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Eravamo tutti più giovani.Il tempo passa ma l'amore per il proprio lavoro No... ❤️😘Ennio, RAFFAELE e Tony
03/10/2023

Eravamo tutti più giovani.Il tempo passa ma l'amore per il proprio lavoro No... ❤️😘Ennio, RAFFAELE e Tony

09/02/2022
🍱🥢Ogni tanto un peccato di gola ci sta 😋...                     🍣
29/11/2021

🍱🥢Ogni tanto un peccato di gola ci sta 😋...
🍣

INSONNIA PER INFO E CONSULENZE CONTATTAMI IN PRIVATO.
16/11/2021

INSONNIA PER INFO E CONSULENZE CONTATTAMI IN PRIVATO.

L’insonnia è una malattia?
Di per sé l’insonnia non è una malattia, ma un sintomo: l’organismo ci indica che qualcosa non va, è come un campanello d’allarme per segnalare un problema sottostante. Fisiologicamente l’insonnia è uno stato di iperattivazione incosciente che l’organismo mette in atto per reagire a una situazione che ritiene stressante. La mancanza di sonno è dannosa per la salute: il ciclo del sonno, quando interrotto, è difficile da riprendere. In alcuni casi, inoltre, si può arrivare ad uno stato di privazione del sonno che causa problemi fisici e mentali anche gravi. A seconda delle sue caratteristiche, l’insonnia è distinta in:
Iniziale: difficoltà ad addormentarsi
Intermittente o centrale: frequenti risvegli durante la notte
Terminale: risveglio precoce ed incapacità di riprendere il sonno
Le diverse tipologie possono anche coesistere (ad esempio insonnia iniziale con insonnia centrale, oppure iniziale e terminale). A seconda invece della durata del disturbo l’insonnia viene divisa in:
Transitoria: dura meno di una settimana e solitamente ha cause ambientali (stress, jetlag, disturbi alimentari, insonnia da adattamento)
Acuta: i disturbi del sonno durano meno di un mese
Cronica: i disturbi del sonno durano più di un mese con conseguenti sintomi fisici (allucinazioni, malessere, paranoia, stanchezza psicofisica)
Insonnia: Cause
Quasi tutte le persone nel corso della vita sperimentano almeno un episodio in cui non riescono a dormire, solitamente causato da problemi:
gastrointestinali
problemi psicologici
malattie organiche (ipertiroidismo, asma, dolore cronico)
problemi respiratori
assunzione di cibi eccitanti (cacao, caffè)
uso di dispositivi elettronici
Nella maggior parte delle persone l’insonnia si risolve eliminando la causa scatenante, ma in alcuni soggetti il disturbo se non curato diventa cronico. L’insonnia cronica è un disturbo del sonno, ma comporta conseguenze negative per il corpo e la mente che vanno ben oltre il periodo notturno: ansia, disturbi dell’umore ed affaticamento diurno sono comuni in chi soffre di questo disturbo.
Cause psicologiche
Alcune forme di insonnia sono legate a malattie psichiatriche: tre quarti dei pazienti in cura per disturbi del sonno risulta affetto anche da un problema psichiatrico. I soggetti affetti da disturbo bipolare o nevrosi depressiva sono tipicamente insonni, ma anche i soggetti ansiosi ne soffrono spesso. Ciò accade per la loro inclinazione a preoccuparsi per il futuro o rimuginare sul passato, mantenendo il cervello concentrato sulle problematiche della vita quotidiana.
L’insonnia nei soggetti depressi può essere difficile da inquadrare, perché mentre i sintomi notturni sono conclamati (difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni frequenti) altri sintomi tipici della depressione possono apparire lievi e sfumati. Esiste inoltre una forte correlazione tra disturbi del sonno e disregolazione emotiva (labilità emotiva, oscillazioni timiche, rabbia).
Particolarmente frequenti nei soggetti psichiatrici sono i pensieri negativi. Questa tipologia di pensieri spesso emerge di notte perché durante il giorno si è troppo occupati a lavorare o fare altro per pensare, ma di notte i pensieri negativi riemergono in superficie disturbando il sonno. Uno dei modi di risolvere l’insonnia psicologica è risolvere i problemi della vita quotidiana durante il giorno, dando modo al cervello di rilassarsi di no
Cause neurologiche
In certi casi l’insonnia compare in associazione a malattie neurologiche come il morbo di Parkinson o la malattia di Alzheimer: secondo alcuni studi l’insonnia non è solo sintomo di alcune patologie ma ne può essere, a lungo termine, anche una delle cause. Spesso tuttavia i pazienti anziani sono insonni anche senza una malattia organica come causa. Il medico, in questi casi, deve affrontare il problema in modo mirato.
Cause ormonali
Alcune patologie endocrine possono causare difficoltà del sonno, ad esempio l’ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni tiroidei); anche la carenza di estrogeni (causata dalla menopausa precoce o dall’assunzione di alcune pillole anticoncezionali) può provocare disturbi del sonno. L’insonnia in gravidanza è anch’essa causata dalla carenza degli estrogeni a favore del progesterone, ma può anche semplicemente essere causata dal peso del feto nell’ultimo trimestre di gestazione.
Insonnia: sintomi
I sintomi principali dell’insonnia sono ovviamente la difficoltà a prendere sonno, il risveglio precoce oppure risvegli notturni con difficoltà a riaddormentarsi. Tuttavia ci sono anche altri sintomi che accompagnano i disturbi del sonno e che sono causati, solitamente, dalla mancanza cronica di adeguato riposo:
Stanchezza e affaticamento durante il giorno
Mancanza di concentrazione nelle attività lavorative
Calo del rendimento scolastico/lavorativo
Senso di malessere generale
Alterazione dell’umore, maggiore irritabilità
Mal di testa, stati tensivi, sintomi gastrointestinali
Alcune meta-analisi hanno identificato deficit cognitivi nei pazienti affetti da insonnia, in assenza di sintomi depressivi. Le aree interessate dai deficit sono quelle dell’attenzione, del problem solving e la memoria episodica.
Insonnia: conseguenze
L’insonnia può avere conseguenze gravi, che vanno oltre l’affaticamento psicofisico, il calo della concentrazione e le turbe dell’umore. Alcuni studi sull’insonnia cronica hanno dimostrato l’associazione con:
compromissione cognitiva (problemi cronici di attenzione, memoria e concentrazione)
ansia e depressione
malattie cardiache
ipertensione (provocate dall’eccessivo stimolo del sistema simpatico per la prolungata veglia)
insulino-resistenza e diabete
obesità
ictus
turbe tiroidee
diminuzione delle difese immunitarie
Il rendimento sul lavoro può calare anche del 20%, così come la presenza (gli insonni hanno picchi di assenteismo 10 volte superiori al normale). La produttività subisce un calo e ciò può deteriorare i problemi con il datore di lavoro, determinando un ulteriore stress che peggiora a sua volta l’insonnia, e così via. Non dormire di notte porta anche ad una eccessiva sonnolenza diurna che è correlata a calo di attenzione e, di conseguenza, un rischio doppio o triplo di incorrere in incidenti stradali o lavorativi. Addirittura, sono documentati casi estremi di insonnia resistente ai farmaci che hanno portato alcune persone al suicidio.
Prima di ricorrere ai farmaci per dormire, i medici indirizzano chi soffre di insonnia verso rimedi non farmacologici che comprendono l’igiene del sonno e la terapia cognitivo-comportamentale.
Igiene del sonno
Il sonno è influenzato enormemente dallo stile di vita e dall’ambiente. Siccome è scientificamente documentato che nella maggior parte delle insonnie le norme di igiene del sonno non vengono rispettate cronicizzando o peggiorando il problema, il primo step è quello di correggere i comportamenti errati. Le tecniche di igiene del sonno sono comprese nei protocolli di trattamento cognitivo-comportamentale dell’insonnia. Quali sono le norme di igiene del sonno che favoriscono un buon riposo notturno?
Dormire solo quando necessario, non trascorrere molto tempo a letto inutilmente
Andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora tutti i giorni, indipendentemente dalle ore di sonno effettive, per favorire la regolarizzazione dell’orologio biologico
Svolgere regolarmente attività fisica, ma lontano dalle ore precedenti all’orario di addormentamento
Rendere la camera da letto comoda, silenziosa e buia
Mantenere la temperatura nella camera da letto confortevole (tra i 16 ed i 23 gradi)
Consumare i pasti ad orari regolari e non andare a letto affamati, piuttosto mezz’ora prima di coricarsi fare uno spuntino leggero a base di carboidrati;
Evitare di bere troppi liquidi la sera per non svegliarsi per andare in bagno;
Non assumere caffeina nelle 6 ore precedenti il momento di andare a letto;
Cercare di rilassarsi, non “portarsi i problemi a letto”
Non assumere alcolici la sera
Non fumare, la nicotina è una sostanza stimolante
Posizionare la sveglia in una posizione non visibile durante la notte, per evitare di guardare l’ora durante la notte
Non sforzarsi di dormire. Imporsi di addormentarsi richiede uno sforzo che contrasta con la volontà di addormentarsi. Se non si riesce proprio a dormire, evitare di rigirarsi nel letto, è meglio alzarsi e fare altro
Non dormire il pomeriggio, non fare pisolini durante il giorno
Terapia cognitivo-comportamentale
Il trattamento cognitivo-comportamentale migliora il sonno nel 75% dei casi e favorisce la riduzione o l’eliminazione dei farmaci per dormire nel 90% dei casi. Questo trattamento integra diversi interventi psicologici e mira non solo ad aumentare il tempo del sonno, ma anche ad eliminare le credenze errate sul sonno ed i comportamenti disfunzionali che fungono da fattore di mantenimento del disturbo stesso. La terapia si svolge con una serie di sedute di valutazione iniziale (questionari, esami strumentali come la polisonnografia), una fase centrale (interventi psicoeducativi cognitivi e comportamentali) e una fase di valutazione finale (analisi dei risultati e discussione sulla prevenzione delle ricadute).
Rimedi naturali
L’erboristeria offre numerose opzioni per trattare i disturbi del sonno attraverso rimedi naturali. Esistono molte sostanze naturali con azione ipnotico-sedativa che possono essere assunte, sotto forma di tisana o infuso, allo scopo di favorire l’addormentamento e migliorare la qualità del sonno. Alcuni di questi rimedi ad azione sedativa, rilassante ed ansiolitica sono:
la camomilla
melissa
passiflora
tiglio
luppolo
valeriana
Anche la melatonina per l’insonnia è un valido integratore: non è considerato un farmaco perché la melatonina viene prodotta anche dal nostro organismo durante le ore notturne e l’integrazione ne aumenta gli effetti.
I farmaci per dormire necessitano obbligatoriamente di prescrizione e non devono mai essere assunti senza controllo medico. A lungo termine (nell’arco di mesi) queste molecole causano tolleranza e dipendenza, quindi bisogna evitarne l’assunzione cronica. Proporre al paziente l’uso “al bisogno” e, nel caso non ci sia beneficio nel giro di 2 settimane, passare immediatamente ad un altro farmaco.
Difficoltà ad addormentarsi nei bambini
I bambini che si addormentano con difficoltà o che si risvegliano durante la notte rappresentano un problema per l’impossibilità di “trattarli” come un adulto. Non si parla dell’età neonatale, in cui il bambino si sveglia spesso per mangiare o per problemi intestinali, ma di bambini di più di 2 anni di età. Le difficoltà del sonno rientrano spesso nella normale maturazione del cervello che comprende stati di ansietà passeggeri e la possibilità di avere incubi notturni. Un sonno agitato può anche essere la semplice conseguenza dell’eccitazione positiva della giornata trascorsa.
Molto spesso espressa dai bambini è la paura del buio (una normale fase di sviluppo infantile) ma anche il distacco dai genitori con l’ingresso alla scuola materna o alla scuola elementare. Ogni passaggio evolutivo comporta per il bambino una serie di novità che possono essere vissute con un po’ di ansia e di paura che emergono durante il sonno. Può persino accadere che il bambino si risvegli terrorizzato, urlando e piangendo a causa di un incubo, e che il mattino dopo non ricordi nulla di quanto successo.
Il genitore deve evitare di banalizzare o ridicolizzare questi episodi, garantendo la presenza fisica nel momento del bisogno e fornendo al bambino gli strumenti per elaborare l’esperienza vissuta. È utile fissare orari regolari per andare a dormire e svegliarsi. Di fronte a difficoltà particolari, ad esempio se il disturbo del sonno dovesse prolungarsi eccessivamente o assumere dimensioni incontrollabili, ci si può rivolgere ad uno psicologo dell’età evolutiva.
Questo Integratore alimentare aiuta a coadiuvare e migliorare il sonno specie quello notturno, distendere le tensioni durante dei periodo di stress o per favorire il benessere mentale.
Dormire bene e profondamente è uno dei bisogni fondamentale della persona. La moderna vita stressante e frenetica ci porta ad accumulare tensioni e stress deleteri per il riposo.
Questo prodotto completamente naturale agevola la distensione e il rilassamento per favorire il riposo.
Contiene:
Melissa e Biancospino, conosciute per la loro azione rilassante,Può essere assunto anche per periodi prolungati.
Ingredienti: Escolzia (Eschscholtzia californica Cham.), Passiflora (Passiflora incarnataL.), Tiglio (Tilia cordata Mill.), Valeriana (Valeriana officinalisL.), Biancospino (Crataegus oxyacantha Medicus), Melissa (Melissa officinalisL.), Arancio dolce (Citrus sinensis L. var. dulcis) e Vitamina B6 (Piridossina cloridrato).
Escolzia, Passiflora, Tiglio e Valeriana, utili per favorire un sonno fisiologico, anche in caso di tensioni dovute a stress.

Colosseo
30/10/2021

Colosseo

26/10/2021

L’insonnia è una malattia?
Di per sé l’insonnia non è una malattia, ma un sintomo: l’organismo ci indica che qualcosa non va, è come un campanello d’allarme per segnalare un problema sottostante. Fisiologicamente l’insonnia è uno stato di iperattivazione incosciente che l’organismo mette in atto per reagire a una situazione che ritiene stressante. La mancanza di sonno è dannosa per la salute: il ciclo del sonno, quando interrotto, è difficile da riprendere. In alcuni casi, inoltre, si può arrivare ad uno stato di privazione del sonno che causa problemi fisici e mentali anche gravi. A seconda delle sue caratteristiche, l’insonnia è distinta in:
Iniziale: difficoltà ad addormentarsi
Intermittente o centrale: frequenti risvegli durante la notte
Terminale: risveglio precoce ed incapacità di riprendere il sonno
Le diverse tipologie possono anche coesistere (ad esempio insonnia iniziale con insonnia centrale, oppure iniziale e terminale). A seconda invece della durata del disturbo l’insonnia viene divisa in:
Transitoria: dura meno di una settimana e solitamente ha cause ambientali (stress, jetlag, disturbi alimentari, insonnia da adattamento)
Acuta: i disturbi del sonno durano meno di un mese
Cronica: i disturbi del sonno durano più di un mese con conseguenti sintomi fisici (allucinazioni, malessere, paranoia, stanchezza psicofisica)
Insonnia: Cause
Quasi tutte le persone nel corso della vita sperimentano almeno un episodio in cui non riescono a dormire, solitamente causato da problemi:
gastrointestinali
problemi psicologici
malattie organiche (ipertiroidismo, asma, dolore cronico)
problemi respiratori
assunzione di cibi eccitanti (cacao, caffè)
uso di dispositivi elettronici
Nella maggior parte delle persone l’insonnia si risolve eliminando la causa scatenante, ma in alcuni soggetti il disturbo se non curato diventa cronico. L’insonnia cronica è un disturbo del sonno, ma comporta conseguenze negative per il corpo e la mente che vanno ben oltre il periodo notturno: ansia, disturbi dell’umore ed affaticamento diurno sono comuni in chi soffre di questo disturbo.
Cause psicologiche
Alcune forme di insonnia sono legate a malattie psichiatriche: tre quarti dei pazienti in cura per disturbi del sonno risulta affetto anche da un problema psichiatrico. I soggetti affetti da disturbo bipolare o nevrosi depressiva sono tipicamente insonni, ma anche i soggetti ansiosi ne soffrono spesso. Ciò accade per la loro inclinazione a preoccuparsi per il futuro o rimuginare sul passato, mantenendo il cervello concentrato sulle problematiche della vita quotidiana.
L’insonnia nei soggetti depressi può essere difficile da inquadrare, perché mentre i sintomi notturni sono conclamati (difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni frequenti) altri sintomi tipici della depressione possono apparire lievi e sfumati. Esiste inoltre una forte correlazione tra disturbi del sonno e disregolazione emotiva (labilità emotiva, oscillazioni timiche, rabbia).
Particolarmente frequenti nei soggetti psichiatrici sono i pensieri negativi. Questa tipologia di pensieri spesso emerge di notte perché durante il giorno si è troppo occupati a lavorare o fare altro per pensare, ma di notte i pensieri negativi riemergono in superficie disturbando il sonno. Uno dei modi di risolvere l’insonnia psicologica è risolvere i problemi della vita quotidiana durante il giorno, dando modo al cervello di rilassarsi di no
Cause neurologiche
In certi casi l’insonnia compare in associazione a malattie neurologiche come il morbo di Parkinson o la malattia di Alzheimer: secondo alcuni studi l’insonnia non è solo sintomo di alcune patologie ma ne può essere, a lungo termine, anche una delle cause. Spesso tuttavia i pazienti anziani sono insonni anche senza una malattia organica come causa. Il medico, in questi casi, deve affrontare il problema in modo mirato.
Cause ormonali
Alcune patologie endocrine possono causare difficoltà del sonno, ad esempio l’ipertiroidismo (eccessiva produzione di ormoni tiroidei); anche la carenza di estrogeni (causata dalla menopausa precoce o dall’assunzione di alcune pillole anticoncezionali) può provocare disturbi del sonno. L’insonnia in gravidanza è anch’essa causata dalla carenza degli estrogeni a favore del progesterone, ma può anche semplicemente essere causata dal peso del feto nell’ultimo trimestre di gestazione.
Insonnia: sintomi
I sintomi principali dell’insonnia sono ovviamente la difficoltà a prendere sonno, il risveglio precoce oppure risvegli notturni con difficoltà a riaddormentarsi. Tuttavia ci sono anche altri sintomi che accompagnano i disturbi del sonno e che sono causati, solitamente, dalla mancanza cronica di adeguato riposo:
Stanchezza e affaticamento durante il giorno
Mancanza di concentrazione nelle attività lavorative
Calo del rendimento scolastico/lavorativo
Senso di malessere generale
Alterazione dell’umore, maggiore irritabilità
Mal di testa, stati tensivi, sintomi gastrointestinali
Alcune meta-analisi hanno identificato deficit cognitivi nei pazienti affetti da insonnia, in assenza di sintomi depressivi. Le aree interessate dai deficit sono quelle dell’attenzione, del problem solving e la memoria episodica.
Insonnia: conseguenze
L’insonnia può avere conseguenze gravi, che vanno oltre l’affaticamento psicofisico, il calo della concentrazione e le turbe dell’umore. Alcuni studi sull’insonnia cronica hanno dimostrato l’associazione con:
compromissione cognitiva (problemi cronici di attenzione, memoria e concentrazione)
ansia e depressione
malattie cardiache
ipertensione (provocate dall’eccessivo stimolo del sistema simpatico per la prolungata veglia)
insulino-resistenza e diabete
obesità
ictus
turbe tiroidee
diminuzione delle difese immunitarie
Il rendimento sul lavoro può calare anche del 20%, così come la presenza (gli insonni hanno picchi di assenteismo 10 volte superiori al normale). La produttività subisce un calo e ciò può deteriorare i problemi con il datore di lavoro, determinando un ulteriore stress che peggiora a sua volta l’insonnia, e così via. Non dormire di notte porta anche ad una eccessiva sonnolenza diurna che è correlata a calo di attenzione e, di conseguenza, un rischio doppio o triplo di incorrere in incidenti stradali o lavorativi. Addirittura, sono documentati casi estremi di insonnia resistente ai farmaci che hanno portato alcune persone al suicidio.
Prima di ricorrere ai farmaci per dormire, i medici indirizzano chi soffre di insonnia verso rimedi non farmacologici che comprendono l’igiene del sonno e la terapia cognitivo-comportamentale.
Igiene del sonno
Il sonno è influenzato enormemente dallo stile di vita e dall’ambiente. Siccome è scientificamente documentato che nella maggior parte delle insonnie le norme di igiene del sonno non vengono rispettate cronicizzando o peggiorando il problema, il primo step è quello di correggere i comportamenti errati. Le tecniche di igiene del sonno sono comprese nei protocolli di trattamento cognitivo-comportamentale dell’insonnia. Quali sono le norme di igiene del sonno che favoriscono un buon riposo notturno?
Dormire solo quando necessario, non trascorrere molto tempo a letto inutilmente
Andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora tutti i giorni, indipendentemente dalle ore di sonno effettive, per favorire la regolarizzazione dell’orologio biologico
Svolgere regolarmente attività fisica, ma lontano dalle ore precedenti all’orario di addormentamento
Rendere la camera da letto comoda, silenziosa e buia
Mantenere la temperatura nella camera da letto confortevole (tra i 16 ed i 23 gradi)
Consumare i pasti ad orari regolari e non andare a letto affamati, piuttosto mezz’ora prima di coricarsi fare uno spuntino leggero a base di carboidrati;
Evitare di bere troppi liquidi la sera per non svegliarsi per andare in bagno;
Non assumere caffeina nelle 6 ore precedenti il momento di andare a letto;
Cercare di rilassarsi, non “portarsi i problemi a letto”
Non assumere alcolici la sera
Non fumare, la nicotina è una sostanza stimolante
Posizionare la sveglia in una posizione non visibile durante la notte, per evitare di guardare l’ora durante la notte
Non sforzarsi di dormire. Imporsi di addormentarsi richiede uno sforzo che contrasta con la volontà di addormentarsi. Se non si riesce proprio a dormire, evitare di rigirarsi nel letto, è meglio alzarsi e fare altro
Non dormire il pomeriggio, non fare pisolini durante il giorno
Terapia cognitivo-comportamentale
Il trattamento cognitivo-comportamentale migliora il sonno nel 75% dei casi e favorisce la riduzione o l’eliminazione dei farmaci per dormire nel 90% dei casi. Questo trattamento integra diversi interventi psicologici e mira non solo ad aumentare il tempo del sonno, ma anche ad eliminare le credenze errate sul sonno ed i comportamenti disfunzionali che fungono da fattore di mantenimento del disturbo stesso. La terapia si svolge con una serie di sedute di valutazione iniziale (questionari, esami strumentali come la polisonnografia), una fase centrale (interventi psicoeducativi cognitivi e comportamentali) e una fase di valutazione finale (analisi dei risultati e discussione sulla prevenzione delle ricadute).

Rimedi naturali
L’erboristeria offre numerose opzioni per trattare i disturbi del sonno attraverso rimedi naturali. Esistono molte sostanze naturali con azione ipnotico-sedativa che possono essere assunte, sotto forma di tisana o infuso, allo scopo di favorire l’addormentamento e migliorare la qualità del sonno. Alcuni di questi rimedi ad azione sedativa, rilassante ed ansiolitica sono:
la camomilla
melissa
passiflora
tiglio
luppolo
valeriana
Anche la melatonina per l’insonnia è un valido integratore: non è considerato un farmaco perché la melatonina viene prodotta anche dal nostro organismo durante le ore notturne e l’integrazione ne aumenta gli effetti.
I farmaci per dormire necessitano obbligatoriamente di prescrizione e non devono mai essere assunti senza controllo medico. A lungo termine (nell’arco di mesi) queste molecole causano tolleranza e dipendenza, quindi bisogna evitarne l’assunzione cronica. Proporre al paziente l’uso “al bisogno” e, nel caso non ci sia beneficio nel giro di 2 settimane, passare immediatamente ad un altro farmaco.
Difficoltà ad addormentarsi nei bambini
I bambini che si addormentano con difficoltà o che si risvegliano durante la notte rappresentano un problema per l’impossibilità di “trattarli” come un adulto. Non si parla dell’età neonatale, in cui il bambino si sveglia spesso per mangiare o per problemi intestinali, ma di bambini di più di 2 anni di età. Le difficoltà del sonno rientrano spesso nella normale maturazione del cervello che comprende stati di ansietà passeggeri e la possibilità di avere incubi notturni. Un sonno agitato può anche essere la semplice conseguenza dell’eccitazione positiva della giornata trascorsa.
Molto spesso espressa dai bambini è la paura del buio (una normale fase di sviluppo infantile) ma anche il distacco dai genitori con l’ingresso alla scuola materna o alla scuola elementare. Ogni passaggio evolutivo comporta per il bambino una serie di novità che possono essere vissute con un po’ di ansia e di paura che emergono durante il sonno. Può persino accadere che il bambino si risvegli terrorizzato, urlando e piangendo a causa di un incubo, e che il mattino dopo non ricordi nulla di quanto successo.
Il genitore deve evitare di banalizzare o ridicolizzare questi episodi, garantendo la presenza fisica nel momento del bisogno e fornendo al bambino gli strumenti per elaborare l’esperienza vissuta. È utile fissare orari regolari per andare a dormire e svegliarsi. Di fronte a difficoltà particolari, ad esempio se il disturbo del sonno dovesse prolungarsi eccessivamente o assumere dimensioni incontrollabili, ci si può rivolgere ad uno psicologo dell’età evolutiva.
Questo Integratore alimentare aiuta a coadiuvare e migliorare il sonno specie quello notturno, distendere le tensioni durante dei periodo di stress o per favorire il benessere mentale.
Dormire bene e profondamente è uno dei bisogni fondamentale della persona. La moderna vita stressante e frenetica ci porta ad accumulare tensioni e stress deleteri per il riposo.
Questo prodotto completamente naturale agevola la distensione e il rilassamento per favorire il riposo.
Contiene:
Melissa e Biancospino, conosciute per la loro azione rilassante,Può essere assunto anche per periodi prolungati.
Ingredienti: Escolzia (Eschscholtzia californica Cham.), Passiflora (Passiflora incarnataL.), Tiglio (Tilia cordata Mill.), Valeriana (Valeriana officinalisL.), Biancospino (Crataegus oxyacantha Medicus), Melissa (Melissa officinalisL.), Arancio dolce (Citrus sinensis L. var. dulcis) e Vitamina B6 (Piridossina cloridrato).
Escolzia, Passiflora, Tiglio e Valeriana, utili per favorire un sonno fisiologico, anche in caso di tensioni dovute a stress.

📌L'Artiglio del Diavolo è una pianta officinale da sempre conosciuta ed utilizzata per curare in modo naturale tutti i p...
19/10/2021

📌L'Artiglio del Diavolo è una pianta officinale da sempre conosciuta ed utilizzata per curare in modo naturale tutti i problemi legati all'apparato muscolo-scheletrico.
🔥L'utilizzo del gel all'artiglio del diavolo è indicato per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche per il trattamento di mal di schiena, dolori cervicali, artriti reumatoide, tendiniti, contusioni, sciatica.
🏃🏼‍♀️Indicato anche a chi pratica un intensa attività sportiva, aiuta a mantenersi attivi e in forma con un trattamento benefico esterno che rilassa muscoli e articolazioni stressati dall'attività fisica.
Il gel a base di Artiglio del Diavolo è un antidolorifico naturale per alleviare le infiammazioni come: tendiniti, mal di schiena, cervicale, nervo sciatico, muscolari e per tutte le forme di infiammazioni articolari.
💌per info contattatemi in privato

📌L'Artiglio del Diavolo è una pianta officinale da sempre conosciuta ed utilizzata per curare in modo naturale tutti i problemi legati all'apparato muscolo-scheletrico.

🔥L'utilizzo del gel all'artiglio del diavolo è indicato per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche per il trattamento di mal di schiena, dolori cervicali, artriti reumatoide, tendiniti, contusioni, sciatica.

🏃🏼‍♀️Indicato anche a chi pratica un intensa attività sportiva, aiuta a mantenersi attivi e in forma con un trattamento benefico esterno che rilassa muscoli e articolazioni stressati dall'attività fisica.

Il gel a base di Artiglio del Diavolo è un antidolorifico naturale per alleviare le infiammazioni come: tendiniti, mal di schiena, cervicale, nervo sciatico, muscolari e per tutte le forme di infiammazioni articolari.
💌per info contattatemi in privato

🌱La fitoterapia nell’antichitàFitoterapia deriva dall’unione delle parole greche “phytón” e “therapéia”, che significano...
08/10/2021

🌱La fitoterapia nell’antichità
Fitoterapia deriva dall’unione delle parole greche “phytón” e “therapéia”, che significano rispettivamente “pianta” e “cura”. Già dall’etimologia, dunque, si evince l’assunto di base su cui si poggia questa pratica: la possibilità di curare un malanno a partire dalle proprietà salutari delle piante. Queste ultime sono state sin dal passato oggetto di studio per le antiche popolazioni, ma anche per i primi medici della storia.

07/10/2021


VITA C 1000 RE**RD: IL RILASCIO PROLUNGATO PER UNA MIGLIORE ASSUNZIONE DEL PRINCIPIO ATTIVO

La sinergia tra l’esperienza nella produzione di integratori di Erba Vita e le tecnologie farmaceutiche delle aziende Valpharma International e Valpharma Spa, specializzate da oltre 40 anni nella produzione di farmaci a rilascio modificato, segna l’inizio di un nuovo modo di pensare la nutraceutica.

1 grammo di vitamina C con rilascio prolungato di 8 ore, è il prodotto che sancisce la nascita di questa sinergia e che rappresenta solo il primo di una serie di prodotti che comporranno una nuova linea di nutraceutici.

Ma cosa significa re**rd? È una delle modalità del rilascio modificato, ossia una speciale tecnologia che permettere di realizzare compresse che non rilasciano il principio attivo tutto in una volta, ma un po’ per volta. Nel caso di Vita C 1000 il rilascio è stato studiato nell’arco di 8 ore, per coprire il fabbisogno del nostro organismo nelle ore della giornata in cui si è più attivi e si può dunque avere maggiore bisogno della vitamina C.

Lo studio, l’analisi e la progettazione del rilascio modificato avviene nei laboratori Valpharma in apposite apparecchiature chiamate dissolutori, che simulano l’attività dell’apparato gastro-intestinale e permettono ai ricercatori, appunto, di studiare per ogni prodotto la migliore modalità di assorbimento da parte dell’organismo. Nello specifico, lo studio dalle prove effettuate nei laboratori Valpharma, la tecnologia applicata alle compresse di VitaC 1000 fa sì che, dopo l’assunzione, il 21% circa della vitamina C venga rilasciata dopo 30 minuti, il 55% dopo 3 ore e l’85% dopo 8 ore.

Vita C 1000: 1 grammo di vitamina C pura al giorno, protetta con etilcellulosa: questa speciale sostanza aiuta a preservare l’integrità della vitamina C da fenomeni ossidativi, che potrebbero comprometterne l’attività biologia. Il prodotto è arricchito con Rosa canina, che apporta un ulteriore quantitativo di vitamina C naturale.

Un grammo di vitamina C al giorno è la dose massima di principio attivo per gli integratori alimentari. Il fabbisogno dipende dalle esigenze micro-nutrizionali di ciascuno: in caso di assunzione della dose massima (1 grammo), la tecnologia re**rd permette di avere un’unica somministrazione giornaliera ma di evitare la dispersione del principio attivo, che se rilasciato in fretta potrebbe non ve**re assorbito del tutto
per info e Consulenze contattami in privato .pietropaolo_mua

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