Valerio Sarmati

Valerio Sarmati 🇮🇹 Pagina personale del Dr. Valerio Sarmati specializzato in riabilitazione post ictus e Riabilitazione Neurocognitiva secondo Perfetti.

Direttore di Stroke Therapy Revolution
Direttore di Neurocognitive Academy

“Quelli del Perfetti… sono una SETTA?”L’ho sentito dire più volte.Ad essere sincero, capisco perché qualcuno possa avere...
10/08/2025

“Quelli del Perfetti… sono una SETTA?”

L’ho sentito dire più volte.
Ad essere sincero, capisco perché qualcuno possa avere questa impressione dall'esterno.

• Una figura di riferimento forte e carismatica – il prof. Perfetti, che ha ispirato generazioni di terapisti, può sembrare (ad occhi esterni) il “leader” di un gruppo di proseliti agguerriti.

• Un linguaggio esclusivo – chi applica la riabilitazione neurocognitiva usa termini e concetti specifici che spesso non hanno equivalenti diretti in altri approcci, creando un codice interno.

• Un approccio “di un altro pianeta” – la logica clinica e le strategie sono così diverse da quelle tradizionali che, per chi le osserva da fuori, possono sembrare quasi appartenere a un altro mondo.

• Una “filosofia” – la teoria neurocognitiva può apparire come un insieme di concetti astratti, quasi religiosi, ma questo accade quando l’oggetto di studio è complesso come la persona e non ridotto al solo corpo, che si può spiegare in termini più semplici.

• Una “fede” – l’impegno e la convinzione con cui si porta avanti questo approccio può sembrare, dall’esterno, una forma di rigidità o integralismo.

• Un rapporto difficile con gli altri – chi lavora con questo approccio tende a rifiutare gli altri che ritiene obsoleti, e questo genera critiche reciproche e isolamento.

• Il fare fronte comune – quando sui social o altrove si apre un dibattito sugli approcci, spesso chi segue il Perfetti si compatta, si sostiene, e talvolta le risposte diventano aspre, con poca propensione al dialogo costruttivo.

Dall’esterno, quindi, questa diceria può avere un suo perché.
E forse dall’interno, proprio a causa dell’isolamento e delle fratture con altri modelli, non abbiamo dimostrato grande spinta al dialogo.

Tuttavia, la critica di “rigidità” e di rimanere ancorati a modelli antiquati non regge: c’è grande attenzione ad arricchire la teoria neurocognitiva con contributi costanti dalle scienze, e ad introdurre lo studio di nuove discipline che aiutano a comprendere non solo il corpo, ma l’essere umano nella sua complessità.

Detto questo se ancora non lo avete fatto pentitevi e convertitevi, siete ancora in tempo 😊

Chi non condivide l’approccio neurocognitivo mi critica perché sono troppo rigido.Chi lo condivide e dovrebbe sostenermi...
08/08/2025

Chi non condivide l’approccio neurocognitivo mi critica perché sono troppo rigido.

Chi lo condivide e dovrebbe sostenermi… mi critica perché non sono abbastanza rigido.

Non essere rigido, per loro, forse significa che non dovrei coinvolgere anche i familiari o sfruttare tutti gli strumenti tecnologici che oggi abbiamo a disposizione.

A volte penso che, se fossi più “normale”, eviterei le critiche da una parte e dall’altra.
Poi mi rendo conto che chi mi apprezza davvero, a quel punto, forse inizierebbe a criticarmi… perché sarei diventato troppo normale. che dite?

🧠 Può aumentare la spasticità con la riabilitazione neurocognitiva?La risposta è no, se vengono bilanciati correttamente...
25/07/2025

🧠 Può aumentare la spasticità con la riabilitazione neurocognitiva?

La risposta è no, se vengono bilanciati correttamente la qualità e la quantità della riabilitazione.
Uno dei contenuti centrali degli esercizi neurocognitivi è proprio aiutare il paziente a controllare gli effetti della spasticità sul movimento.

Tuttavia, può accadere che alcuni pazienti, anche durante il percorso neurocognitivo, sperimentino un aumento del tono muscolare.
Le cause possono essere le seguenti:

1️⃣ Compresenza di altra riabilitazione
Il paziente continua in parallelo esercizi muscolari o autonomi che, anche se in buona fede, finiscono per rafforzare la spasticità.

2️⃣ Quantità insufficiente di esercizio terapeutico
Se la riabilitazione è troppo ridotta, anche le normali attività quotidiane possono risultare eccessive se svolte con poca attenzione, determinando un aumento del tono.

3️⃣ Trasformazione degli esercizi
Può capitare che esercizi progettati per guidare il paziente al controllo della spasticità, quindi senza richiedere contrazioni muscolari visibili (primo grado), vengano alterati dall’esigenza di “vedere” il movimento. Così si trasformano in movimenti che il paziente non è ancora in grado di controllare, cambiando di fatto un esercizio neurocognitivo in un esercizio di tipo muscolare.

4️⃣ Miglioramento del paziente
Il paziente migliora, compaiono più movimenti, partecipa di più alle azioni, fa di più. Questa maggiore partecipazione, in una fase in cui non ha ancora appreso a controllare un altro elemento della spasticità — l’irradiazione — può temporaneamente aumentare il tono.

📌 Tutti questi eventi si possono evitare seguendo con precisione le indicazioni del nostro programma di riabilitazione in casa

Attenzione a questi video che stanno circolando. Sono fake!Mostrano incidenti, persone in ospedale, risonanze magnetiche...
19/07/2025

Attenzione a questi video che stanno circolando. Sono fake!

Mostrano incidenti, persone in ospedale, risonanze magnetiche, e poi, come per magia, un gu**to robotico che restituisce la funzionalità della mano. È una pratica ingannevole realizzata da persone senza scrupoli. Sanno che non tutti hanno gli strumenti per capire che si tratta di una montatura e ci lucrano senza ritegno, perché poi ti rimandano allo shop per acquistare il gu**to.

Tra l'altro, non conoscono nemmeno bene l'ambiente dell'ictus e della sua cura, perché altrimenti saprebbero che per vendere quei guanti non era nemmeno necessario ricorrere a quei mezzucci da farabutti, perché il gu**to è l'oggetto del desiderio di tutti i pazienti e i familiari, un dispositivo che promette automaticamente di fare il lavoro sporco di riabilitazione.

Ho fatto dei video in passato dove analizzavo il dispositivo e muovevo alcune critiche sulla sua utilità e con sorpresa, nonostante le critiche fossero aspre, comunque le persone nei commenti mi chiedevano quanto costasse e dove potessero acquistarlo, quindi figuriamoci se veramente servivano video palesemente falsi come quelli che circolano.

Chi diffonde questi video ogni volta rende il mondo leggermente peggiore. Il karma non si invoca con nessuno, ma con loro ci sono andato molto vicino.

Vi era capitato di vederne qualcuno?

Gatto neurocognitivo
15/07/2025

Gatto neurocognitivo

Se un chirurgo, durante un intervento, recide un nervo con il suo bisturi, causando la perdita di movimento di una mano,...
13/07/2025

Se un chirurgo, durante un intervento, recide un nervo con il suo bisturi, causando la perdita di movimento di una mano, provoca un danno biologico immediato e tangibile.

Ma cosa succede se un fisioterapista o un fisiatra, usando male uno dei loro strumenti, cioè le parole, dice ai pazienti, fin dai primi giorni dopo un ictus, che non potranno più recuperare?

Quale impatto avrà questo sulle sue possibilità di partecipare attivamente alla riabilitazione, sulla fiducia in loro stessi, sull’alleanza terapeutica, sulla speranza di un recupero?

Non è forse anche questo un danno biologico, se il paziente smette di credere nelle proprie possibilità e lascia che tali previsioni si autoavverino non partecipando al massimo delle sue potenzialità alla riabilitazione? A che serve impegnarsi se tanto è già deciso cosa succederà?

E perché, in una situazione di incertezza, si sceglie lo scenario peggiore? È meglio evitare false speranze, ma offrire false disperazioni?

Le parole sono strumenti e lasciano il segno.

Cara Silvia,Non ho capito chi sei e non so se ci conosciamo, ma ti ringrazio perché mi hai svoltato la giornata.Per spie...
09/07/2025

Cara Silvia,

Non ho capito chi sei e non so se ci conosciamo, ma ti ringrazio perché mi hai svoltato la giornata.
Per spiegarvi cosa significa per me Burrus dovete sapere che al suo interno c'è tutto ciò che ho da dire. Per questo sapere che a qualcuno è piaciuto, mi da grande sollievo.
Grazie 🙏

🍀🍀🍀
03/07/2025

🍀🍀🍀

Questo video ha fatto il botto, ma lo sapevo già in partenza.come?Facile, ho dato in pasto al popolo del web un contenut...
02/07/2025

Questo video ha fatto il botto, ma lo sapevo già in partenza.
come?
Facile, ho dato in pasto al popolo del web un contenuto in grado di stuzzicare un istinto irrefrenabile, quello di correggere l'autorità.

Il video l'ho registrato durante una lezione all'università dove raccontavo ai miei allievi di uno strafalcione tirato fuori da uno dei loro colleghi durante un esame. Ha detto Amplesso anziché Complesso.

Fin qui tutto piuttosto normale, se non fosse che volutamente nel titolo ho aggiunto io stesso un errore grossolano, dichiarato come intenzionale solo due righe più sotto nella descrizione proprio come oggetto di un esperimento sociale

Questo ha scatenato un'ondata di commenti intenti finalmente a correggere quel professore (autorità) che aveva osato sottolineare un errore di un allievo (membro debole).

Sembra strano, ma a me ha fatto piacere sentire il popolo che si scagliava contro di me in difesa di un membro più debole della comunità che in quel momento avevo preso di mira; mi sembra un comportamento sociale interessante.

Mi chiedo però perché la stessa levata di scudi non avvenga quando i ragazzi vengono bullizzati per davvero o quando ci troviamo di fronte a un'ingiustizia sociale dove la tendenza invece è quella di voltarsi dall'altra parte?

Se non avete visto il video lo trovate tra i miei reel

9 domande per capire se stai facendo un esercizio dell'approccio neurocognitivo (Perfetti).Molti terapisti che stanno im...
29/06/2025

9 domande per capire se stai facendo un esercizio dell'approccio neurocognitivo (Perfetti).

Molti terapisti che stanno imparando l'approccio neurocognitivo della riabilitazione, nelle prime fasi, hanno difficoltà a capire se ciò che stanno facendo con il paziente rispetti fedelmente la teoria neurocognitiva.

Al contrario, molti terapisti, pur non conoscendo esplicitamente l’approccio neurocognitivo, utilizzano inconsapevolmente numerosi strumenti e tecniche coerenti con esso.

Qui di seguito propongo una serie di domande sugli strumenti e sulle tecniche, raggruppate per interrogare il proprio esercizio e valutarne la coerenza con i principi dell’approccio neurocognitivo.

🔧 Domande sugli strumenti

1. È presente un problema conoscitivo?
– L’esercizio propone un problema che il paziente deve risolvere con il proprio corpo e i suoi processi cognitivi (es. riconoscere una forma, una consistenza, una traiettoria)?
– Se l’attività è solo una serie di movimenti ripetuti o il mantenimento di un equilibrio instabile, non è un vero problema conoscitivo e quindi non rientra nell’approccio neurocognitivo, ma in quello muscolare e neuromotorio.

2. Come utilizzo il linguaggio?
– Il linguaggio è impiegato per guidare il paziente alla risoluzione del problema conoscitivo e per indagare la sua esperienza cosciente, arricchendo l’osservazione del terapista e migliorando la consapevolezza delle proprietà dell’azione da parte del paziente?
– Oppure impartisco solo ordini e istruzioni meccaniche? Un linguaggio orientato a interrogare e riflettere è uno strumento dell'approccio neurocognitivo.

3. Che ruolo ha il sussidio scelto?
– A cosa serve l’attrezzatura? È un pretesto per creare un’esperienza di interazione guidata e semplificata paziente-oggetto, oppure un oggetto che il paziente deve solo spostare, vincerne la resistenza o mantenere il proprio equilibrio su di esso?
– Se lo strumento orienta l’esercizio al riconoscimento e all’interazione sensoriale-cognitiva, è coerente con l’approccio neurocognitivo; altrimenti segue logiche muscolari (rinforzo) o neuromotorie (riflessi).

4. Il paziente deve formulare un’ipotesi percettiva o previsione dell'azione?
– Prima dell’esplorazione, chiedi al paziente di descrivere cosa si aspetta di percepire (es. “Cosa ti aspetti di sentire se ti proponessi il cerchio grande?”).
– La richiesta dell'elaborazione di un’ipotesi percettiva e motoria (motor imagery) allena i processi di anticipazione compromessi in seguito alla lesione neurologica e permette al fisioterapista di indagare gli elementi presenti nella rappresentazione dell'azione elaborata dal paziente.

5. È presente un momento di confronto?
– Il confronto guida il paziente nell’identificare e definire relazioni di somiglianza e differenza tra sensazioni e movimenti vissuti nella stessa azione dell’esercizio, tra esperienze legate ad azioni precedenti alla lesione e/o tra performance obiettivo del recupero.
– Questo processo è alla base dell’apprendimento motorio che il terapista intende facilitare con l’esercizio neurocognitivo, permettendo di esplorare e ricostruire la rappresentazione dell’azione.

🛠️ Domande sulle tecniche

1. Offri stimoli o faciliti la percezione?
– Stimolare il senso tattile (es. sfiorare la pelle con una spazzola) non basta: è necessario che l’esercizio richieda al paziente di selezionare gli elementi informativi rilevanti (forma, direzione, consistenza).
– Se l’oggetto serve solo a fornire uno stimolo, restiamo sul piano sensoriale: se invece viene riconosciuto o discriminato grazie alle abilità percettive del paziente, stiamo lavorando sulla costruzione dell’informazione, coerente con l'approccio neurocognitivo.

2. Moduli l’integrazione sensoriale?
– Stai modulando i canali sensoriali (es. chiusura degli occhi per privilegiare le informazioni somestesiche)?
– Oppure proponi un compito che richiede l’integrazione di più canali (visivo, tattile, cinestesico) per trovare la soluzione?
– La scelta di isolare o integrare uno o più canali sensoriali è coerente con l’approccio neurocognitivo, perché permette di guidare il paziente nella relazione con l’ambiente e nella risoluzione del problema conoscitivo.

3. Rispetti gli elementi della spasticità?
– L’esercizio è calibrato per permettere al paziente di controllare consapevolmente il tono e la reazione abnorme allo stiramento?
– Se l’esercizio è troppo complesso o non adeguato alle abilità del paziente, emergono compensi spastici che strutturano ulteriormente i pattern patologici anziché favorirne il superamento, contrapponendosi agli obiettivi terapeutici.

4. La richiesta motoria è adeguata alle abilità del paziente?
– Nei pazienti che presentano reazione abnorme allo stiramento, proponi inizialmente esercizi senza attivazione muscolare visibile, guidando manualmente il corpo per focalizzare l’attenzione sul controllo del tono?
– Quando il controllo sulla reazione abnorme allo stiramento è sufficiente, la guida manuale del terapista è calibrata per prevenire l’irradiazione spastica e permettere un movimento privo di compensi patologici?
– Una richiesta motoria adeguata, supportata dalla guida manuale, è coerente con l’approccio neurocognitivo, perché sostiene il paziente nel controllare i fenomeni patologici durante l’esercizio senza il rischio che si strutturino.

Tieni questa checklist a portata di mano: prima di ogni esercizio, scorri le domande. Non è necessario rispondere “sì” a tutte le voci, ma la prima (il problema conoscitivo) è quella davvero centrale: se il tuo esercizio pone un vero problema da risolvere con i processi cognitivi e il corpo, sei già sulla buona strada. È comunque sempre utile interrogarsi su ciascun punto e integrare strumenti o tecniche mancanti. Se hai altre domande da aggiungere che ritieni importanti, sentiti libero di aggiungerle e condividerle con i colleghi.

Buon lavoro e buona riabilitazione!

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Marsalforn
MFN1341

Telephone

+393356162563

Website

https://neurocognitiveacademy.org/

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