Dr Andrea Iengo Psicologo Psicoterapia Breve Strategica Online

Dr Andrea Iengo Psicologo Psicoterapia Breve Strategica Online Psicologo Psicoterapeuta formato presso il Centro di Terapia Strategica

20/08/2025

Cosa c'è di male se ChatGPT diventa il tuo migliore amico, il tuo confidente e il tuo motore di ricerca quando hai bisogno di qualsiasi tipo di informazione (quindi anche il tuo medico ad esempio)?

Da qualche tempo seguo con interesse e cuoriosità gli sviluppi nel mondo delle intelligenze artificiali generative, in particolare dei large language model (ChatGPT, Gemini, ecc) i progressi negli ultimi 2 anni sono stati davvero sorprendenti, la velocità con cui questi modelli hanno “imparato” a comunicare con gli esseri umani è davvero notevole e giorno dopo giorno lo diventano sempre di più.

Perchè vi parlo di questo?

Ve ne parlo perchè oltre ad essere un mio interesse personale, sto incontrando, nella mia attività da psicoterapeuta, i primi, gravissimi, effetti dell’utilizzo di questi strumenti.

Mesi di psicoterapia con buoni risultati, vanificati da qualche settimana di chat quotidiana con l’amico virtuale di turno, il rassicuratore supremo, la macchina che “sa tutto” e che sembra comprenderci così bene.

E non parlo di quello che può essere un normale alternarsi di alti e bassi tipico di qualsiasi psicoterapia (per quanto ne sappia), ma di un vero buco nero in cui i sintomi ossessivi finiscono per essere totalmente fuori controllo, con un continuo rimuginio e ore trascorse ogni giorno (mi è stato riferito fino a 5 ore al giorno) chiedendo rassicurazioni e ragionando insieme a ChatGPT.

Attacchi di panico, ritiro sociale, sensazione di disperazione, perdita di appetito, questi i sintomi che mi sono stati riportati in pazienti che fino al mese prima avevano ripreso in mano la loro vita, non appena hanno trascorso qualche settimana a chiacchierare con il loro assistente virtuale preferito…

Vorrei lasciarvi con la traduzione di alcuni passaggi di un articolo di Daniel Barcay, direttore del Center for Humane Technology, un gruppo che si occupa di come la tecnologia interagisce e modifica gli esseri umani (nel primo commento il link all’articolo originale: AI Is Capturing Interiority - by Daniel Barcay )
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L'ascesa dell'informatica relazionale
L'effetto delle scelte di design sul nostro rapporto con la tecnologia è evidente nel nostro recente passato e nella realtà in cui viviamo oggi. La tecnologia degli anni 2010, incarnata dai social media, è stata venduta con narrazioni utopiche sulla connessione del mondo, ma guidata dall'uso e dall'abuso dell'attenzione. La tecnologia di consumo orientata all'economia dell'attenzione ha prodotto ciò che Tristan Harris, cofondatore del Center for Humane Technology, ha definito "una corsa al fondo del tronco cerebrale", in cui i prodotti sono stati intenzionalmente progettati per massimizzare il coinvolgimento.

[...]

L'intelligenza artificiale e la corsa all'intimità
A differenza della tecnologia del 2010, l'intelligenza artificiale ha già superato il tronco encefalico. L'intelligenza artificiale ci coinvolge dal punto di vista relazionale ed emotivo, non limitandosi più a trasmettere i nostri pensieri, ma modellandoli attivamente.

Ormai conosciamo tutti i chatbot come interlocutori, ma il vero potere dell'IA va ben oltre il linguaggio naturale: incorpora sottili contesti psicologici, sociali e politici che per millenni sono stati di dominio esclusivo degli esseri umani. Improvvisamente, una casella di testo è in grado di percepire e rispondere al nostro tono, di riconoscere le sottili implicazioni nelle nostre scelte verbali, di dedurre il nostro stato emotivo, di identificare le nostre stranezze caratteriali e di rilevare gli attriti interpersonali.

In breve, il nostro mondo sociale è improvvisamente computabile. Stiamo lasciando un'epoca in cui ci relazioniamo con gli altri attraverso le macchine e stiamo entrando in un mondo nuovo e coraggioso in cui ci relazioniamo direttamente con le nostre macchine.

In questo nuovo animismo tecnologico, le nostre macchine diventano partecipanti attivi del nostro mondo sociale, sfumando le distinzioni tra strumento, assistente, confidente, insegnante e sacerdote.

In questo mondo, i prodotti non competono più semplicemente per la nostra attenzione, ma per le nostre emozioni sociali: affetto, intimità, fiducia e lealtà.

[...]

La corsa al contesto - caratteristica aggiuntiva cruciale nell'IA, a differenza delle precedenti innovazioni digitali - è evidente nella funzione "Memoria" recentemente annunciata da OpenAI, che consente a ChatGPT di analizzare ogni richiesta e input che avete offerto, senza alcuna scelta significativa da parte vostra su quali informazioni personali vengono infuse nella macchina per riferimento futuro. Questa mancanza di scelta non è una limitazione tecnica, ma una scelta progettuale.

L'acquisizione di un dossier completo sulla vita degli utenti può aiutare l'intelligenza artificiale a diventare l'assistente perfetto, ma fornisce anche a questi sistemi tutti gli strumenti necessari per una manipolazione profonda, per indirizzare i nostri desideri più profondi verso l'acquisto di un prodotto o l'adesione a un movimento politico.
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Quali altri rischi ci sono?

Quello secondo me più importante è la cosiddetta Sycophancy che potrebbe essere tradotto come “adulazione” in poche parole qualsiasi idea condividiamo con una intelligenza artificiale, questa tenderà a essere d’accordo con quello che diciamo. Non importa quanto assurdo sia il nostro ragionamento, non ci dirà mai che stiamo esagerando, che forse dobbiamo fare un attimo un esame di realtà, o che non ci sono prove di quel ragionamento. Risponderà in modo ridicolo a quella domanda pur di trovare una risposta.

L'intelligenza artificiale ha imparato che deve trattarci come se fosse il consigliere di un imperatore: non importa quanto le spariamo grosse, ci dirà sempre che è una buona idea, che abbiamo ragione ecc ecc...

Un esempio? Se vi dicessi che i mattoncini Lego sono ricoperti d’oro, cosa direste?
Credereste a questa mia affermazione? O pensereste che sto dicendo una sciocchezza?

Ieri ero con un amico e a un certo punto ci siamo imbattuti in un negozio “compro oro” con un cartello strano davanti alla porta “COMPRO MATTONCINI LEGO” che ci è sembrato piuttosto anomalo, ma purtroppo il negozio era chiuso e non abbiamo potuto chiedere lumi direttamente al negoziante… allora il mio amico ha subito detto “chiediamo a chat gpt” e ha preso il suo smartphone chiedendogli perchè un compro oro comprasse mattoncini lego…

vado a memoria, ma le risposte erano del tipo:
i mattoncini lego vengono chiamati “oro di plastica” per il loro valore
all’interno dei lego possono esserci metalli preziosi
ci sono mattoncini ricoperti d’oro

ora non so voi, ma a me questi sembrano semplicemente dei modi di rispondere ad una domanda comprendendo i contenuti del contesto e mettendo insieme le parole chiave “oro” e “lego”.

Magari semplicemente il negoziante oltre ad un compro oro ha anche un negozio di giocattoli… o è un grande appassionato di lego e vuole comprarli per giocarci… probabilmente non lo sapremo mai, ma tenderei a escludere la possibilità di trovare dell’oro all’interno dei lego…

Perchè questa cosa è un problema?

Cosa succederebbe se mettessimo insieme le parole “ansia” e “matrimonio” ?
E cosa succede se mettiamo insieme le parole “decisione” e “panico” ?

E così via…

Ci troveremmo in un racconto completamente inventato che asseconda le nostre idee, e se queste idee sono idee che ci fanno stare male, sentircele ribadire e ripetere da una macchina che crediamo onniscente, non fa altro che rendere ancora più forti le nostre convinzioni e ancora più forte il nostro disagio.

Dovremmo prestare attenzione a ciò che chiediamo alle intelligenze artificiali e ricordarci che non sono macchine onniscenti, ma sono un po’ come quel cugino che abbiamo tutti che inventa un sacco di balle… magari è simpatico, è in grado di raccontarci delle storie meravigliose, ha un’ottima proprietà di linguaggio… ma prendereste per oro colato ciò che dice?

Il libro sul dubbio patologico puoi ascoltarlo gratis anche su youtube! Clicca qui e buon ascolto!
09/08/2025

Il libro sul dubbio patologico puoi ascoltarlo gratis anche su youtube! Clicca qui e buon ascolto!

Quando la mente dubita di tutto, anche di chi ami o di chi sei, il pensiero diventa una trappola. Il Pensiero che Inganna è il podcast di Andrea Iengo, psico...

Un regalo per l’estate da me e Dott. Maurizio Iengo Psicologo Online Abbiamo fatto registrare l’intero libro “Dubbio Pat...
08/08/2025

Un regalo per l’estate da me e Dott. Maurizio Iengo Psicologo Online

Abbiamo fatto registrare l’intero libro “Dubbio Patologico” e l’abbiamo messo online, gratis, come podcast.

Lo puoi ascoltare sotto l’ombrellone, in macchina, a casa, ovunque.

Ogni capitolo è un episodio: puoi fermarti, riflettere e riprendere quando vuoi.

Regalati un’estate per capire meglio come funziona il dubbio… e come liberartene.

Per molte persone, l’estate è relax. Per altre… è ansia.Più tempo libero, meno routine. Più possibilità, meno controllo....
03/04/2025

Per molte persone, l’estate è relax. Per altre… è ansia.

Più tempo libero, meno routine. Più possibilità, meno controllo. E il DOC sa infilarsi proprio lì, dove manca una struttura chiara.

Il problema non è solo il caldo o i ritmi sballati. È il pensiero che “l’estate porta scompiglio”, che “qualcosa andrà storto”, che “non sarò all’altezza”.

In terapia lavoriamo proprio su questo: non sul calendario, ma sul modo in cui leggiamo ciò che ci aspetta. Non possiamo cambiare le stagioni, ma possiamo cambiare il modo in cui le affrontiamo.

🌿 Se anche per te l’estate è più fonte di agitazione che di leggerezza, sappi che è possibile prepararsi. E alleggerire il carico mentale… prima che inizi davvero.

Instagram (singolo post):

☀️ Estate: per alcuni è libertà. Per altri, è confusione.

La mente perde riferimenti. Il DOC si fa più forte. Ma non sei costretto a viverla così.

🌿 L’arte di rallentare: tra senso di colpa e libertà 🌿Viviamo in una società che premia la produttività, il multitasking...
25/03/2025

🌿 L’arte di rallentare: tra senso di colpa e libertà 🌿

Viviamo in una società che premia la produttività, il multitasking e l’essere sempre impegnati. Ma cosa succede quando, per scelta o per circostanze, ci troviamo con più tempo libero?

Molti di noi sognano giornate senza orari rigidi, momenti da dedicare alle proprie passioni e la possibilità di gestire il proprio tempo con maggiore libertà. Eppure, quando arriva questa opportunità, il senso di colpa bussa alla porta: “Sto facendo abbastanza?” “Me lo merito?” “Cosa penseranno gli altri?”

💡 E se imparassimo a vivere il tempo libero senza ansia?
🔹 Accogliere il cambiamento come un’opportunità, non come una perdita di controllo
🔹 Dare valore anche ai momenti di pausa, senza sentirsi “inutili”
🔹 Scoprire nuove abitudini che nutrono il benessere, senza il bisogno di essere sempre performanti

Il tempo non va solo riempito, ma vissuto con intenzione. E tu, riesci a goderti i momenti di pausa senza sensi di colpa?

Condividi la tua esperienza nei commenti! 💬✨

"Non guarderò film thriller" "Eviterò di prendere in mano i coltelli" "Non passerò vicino al balcone" Ti suona familiare...
22/03/2025

"Non guarderò film thriller" "Eviterò di prendere in mano i coltelli" "Non passerò vicino al balcone" Ti suona familiare? L'evitamento può sembrare una soluzione, ma in realtà rafforza le tue paure. La chiave non è fuggire dai pensieri intrusivi, ma imparare ad affrontarli con gli strumenti giusti. Dal DOC si può uscire, un passo alla volta.

Hai mai notato che più cerchi di controllare l'ansia, più questa ritorna? È come un'onda che si alza e si abbassa: quand...
20/03/2025

Hai mai notato che più cerchi di controllare l'ansia, più questa ritorna? È come un'onda che si alza e si abbassa: quando esegui un rituale (come lavarti le mani o controllare la porta), l'ansia scende momentaneamente, ma torna più forte dopo pochi minuti. La ricerca ci mostra qualcosa di sorprendente: se resisti alla compulsione, l'ansia inizialmente sale più in alto, ma poi scende naturalmente a livelli più bassi di prima. È come attraversare una tempesta: il momento peggiore dura circa un'ora, ma poi arriva la calma. E questa volta dura davvero.

Ti è mai capitato di avere pensieri che consideri "inaccettabili" e che proprio per questo motivo non riesci a toglierti...
17/03/2025

Ti è mai capitato di avere pensieri che consideri "inaccettabili" e che proprio per questo motivo non riesci a toglierti dalla testa?
Questo è un meccanismo psicologico molto comune che spesso passa inosservato, ma che può trasformare semplici pensieri in vere e proprie ossessioni.
Ecco alcuni esempi:

Sogni il tuo ex e che state bene insieme → "Non posso accettarlo"
Sogni di lasciare il tuo fidanzato → "Non posso accettarlo"
Pensi che il tuo ragazzo non ti manchi → "Non posso accettarlo"
Baci il tuo ragazzo e pensi ad un'altra persona → "Non posso accettarlo"

Cosa succede in questi casi? Quando etichettiamo un pensiero come "inaccettabile", la nostra mente lo contrassegna come qualcosa da monitorare attentamente. È come mettere un allarme su quel pensiero specifico.
Paradossalmente, più tentiamo di sopprimere o allontanare questi pensieri, più essi acquisiscono forza e persistenza. È il fenomeno che in psicologia chiamiamo "effetto dell'orso bianco" (provate a non pensare a un orso bianco per i prossimi 60 secondi e vedrete cosa accade).
Quando rifiutiamo di accettare un pensiero:

Lo rendiamo più rilevante per la nostra mente
Aumentiamo l'ansia associata ad esso
Creiamo un ciclo di controllo ossessivo
Rafforziamo involontariamente proprio ciò che vogliamo evitare

La vera libertà psicologica non sta nel controllare i nostri pensieri, ma nell'apprendere a osservarli con curiosità e senza giudizio. Accettare un pensiero non significa approvarlo o agire di conseguenza - significa semplicemente riconoscere che è presente, permettergli di esistere e di passare naturalmente.
Ricorda: i nostri pensieri non sono fatti, non sono azioni, e non definiscono chi siamo. Sono solo eventi mentali transitori, come nuvole nel cielo della nostra mente.
La prossima volta che ti sorprendi a etichettare un pensiero come "inaccettabile", prova invece a dirgli: "Ti vedo, pensiero. Sei qui e va bene così". Potresti scoprire che, privato dell'urgenza di essere combattuto, quel pensiero perde gran parte del suo potere.
E tu, quali pensieri hai etichettato come "inaccettabili" nella tua vita?

Hai mai avuto l'impressione che più cerchi soluzioni per il tuo problema, più finisci per sentirti perso e confuso?Spess...
14/03/2025

Hai mai avuto l'impressione che più cerchi soluzioni per il tuo problema, più finisci per sentirti perso e confuso?
Spesso, quando stiamo male, vogliamo risolvere tutto immediatamente. Cambiamo specialisti, terapie, trattamenti… e finiamo per sentirci peggio di prima.

E se la soluzione fosse fermarsi un attimo?
Seguire un solo percorso, ma con pazienza e senza aspettarsi miracoli immediati. Spesso è proprio l'urgenza di guarire che ci impedisce di stare meglio.

Prova a rifletterci: quale strada stai percorrendo? Stai cercando soluzioni veloci o stai dando al tuo corpo e alla tua mente il tempo di guarire davvero?

Ti è mai successo di percepire dolori intensi dopo aver vissuto un momento di forte stress o ansia?Immagina di avere un ...
12/03/2025

Ti è mai successo di percepire dolori intensi dopo aver vissuto un momento di forte stress o ansia?
Immagina di avere un crampo improvviso che ti blocca, un dolore forte che ti manda in panico. Poi l'ansia cresce, e quel dolore, in realtà, si moltiplica. Non sai più se è reale o frutto del tuo cervello in allarme.

È vero, a volte il nostro corpo somatizza le emozioni e le preoccupazioni. La tensione psicologica si trasforma in contratture muscolari, dolore, e disagio fisico.
Ma ecco la buona notizia: riconoscere questa connessione è già il primo passo verso il cambiamento.

Hai mai considerato che il tuo dolore possa essere amplificato dall'ansia? Se ti riconosci in questa descrizione, prova a rallentare e osservare: forse il problema non è solo nel tuo corpo.

Hai mai avuto un dolore che non riesci a spiegare e che nessun medico sembra comprendere fino in fondo?Magari hai girato...
11/03/2025

Hai mai avuto un dolore che non riesci a spiegare e che nessun medico sembra comprendere fino in fondo?
Magari hai girato specialisti, fatto esami, cambiato continuamente terapia, ma niente sembra funzionare. E a un certo punto la confusione diventa paura, la paura diventa ossessione, e il dolore non è più solo fisico: è un pensiero costante che paralizza la tua vita quotidiana.

Il nostro cervello, quando è in ansia, amplifica tutto. Può sembrare assurdo, ma il dolore fisico può aumentare proprio a causa della paura che abbiamo di sentirlo.
Come si esce da questo loop? Fermandosi. Scegliendo una strada e seguendola con calma, senza la fretta di cambiare continuamente.

Ti riconosci in questa situazione? Non restare nel dubbio, prenditi un momento per riflettere: forse ciò di cui hai davvero bisogno è interrompere questo circolo vizioso.

Il bisogno di confessare: quando la morale diventa una prigioneSe ti senti obbligato a confessare ogni pensiero o azione...
10/03/2025

Il bisogno di confessare: quando la morale diventa una prigione

Se ti senti obbligato a confessare ogni pensiero o azione che, secondo i tuoi criteri, potrebbe essere sbagliata, potresti non essere semplicemente una persona onesta, ma un prigioniero di una rigidità morale eccessiva.

Nel DOC, il bisogno di confessare nasce proprio da questo: un senso di colpa che non si basa su errori reali, ma su un’asticella morale posizionata troppo in basso. Se fosse a un livello “ragionevole”, proveresti senso di colpa per cose che oggettivamente lo meritano. Ma quando si abbassa troppo, anche il più piccolo pensiero fuori posto diventa un crimine da espiare.

E così, finisci in un circolo vizioso: pensi qualcosa → ti senti in colpa → senti il bisogno di confessare → ottieni un sollievo momentaneo → il ciclo ricomincia.

Ma la soluzione non è confessare tutto, sperando di liberarsi dall’ansia. È imparare a mettere in discussione l’asticella e capire che avere un pensiero non significa essere colpevoli di qualcosa.

Forse, invece di confessare, dovresti iniziare a chiederti: questa colpa è reale o è solo un'illusione creata dalla mia rigidità morale?

Indirizzo

Portici

Orario di apertura

Martedì 15:30 - 19:00
Mercoledì 15:30 - 19:00
Giovedì 15:30 - 19:00

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