Psicologia Clinica e dello Sport - Alessandra Mosca

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Psicologia Clinica e dello Sport - Alessandra Mosca Divulgazione psicologica e neuropsicologica.
•Psicologa dello sport
•Psicoterapeuta
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20/07/2025

“Quando siamo stati poco amati, noi cerchiamo una persona che ci faccia andare bene questa cosa. Spiego meglio: noi cerchiamo una persona che somigli un pochino al nostro genitore, e quindi che sia una persona poco affettiva in fondo, una persona un po’ fredda, una persona che si manifesti poco, che abbia magari pure lui paura di amare, oppure una persona un po’ dura. E quello va bene perché è come se rivivessimo la storia col genitore, ma questa volta deve andare a lieto fine. Per cui se lui o lei ci amano apertamente non rappresentano il genitore, contano meno, sono persone che appaiono addirittura deboli a volte. Se l’altro un po’ si nega, ci emoziona parecchio perché somiglia al genitore che si nega e riconquistare quel genitore che si nega è salvare il nostro passato.
Passato che non ricordiamo, eh, attenzione. Passato che non ricordiamo ma di cui abbiamo conservato le emozioni.

Quando siamo così protesi a conquistare l’amore dell’altro, l’altro non lo vediamo e quindi non lo amiamo, e quindi non sappiamo amare. [...] Quando siamo così preoccupati da come ci tratta l’altro, cioè se ci ha dato segni di amarci, se ci preferisce, se ci ha detto che siamo belli o belle, se ci ripete continuamente che ci ama, noi dell’altro poco ce ne curiamo.

Per noi lui è interessante per questo riconoscimento che ci può dare: un riconoscimento che è mancato da bambini. L’altro è quello che ci può dare l’estasi o la depressione profonda: diventa tutto per noi, ma l’altro sente che c'è una fregatura. Ci preoccupiamo di essere amati, ma non amiamo.”

Gabriella Tupini, Realtà dell'amore (23)

14/07/2025
14/07/2025

🩵 𝐈𝐥 𝐆𝐫𝐨𝐭𝐭𝐚𝐦𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐂𝐚𝐥𝐜𝐢𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐠𝐥𝐢𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐂𝐚𝐥𝐜𝐢𝐨𝐒𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 🩵

Un pomeriggio di sport dal fortissimo impatto sociale: giovedì 10 luglio la società Grottammare Calcio ha aperto le porte dello stadio "Pirani" a *Calciosociale*, un progetto nato a Roma nel 2005 per proporre un'attività educativa pedagogica rivolta ai giovani e alle famiglie.

Attraverso un'amichevole con la formazione Giovanissimi del Grottammare Calcio, il fondatore del progetto CalcioSociale Massimo Vallati ha testimoniato le numerose attività tra Roma, Toscana, Napoli e Sardegna alla presenza del presidente del club biancoceleste Giorgio Rivosecchi e dell'ex sindaco di Grottammare Massimo Rossi.

"Siamo orgogliosi di aprire le porte del nostro territorio a progetti tanto importanti - commenta il presidente Rivosecchi - e spero che sia solo il primo di tanti appuntamenti di sensibilizzazione. Lo sport non può e non deve rinunciare ad un ruolo fondamentale nello sviluppi dei giovani, e come Grottammare Calcio siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo nella crescita delle nuove generazioni".

01/07/2025

I giovani vivono il fallimento come una cosa definitiva e invece è l' unica possibilità per raggiungere ciò che serve agli esseri umani, l' umiltà, su cui si può costruire l' essere umano.

Silvio Orlando

22/06/2025

"Sui bambini di oggi ci sono troppe aspettative. Oggi i bambini a cinque anni devono imparare cinque o sei lingue, devono suonare uno strumento musicale e fare un sacco di cose che pesano come compiti. A volte invece dovremmo fermarci e dire a loro e a noi stessi: ‘Sei un bambino, devi goderti la vita e fare le cose che ti rendono felice’. Questo è molto importante". Così lo scrittore Joël Dicker al Salone del Libro di Torino 2025.

07/06/2025
04/05/2025
21/04/2025

“Quando siamo stati poco amati, noi cerchiamo una persona che ci faccia andare bene questa cosa. Spiego meglio: noi cerchiamo una persona che somigli un pochino al nostro genitore, e quindi che sia una persona poco affettiva in fondo, una persona un po’ fredda, una persona che si manifesti poco, che abbia magari pure lui paura di amare, oppure una persona un po’ dura. E quello va bene perché è come se rivivessimo la storia col genitore, ma questa volta deve andare a lieto fine. Per cui se lui o lei ci amano apertamente non rappresentano il genitore, contano meno, sono persone che appaiono addirittura deboli a volte. Se l’altro un po’ si nega, ci emoziona parecchio perché somiglia al genitore che si nega e riconquistare quel genitore che si nega è salvare il nostro passato.
Passato che non ricordiamo, eh, attenzione. Passato che non ricordiamo ma di cui abbiamo conservato le emozioni.

Quando siamo così protesi a conquistare l’amore dell’altro, l’altro non lo vediamo e quindi non lo amiamo, e quindi non sappiamo amare. [...] Quando siamo così preoccupati da come ci tratta l’altro, cioè se ci ha dato segni di amarci, se ci preferisce, se ci ha detto che siamo belli o belle, se ci ripete continuamente che ci ama, noi dell’altro poco ce ne curiamo.
Per noi lui è interessante per questo riconoscimento che ci può dare: un riconoscimento che è mancato da bambini. L’altro è quello che ci può dare l’estasi o la depressione profonda: diventa tutto per noi, ma l’altro sente che c'è una fregatura. Ci preoccupiamo di essere amati, ma non amiamo.”

Gabriella Tupini, Realtà dell'amore (23)

“Mi sento a mio agio a meditare in spogliatoio davanti a tutti. La verità è che non mi importa”“A volte lo faccio anche ...
17/04/2025

“Mi sento a mio agio a meditare in spogliatoio davanti a tutti. La verità è che non mi importa”

“A volte lo faccio anche in autobus, mentre andiamo agli incontri, e molti non sanno cosa sto facendo. Di certo chi mi guarda per la prima volta si chiede cosa stia succedendo, e altri non hanno il coraggio di chiedermi cosa stia facendo. Ma alcuni compagni in passato me lo hanno chiesto e gliel’ho spiegato”

“Ho avuto una situazione divertente con Ter Stegen», il compagno di reparto.
«Mi ha raccontato che suo figlio era entrato nello spogliatoio prima di una partita, e che tutti stavano facendo le loro cose mentre io meditavo. E lui gli ha chiesto: "Papà, perché Szczesny dorme?".

Tratto da La Gazzetta dello Sport







07/03/2025

"Un'attività pomeridiana in una scuola della montagna veronese che raccoglie consensi fra ragazze e ragazzi: un corso di uncinetto, dove si impara a a intrecciare i fili ma anche a riordinare i pensieri e ad apprezzare il valore della lentezza.

22/02/2025

“Ci affanniamo spesso a spiegare,
a chiarire, a farci capire.
Crediamo che con le parole giuste, con la pazienza, con l’insistenza, riusciremo a sciogliere incomprensioni, a far vedere agli altri quello che per noi è così evidente.
Ma la verità è che non sempre è possibile.
La "leggerezza", allora, diviene la nostra grande saggezza: sapere quando parlare e quando tacere, quando insistere e quando lasciare andare.
La leggerezza non è disinteresse, né resa.
È la libertà di non farsi risucchiare dalla frustrazione, di non caricare sulle spalle pesi che non ci appartengono.
È la forza di guardare avanti senza rancore, con la mente sgombra e il cuore più leggero.
Perché alla fine, il vero coraggio non è trattenere, ma lasciare andare ciò che non ci porta più da nessuna parte”.

Angelo Roberto Giovannetti

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La mia formazione, la mia mission

Ho conseguito la Laurea in “Scienze del comportamento e delle relazioni interpersonali e sociali presso l’Università degli Studi di Parma con una tesi in psicologia clinica della salute sulle “Possibili connessioni tra alimentazione e cancerogenesi”, successivamente presso l’Università di Urbino Carlo Bo, ho ottenuto la Laurea Magistrale in Psicologia Clinica con una tesi dal titolo: “Il disturbo somatico funzionale: un approccio psicodinamico attraverso la teoria dell’attaccamento e della mentalizzazione”.

Durante l’anno del tirocinio formativo, svolto presso il Centro Regionale di Psicologia dello Sport, di cui successivamente sono diventata socia e docente, e anche dopo l’iscrizione all’albo, ho frequentato seminari e master in psicologia dello Sport.

E’ iniziata poi la gavetta nel mondo della psicologia dello Sport che negli anni mi ha portata a lavorare in numerose realtà sportive del territorio.

La formazione personale non si è mai fermata, prosegue e mi auguro possa proseguire durante l’into arco della mia vita.