
23/12/2024
Passeggio col mio taccuino in mano,
La penna in tasca ed i pennarelli in testa.
È notte, è fredda, ed è buio,
Il silenzio mi accompagna,
In lontananza un cagnolino si alza, svegliato dai miei passi,
Mi vede, s'avvicina, non mi teme,
Inizia a scodinzolare, ed anche io lo faccio,
Chinandomi leggermente ed accarezzandolo calorosamente.
Mi metto così a parlare con lui,
Mi siedo e gli dico,
Lui mi ascolta, comprende e si piglia le coccole.
Alla fine, siamo io e te,
Un nucleo semplice, una parola povera,
Una luce fioca nel buio,
Una lacrima di bontà che scende dalla guance e muore sulle labbra,
Una goccia d'acqua, in un mare dormiente,
Un grido dissidente, in un teatro vuoto e compiaciuto senza applausi.
Vedi amico mio,
Infondo non siamo così diversi come dicono,
Vita sei tu, e vita sono io,
Entrambi dalla natura veniamo,
Niente portiamo e tutto lasciamo, tranne le emozioni di questi momenti,
Quelli restano a noi, tra noi.
Anche dei gesti di bontà resta qualcosa,
Si, rimane nei gesti futuri di chi li riceve,
Ed è così anche per la cattiveria,
Che tra poco si sveglia e ci spazza via,
In un angolo, là dove noi sappiamo trovare riparo.
L'umano ha scelto questa direzione,
Forse ha finito per subirla,
Di certo non trova modo per cambiarla,
Coraggio per evitarla,
Persino ragione per comprenderla.
Sai che ti dico amico mio,
Che forse sei più felice di me,
Dalla tua natura non ti sei mai allontanato,
Al tuo istinto non hai mai rinunciato,
Alla tua libertà, hai sempre risposto,
Così le tue emozioni hai sempre vissuto,
I tuoi sogni sempre seguito e la tua esperienza in saggezza riportato.
Forse non hai avuto ciò che hai desiderato,
Una casa, una famiglia, ma qualche carezza hai sempre in strada, per simpatia strappato.
Amico mio, credimi se ti dico che anche io e tutti quelli che dormono adesso siamo come te,
Si, perché viviamo come te, le stesse strade,
Mangiamo le stesse cose che racimoli tu e respiriamo la stessa aria inquinata che ammala anche te.
Però c'è una differenza in effetti tra noi sai,
Si, perché noi umani, che tanto intelligenti siamo,
Ogni giorno andiamo a lavorare per produrre qualcosa che dopo con il danaro guadagnato andiamo a comprare per vivere, lasciando a questa organizzazione che chiamiamo società, il nostro tempo, la nostra libertà e le nostre vite che voleranno via, al prossimo soffio, come queste foglie secche in terra.
Noi umani siamo evoluti amico mio,
A tal punto dal non comprendere più che,
Come in questa sera,
Domani ci alzeremo e torneremo a correre,
Lasciando dormire ancora,
Ed ancora la nostra felicità, su un comodo cuscino chiamato società, che nemmeno dei sogni non ha più pietà.
Dopo quel mio monologo,
Ricevute le coccole e le carezze,
Quel cagnolino si alzò da terra,
E se ne andò.
Duna cosa sono rimasto colpito,
Lo sguardo con cui mia ha salutato.