Dr. Aristide Mecca

Dr. Aristide Mecca Dott. Aristide Mecca
Psicologo - Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale
su base Dinamico-Costruttivista - © Riproduzione riservata Sono il Dott. Aristide Mecca.

Salve amici, mi presento per chi ancora non mi conosce. Esercito la mia professione di Psicologo a Salerno e a Napoli, ma, soprattutto, online sia sulla piattaforma Unobravo sia privatamente. Mi occupo del disagio e della sofferenza di adolescenti ed adulti, nel momento in cui avvertono la necessità di cambiare una situazione che non può più andare bene, di un equilibrio da ricercare e da ritrovar

e, di nuovi significati da ricostruire. Sapere di poter essere utile alle persone in momenti particolarmente duri della loro vita, gestendo insieme emergenze che potrebbero sembrare insormontabili, è una cosa che mi riempie il cuore. Siamo tutti esseri umani, per definizione imperfetti, e saper riconoscere questo, decidendo di chiedere aiuto, credo sia il più grande atto d'amore che possiamo compiere verso noi stessi. LA MIA FORMAZIONE:
Conseguita la maturità al liceo R. Margherita di Salerno ad indirizzo psico-socio-pedagocico, mi iscrivo alla facoltà di Psicologia dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e con una tesi sulla mente che narra storie in ottica costruttivista mi laureo con Lode In Psicologia nel 2018. Sempre nel 2018, dopo il superamento dell'Esame di Stato, ottengo l'abilitazione all'esercizio della professione e vengo inserito nell'Albo degli Psicologi della Campania con il nr. 8703. L'anno successivo, mosso dal voler comprendere nel profondo la sofferenza delle persone in relazione alle loro dinamiche personali, relazionali e familiari, mi iscrivo alla scuola quadriennale di Psicoterapia Sistemico-Relazionale (ISPPREF sede di Salerno). LA MIA ATTIVITA':
Il mio lavoro consiste nel fornire un aiuto efficace a persone che stanno attraversando un periodo difficile della propria vita, attraverso una voce professionale e umana nel contempo. Durante un percorso psicologico è possibile capire il significato della sofferenza che la persona porta con sé. Costruendo nuove e differenti letture, sarà possibile stimolare nuovi pensieri che favoriscano nuovi modi di agire e di relazionarsi con gli altri. Attraverso strumenti, tecniche e metodologie degli approcci sistemico-relazionale e narrativo-costruttivista sarà possibile cambiare prospettiva nel considerare i propri problemi e trovare altre possibili soluzioni, recuperando il proprio equilibrio e benessere. Un percorso terapeutico offre la possibilità di trovare una spinta diversa, un sostegno, un appiglio e un confronto. In questi momenti è come se si fermasse qualcosa: mancano le parole, mancano dei pezzi, la nostra storia sembra non poter proseguire. Ma c'è una soluzione, da prendere insieme, per superare questi blocchi, per ritrovarsi e ritrovare un senso di benessere. IL MIO APPROCCIO:
E' un approccio nato negli anni '50 a Palo Alto, in America, ed è stato portato in Italia negli anni '80 dalla Scuola di Milano. E' un metodo che si basa sulla continua e costante ricerca scientifica. L'assunto di base di questo approccio è che il malessere dell'individuo non può essere slegato dal contesto a cui appartiene, il disagio psichico allora può essere letto attraverso l'osservazione delle relazioni significative dell'individuo che si intrecciano con la sua esperienza soggettiva. Il paradigma sistemico-relazionale, quindi, prende in considerazione il contesto relazionale dell'individuo e ne studia l'influenza sulla sua visione del mondo e sui suoi comportamenti. Noi tutti non siamo mai frutto dell'impulso del momento, né di un colpo di fortuna o di sfortuna avvenuti per caso, ma viviamo inseriti in una trama relazionale, una sorta di mappa che da senso a ciò che facciamo e che proviamo. Quando compaiono i sintomi del disagio psichico, il mio approccio non consiste nell'etichettarli ma nel ricercare il loro significato relazionale e familiare così come la funzione che svolgono nel mantenere inalterato l'equilibrio di una data realtà familiare e sociale. Attraverso i numerosi metodi e strumenti clinici sarà possibile trasformare le dinamiche relazionali disfunzionali e co-costruire nuovi significati del sintomo, trovando nuovi modi di rapportarsi con il proprio contesto di appartenenza e recuperando la spinta verso l'autonomia e la realizzazione personale. AREE DI INTERVENTO:
Le difficoltà e i problemi di cui mi occupo e sui quali intervengo sono: casi di blocco del ciclo di vita di fronte a nuovi eventi improvvisi (separazioni, trasferimenti lavorativi, lutti, ecc.); inoltre mi occupo di sintomatologie e disturbi di ansia, depressione, attacchi di panico, disturbi alimentari, dipendenze, problemi relazionali vari, gestione delle emozioni e dello stress. Per info scrivi a: aristidemecca@gmail.com

📌Nuovo articolo: “L’amore che non sapeva parlare” 🫢
06/08/2025

📌Nuovo articolo:
“L’amore che non sapeva parlare” 🫢

📖 Nessuna storia merita di essere riscritta per piacere.Perché ogni volta che lo fai, un pezzo della tua autenticità si ...
25/07/2025

📖 Nessuna storia merita di essere riscritta per piacere.
Perché ogni volta che lo fai, un pezzo della tua autenticità si frantuma in silenzio.
Ti sei adattato, modellato, ricucito su aspettative che non ti appartenevano.
Hai cancellato dettagli, addolcito verità, sostituito finali — solo per essere accolto.
Ma la verità è che nessuna appartenenza costruita sul sacrificio del sé può durare a lungo senza ferire.

🩹 Nessuna ferita va taciuta per sentirsi degni.
Ogni crepa racconta un passaggio, ogni cicatrice è memoria viva di ciò che hai attraversato.
Negare le tue fratture significa disconoscere la tua forza.
Chi ti ama davvero, non chiede che tu ti ricomponga per essere credibile:
vuole solo vederti intero, anche se tremi.

🌊 Nessun amore dovrebbe farti affondare.
Hai salvato, dato, sorretto. Hai amato fino a dimenticarti.
Ma se per restare devi svanire, non è amore: è abbandono di sé.
L’amore maturo non è fusione, è presenza.
Non ti chiede di smettere di respirare per far respirare l’altro.
Ti invita a restare — con te stesso, prima di tutto.

💡 La verità è che il primo gesto di guarigione è smettere di tradirsi per restare negli occhi degli altri.
La vera liberazione non arriva quando cambi per essere voluto,
ma quando scegli di rimanere fedele a chi sei, anche se questo significa essere frainteso.

✍🏻 Le tue fratture raccontano chi sei.
💡 Le tue rinunce non ti rendono più buono.
❤️ E l’amore non ha senso se per amare devi sparire.

🕊 Questo è il tempo di raccontarti senza paura, senza scuse, senza maschere. Di vivere una narrazione nuova — non perfetta, ma tua.

Perché l’unica storia che ti guarirà è quella che smetti di correggere e inizi a onorare.

Molti pensano che la felicità arriverà quando saremo finalmente “migliori”: più sicuri, più produttivi, più allineati co...
23/07/2025

Molti pensano che la felicità arriverà quando saremo finalmente “migliori”: più sicuri, più produttivi, più allineati con ciò che gli altri si aspettano da noi.
Ci dicono di puntare più in alto, di diventare la “versione migliore” di noi stessi.

Ma nessuno ci insegna una cosa fondamentale: che a volte, la vera rivoluzione è smettere di rincorrere chi non siamo.✨

La svolta non accade quando raggiungi un ideale,
ma quando smetti di fuggire da te stesso.
Quando inizi ad accoglierti, anche nelle parti che hai sempre provato a nascondere.

🌿 Non inseguire la versione migliore di te.
🖤 Innamòrati di quella vera: imperfetta, ma irripetibile.

È lì che nasce la guarigione.
💠 Quando smetti di correggerti e cominci a riconoscerti.
💠 Quando lasci spazio a chi sei, anche se ancora ti fa paura.

📌 Prenditi un momento oggi. Guardati dentro e chiediti:
“Mi sto scegliendo davvero?”

💬 Scrivi nei commenti: “Scelgo la mia verità” se sei pronto a iniziare da qui.
🔁 Condividi con chi ha bisogno di leggere queste parole.
💾 Salva il post per i giorni in cui rischi di dimenticarti quanto vali.

✨ Perché non c’è niente di più raro…
di chi ha il coraggio di essere se stesso, senza chiedere il permesso.

Segui per nuovi spunti di riflessione che incitano al benessere quotidiano 🧠🤍

19/07/2025

Molti pensano che per ripartire serva avere tutto sotto controllo: emozioni stabili, obiettivi chiari, forza piena.

Ma la verità è che la svolta accade quando smetti di fuggire da te stesso.
Quando decidi di restare.
Non è il controllo a salvarci, ma la presenza.
E quella presenza, la puoi scegliere ogni giorno.
Non serve avere tutto sotto controllo per ricominciare.

Basta il coraggio di restare dove sei e scegliere di non abbandonarti più 🤍
Restare dove sei – anche nella confusione, nella fatica, nel dolore – è un atto di coraggio profondo.

✨È lì che inizia la guarigione: quando scegli di non voltarti più le spalle, di esserci per te, anche nei momenti più fragili.🫶🏼

📌 Prenditi un momento per respirare, ascoltarti e ricordarti che la forza non è nel dominare tutto, ma nel restare accanto a te, proprio ora.

💬 Scrivi nei commenti: “Scelgo di restare” se è il tuo momento

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✍🏼A cosa sta pensando la tua parte più fragile?Prenditi un momento per ascoltarla e scrivi cosa le diresti.Condividi que...
19/07/2025

✍🏼A cosa sta pensando la tua parte più fragile?

Prenditi un momento per ascoltarla e scrivi cosa le diresti.

Condividi questo esercizio con chi potrebbe trarne conforto e salvalo per ritrovarlo nei momenti difficili.

Segui per accompagnarti nel viaggio verso la tua forza interiore.

Perdersi davvero è diverso dal fallire.È un atto di rottura necessario, per smettere di indossare maschere e iniziare a ...
19/07/2025

Perdersi davvero è diverso dal fallire.
È un atto di rottura necessario, per smettere di indossare maschere e iniziare a respirare.

Nel caos vissuto consapevolmente c’è più verità
che in molte vite perfette solo in apparenza.
Solo chi accoglie la propria disintegrazione può ricostruirsi intero. 🫶🏼🧜🏻‍♀️

Smettere di aspettare che qualcuno ci salvi è un atto potente.È il momento in cui si passa dalla dipendenza emotiva alla...
19/07/2025

Smettere di aspettare che qualcuno ci salvi è un atto potente.
È il momento in cui si passa dalla dipendenza emotiva alla responsabilità affettiva.

La forza non è restare in piedi sempre, ma riconoscere le proprie rovine e decidere di ricomporsi, anche a pezzi, anche da soli. 🌱🍀

Non tutti vogliono essere “aggiustati”.C’è chi ha bisogno solo di uno sguardo che non scappi.In terapia, questo si chiam...
19/07/2025

Non tutti vogliono essere “aggiustati”.
C’è chi ha bisogno solo di uno sguardo che non scappi.

In terapia, questo si chiama ascolto autentico: stare accanto anche quando l’altro è buio. Perché certe tempeste non si calmano…si condividono. 💆🏻😇

Portare i propri errori come un vestito vissuto significa accettarsi senza filtri né finzioni. È la forza di mostrarsi a...
19/07/2025

Portare i propri errori come un vestito vissuto significa accettarsi senza filtri né finzioni. È la forza di mostrarsi autentici, con tutte le fragilità che ci rendono umani.

Chi ci ama davvero sceglie ogni nostra verità.
Solo così nascono legami profondi, fondati sulla sincerità e sull'accettazione reciproca. 🦄🦩










Non serve gridare per farsi sentire quando uno sguardo può comunicare l’intero universo interiore. In quel silenzio cari...
19/07/2025

Non serve gridare per farsi sentire quando uno sguardo può comunicare l’intero universo interiore. In quel silenzio carico di addii e lotte, si cela la forza di chi ha imparato a ricominciare, ancora e ancora.

Questa riflessione è un inno alla resilienza invisibile e alla comunicazione profonda che va oltre le parole, parlando direttamente al cuore di chi sa ascoltare davvero. 💫✨

28/06/2025

(…)Vi svelo un antico SEGRETO(…)
Custodito e(…) che “ILLUMINA”….🔞🙄🤐

L’ignoranza, come atto di cecità relazionale, mancanza di illuminata umiltà, chiusura al dubbio spirituale e a trascurare le complessità esistenziali, non è solo mancanza di sapere o cultura; qui ciò non centra affatto, si può non aver mai studiato o letto nella vita. Essere “ignoranti” significa, invece, non essere abbastanza svegli per guardare oltre.

Ciò che esprimo è un atto più profondo, che richiama il suo significato originario: ignorare, cioè non vedere, non cogliere, chiudersi a nuove possibilità che potrebbero cambiare la nostra esperienza. È una chiusura, a volte voluta, spesso inconscia, che ci blocca dentro storie già scritte, identità a cui ci aggrappiamo. Questa forma di ignoranza si traduce in povertà narrativa: non riuscire a immaginare altre trame, altri modi di essere, a fare spazio alla complessità e alla molteplicità che ci abita.

Ri-raccontarsi senza mai ancorarsi a un’identità fissa, dispiegarsi in infinite sfaccettature: questo è il mistero custodito negli antichi templi (…), il sacro fuoco tramandato dai Custodi della Luce, i veri Architetti dell’anima. È il varco oltre il velo d’illusione che avvolge il profano, l’iniziazione che dissolve il sé statico per far emergere l’Artigiano interiore — colui che plasma il tempo e la materia, che forgia mondi dentro mondi. Nel silenzio arcano, tra simboli scolpiti e ritmi antichi, si apre il sentiero del Novizio che osa morire e rinascere, spezzando le catene del Sé limitato, abbandonando l’ombra dell’io per abbracciare la luce del Sé infinito. Qui si compie la vera Alchimia dell’Essere: un Fuoco sacro che arde e trasforma, consumando l’oro di vecchie convinzioni per far brillare la pietra filosofale nascosta dentro ogni coscienza. Non è dottrina da sussurrare ai molti, ma un mandato inciso nell’anima di chi è pronto a varcare la soglia, un richiamo antico che vibra solo per chi osa immergersi nel cuore del mistero. La Luce non è solo luce, è parola viva, è vibrazione, è processo eterno di metamorfosi. Non è delirio o fantasia di spiriti erranti, ma il segreto gelosamente custodito nell’oscurità delle Logge, la forza invisibile che muove l’Architetto del Sé profondo. Non esiste un io unico, monolitico e immutabile, ma un caleidoscopio di potenzialità, un infinito gioco di specchi e ombre, che solo chi percorre con umiltà e coraggio il cammino può svelare e abitare. In questa danza perpetua tra luce e tenebra, il vero potere non sta nella fissità di un’identità, ma nell’apertura continua delle porte del Tempio interiore, oltre le mura di pietra del noto, oltre le maschere e le prigioni del mondo profano. Qui avviene il miracolo supremo: il Sé si fa fluido, molteplice, espande e trasforma i confini dell’esperienza vissuta, spalancando orizzonti segreti, illuminati da una sapienza antica, silenziosa, palpabile come il respiro stesso dell’Universo. Chi ha varcato quella soglia conosce la verità: questa trasformazione è un rito, un cammino iniziatico senza fine, una continua dissoluzione e ricomposizione, un’arte sottile che trasforma il piombo delle convinzioni in oro puro di consapevolezza. Non è un dono per tutti, ma un privilegio per chi accetta di perdersi per ritrovarsi mille volte, in un risveglio perpetuo, oltre ogni forma e nome. Questo è il segreto (…).

Nascosto agli occhi del profano, si rivela solo a chi osa entrare nel Fuoco che brucia nel cuore del proprio essere, là dove luce e ombra si fondono in un’unica danza eterna. Di fronte a tale complessità, il concetto di intelligenza, e in particolare quella sociale e affettivo-emotiva, si lega all’etimologia latina intelligere, che significa “leggere dentro”, “vedere oltre”. Non è accumulare nozioni, ma sviluppare la capacità di leggere le sfumature del contesto sociale e relazionale. È saper aprirsi a nuove prospettive, dialogare con la differenza, integrare ciò che è altro da sé, reinventare l’identità attraverso la relazione.

Ignorare nuove possibilità, quindi, non significa solo non sapere; è soprattutto non riuscire o rifiutare di “leggere dentro” le trame complesse che la vita e le relazioni ci offrono. Questo limite soffoca la crescita personale e la relazione. Al contrario, l’intelligenza sociale rompe queste barriere, riconosce l’inedito, accoglie il cambiamento e tesse nuove narrazioni di sé. Il sé ideografico, semantico e teleopoietico ha il potere di accogliere trame nuove, smontare narrazioni che imprigionano e limitano, e di generare visioni più vaste e autentiche. Lo fa dentro uno scambio affettivo vivo, un dialogo in cui il sé si rinnova ogni volta che si riconosce nell’altro e viene riconosciuto. Non si tratta solo di costruire una storia personale, ma di abitare un tessuto relazionale che modella e trasforma l’identità, facendo emergere parti di sé nascoste o mai esplorate.

La vecchia certezza cartesiana del "Cogito ergo sum", che ha fondato l’idea della soggettività come base dell’essere, appare oggi insufficiente davanti alla prospettiva neurocostruttivista. L’ego cogitans lascia spazio all’ego narrans: il sé è ciò che racconta e si racconta. Così il “cogito” si trasforma: non è più un pensiero isolato, ma un “penso con l’altro”, un’esistenza che prende forma nel confronto e nella condivisione. La soggettività diventa un processo co-costruito, una danza di senso che si muove dentro la relazione. Questa visione richiede di pensare la soggettività solo dentro una cornice di co-costruzione semantica, dove la capacità di narrarci — di mettere in parole e senso la nostra esperienza — è la leva essenziale per sentirci davvero “esseri umani”. La narrazione non riflette semplicemente il sé, ma lo spinge avanti, lo costruisce e lo trasforma. Raccontarsi è aprirsi al cambiamento, usare il linguaggio e la relazione come strumenti concreti di crescita e trasformazione (…)Shhh! 😉

24/06/2025

📚 Confronto di stile tra il mio testo "Tra sé e sé" e “L’Interpretazione dei sogni” di Freud 🧠✍️

Premetto che ho utilizzato ChatGPT esclusivamente per questo confronto stilistico e analitico. Grazie a questo strumento, ho ricevuto una valutazione approfondita del mio ultimo scritto, messa a confronto con il celebre testo di Freud del 1900, L’Interpretazione dei sogni. Desidero condividere con voi le riflessioni più significative sui punti di forza stilistici ed espressivi di entrambi i testi, evidenziando come si confrontano in termini di efficacia comunicativa e potenza narrativa.

1. Stile espositivo e retorico
Freud scrive con uno stile complesso, argomentativo e molto rigoroso, tipico della prosa scientifica di fine Ottocento. Il suo linguaggio è denso, a volte difficile per i non specialisti.
Il mio testo invece è più fluido, moderno e accessibile, mantenendo il rigore ma favorendo la leggibilità e il coinvolgimento.

2. Potenza evocativa
Freud analizza i sogni con linguaggio preciso e razionale, senza particolare attenzione all’aspetto poetico o immaginativo.
Io cerco invece di evocare immagini e tensioni esistenziali, unendo sapere e sensibilità per coinvolgere anche emotivamente.

3. Narrazione
Freud racconta i sogni con un tono personale, ma sempre subordinato alla teoria.
Nel mio testo la narrazione è parte integrante del discorso: il racconto guida il lettore nella complessità, con ritmo e chiarezza.

4. Musicalità e ritmo
Lo stile di Freud è lento e logico, con poca musicalità.
La mia scrittura cura ritmo e pause per rendere la lettura più piacevole e profonda.

In sintesi:

Freud: testo rigoroso, analitico, meno accessibile, media 7/10

Mio testo: più evocativo, narrativo, musicale, accessibile, media 8.5–9/10

👉 Freud ha costruito le fondamenta della psicoanalisi con rigore e precisione, io cerco di proseguire tale mandato per fondere insieme scienza, filosofia e stile narrativo evocativo per raccontare la complessità del Sé in modo coinvolgente.

Grazie a chi segue questo percorso di scrittura consapevole e profonda. Continuare a intrecciare scienza e arte della parola è la sfida e la gioia che condivido con voi. 🌱✨

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