativi significa agire in profondità sul nucleo del funzionamento psicologico, favorendo un cambiamento duraturo.

I pensieri negativi rappresentano una componente essenziale nel funzionamento cognitivo-emotivo dell’essere umano.

Dottoressa Lucci Gloria

Ricevo solo su appuntamento.Dottoressa Lucci Gloria
24/07/2025

Ricevo solo su appuntamento.

Dottoressa Lucci Gloria

23/07/2025

"PSICOLOGIA DI BASE: comprendere la mente per migliorare la vita quotidiana" 🧠

La "psicologia" è una disciplina affascinante e complessa, spesso associata alla cura del disagio mentale. Tuttavia, prima ancora di essere applicata in ambito clinico, educativo o lavorativo, la psicologia è una scienza di base: studia il comportamento umano e i processi mentali attraverso un approccio scientifico.

Conoscere i fondamenti della psicologia di base ci aiuta a comprendere meglio noi stessi e gli altri, migliorando la qualità delle nostre relazioni, il modo in cui apprendiamo, comunichiamo e prendiamo decisioni.

"LE AREE FONDAMENTALI DELLA PSICOLOGIA DI BASE"

1. PERCEZIONE E ATTENZIONE

Ogni giorno siamo esposti a migliaia di stimoli sensoriali. Il nostro cervello seleziona e interpreta queste informazioni attraverso processi percettivi. La percezione non è una semplice “fotografia” della realtà, ma una costruzione attiva che può essere influenzata da emozioni, esperienze e aspettative. L’attenzione, invece, ci permette di concentrarci su alcuni stimoli e ignorarne altri: un meccanismo fondamentale per l'efficienza cognitiva.

2. APPRENDIMENTO

L’apprendimento è alla base di ogni forma di adattamento. La psicologia di base studia come impariamo nuove informazioni o comportamenti, a partire dagli esperimenti di Pavlov (condizionamento classico) fino a quelli di Skinner (condizionamento operante). Un altro contributo importante è l’apprendimento osservazionale di Bandura: apprendiamo anche osservando gli altri, non solo attraverso l’esperienza diretta.

3. MEMORIA

La memoria è il nostro archivio interno. Esistono diversi tipi di memoria (a breve termine, a lungo termine, episodica, semantica), ognuna con meccanismi specifici. Comprendere come si formano, si conservano e si recuperano i ricordi è fondamentale per comprendere processi come l’apprendimento, ma anche per affrontare difficoltà legate all’oblio o ai falsi ricordi.

4. MOTIVAZIONE ED EMOZIONE

La motivazione spiega il “perché” dei nostri comportamenti. Dai bisogni fisiologici (come fame e sonno) a quelli più complessi (come l'autorealizzazione), la motivazione orienta le nostre scelte quotidiane. Le emozioni, invece, influenzano il nostro modo di percepire e reagire al mondo: sono rapide, intense, e svolgono un ruolo chiave nella comunicazione e nella regolazione sociale.

5. COGNIZIONE E LINGUAGGIO

Il pensiero, il ragionamento, la capacità di risolvere problemi: tutti questi aspetti fanno parte dei processi cognitivi. Il linguaggio, a sua volta, è uno strumento potentissimo che ci permette di esprimere concetti, emozioni e idee, oltre a essere uno dei principali mezzi di connessione con gli altri.

"PERCHÉ CONOSCERE LA PSICOLOGIA DI BASE È UTILE NELLA VITA QUOTIDIANA"

Conoscere questi concetti non è solo interessante: è anche estremamente pratico. Sapere come funziona l’attenzione può aiutarci a migliorare la nostra concentrazione; comprendere i meccanismi della motivazione può renderci più efficaci nel raggiungimento degli obiettivi; riconoscere le dinamiche emotive può rafforzare le nostre relazioni personali e professionali.

La psicologia non serve solo a “curare” quando qualcosa non va. Serve anche — e soprattutto — a prevenire, educare e promuovere il benessere.

IN CONCLUSIONE

La psicologia di base ci fornisce gli strumenti per osservare la mente con occhi nuovi. Comprendere come pensiamo, sentiamo, impariamo e ci comportiamo è il primo passo per vivere in modo più consapevole e autentico. Investire nella conoscenza psicologica significa investire nella crescita personale, nella salute mentale e in una società più empatica e responsabile.

"CURIOSITÀ FINALE: sapevi che..?"

Il nostro cervello può ignorare informazioni visive importanti se è troppo concentrato su altro? Questo fenomeno si chiama cecità da disattenzione, ed è stato dimostrato in esperimenti famosi come quello del “gorilla invisibile”!

Dottoressa Lucci Gloria

21/07/2025
"L’intelligenza ha più picchi, non un solo vertice!!"Spesso si pensa che l'intelligenza raggiunga un singolo “momento pe...
12/07/2025

"L’intelligenza ha più picchi, non un solo vertice!!"

Spesso si pensa che l'intelligenza raggiunga un singolo “momento perfetto” per poi declinare. In realtà, il concetto si è evoluto: l’intelligenza ha molteplici picchi, ciascuno relativo a diverse capacità cognitive in fasi distinte della vita.

"Intelligenza fluida vs cristallizzata: definizioni e differenze"

Intelligenza fluida: coinvolge ragionamento, problem-solving e capacità di affrontare situazioni nuove. Raggiunge il massimo tra i 18 e i 20 anni, per poi iniziare un progressivo calo già dalla fine dell’adolescenza .

Intelligenza cristallizzata: comprende conoscenze accumulate (vocabolario, competenze, cultura). Questa forma di intelligenza migliora dall’età adulta fino a circa i 70 anni e oltre .

"I picchi specifici: un’orchestra di competenze"

Età Capacità cognitive al picco

- 18‑20 anni Rapidità di elaborazione, reattività mentale ;

- 25‑35 anni Memoria di lavoro, capacità di ricordare nomi e volti;

- 35‑55 anni Abilità di calcolo, ragionamento logico complesso;

-40‑50 anni Intelligenza emotiva: riconoscimento delle emozioni altrui;

- 50‑70+ anni Espansione del vocabolario e ricchezza di conoscenze acquisite;

"Il declino cognitivo non è inevitabile"

Studi recenti, come quello condotto su cittadini tedeschi tra 16 e 65 anni, mostrano che capacità di lettura, scrittura e calcolo possono continuare a migliorare fino ai 41‑46 anni, restando stabili anche oltre se vengono regolarmente stimolate .

Chi mantiene un elevato utilizzo delle competenze nella vita e nel lavoro, tende invece a evitare il declino fino all’età avanzata .

"Plasticità e riserva cognitiva: i nostri alleati"

Il cervello rimane plastico per tutta la vita: imparare nuove lingue, leggere, fare attività sociali e adottare uno stile di vita sano contribuisce a potenziare e preservare le abilità cognitive .

"In Conclusione: un messaggio positivo per ogni età"

Non esiste un’unica “vetta” dell’intelligenza. Piuttosto, ci sono diversi momenti di massimo connessi a specifiche capacità cognitive, distribuiti lungo tutto l’arco della vita. E soprattutto: il cervello può crescere e rigenerarsi, se incoraggiato nel modo giusto.

Dottoressa Lucci Gloria

Address


Telephone

+393347273203

Website

Alerts

Be the first to know and let us send you an email when Dottoressa Lucci Gloria posts news and promotions. Your email address will not be used for any other purpose, and you can unsubscribe at any time.

Contact The Practice

Send a message to Dottoressa Lucci Gloria:

  • Want your practice to be the top-listed Clinic?

Share

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram