11/09/2025
Oggi ho avuto il piacere e l'onore di esporre in formato webinar la mia tesi del Master in Scienza dell'alimentazione e Dietetica Applicata, argomento 👉🏻 SENSIBILITÀ AL GLUTINE NON CELIACA: NUOVE IPOTESI E QUESITI APERTI.
Ciò è stato reso possibile grazie alla collaborazione della Prof.ssa e stimata collega , che ha arricchito la presentazione mediante interventi preziosi e illuminanti.
Qualche riflessione interessante che è emersa e che tengo a condividere:
📌 Malattia Celiaca, Allergia al Grano e Gluten sensitivity (o Sensibilità al glutine/grano non celiaca) sono 3 quadri differenti, che alla base presentano meccanismi biochimici e molecolari diversi.
📌 Per la gluten sensitivity esiste un protocollo diagnostico preciso che tuttavia, a causa delle tempistiche richieste, non sempre trova applicazione in clinica.
Questo, insieme alla mancanza di biomarcatori validati e ai sempre più comuni fenomeni di autodiagnosi, rendono difficile la comprensione della prevalenza della sindrome nella popolazione.
📌 Una dieta senza glutine, in pazienti Celiaci e in pazienti affetti da Gluten Sensitivity, è una vera e propria dietoterapia, volta alla risoluzione dell'nfiammazione e alla gestione del quadro sintomatologico.
Tuttavia, un regime dietetico privo di glutine in soggetti sani non comporta gli stessi benefici, e anzi causa un'alterazione in negativo del microbiota intestinale che compromette la salute del soggetto.
📌 L'utilizzo di prodotti senza glutine con lo scopo di dimagrire non solo non ha senso, ma è dannoso: l'esclusione di glutine dalla dieta non favorisce il dimagrimento, ma al contrario l'utilizzo di prodotti industriali senza glutine comporta un'introduzione maggiore di grassi pro-infiammatori.
📌 La promozione dell'utilizzo di grani antichi, più che come mezzo per favorire la salute, risulta utile per mantenere la biodiversità nell'agricoltura.
Dal punto di vista sanitario, gli studi esistenti sono controversi e non mostrano necessariamente che i grani antichi siano più vantaggiosi di quelli moderni.