10/01/2025
“A pranzo mangio *carboidrati*, mentre a cena cerco di evitarli”
Quante volte avete sentito o usato frasi simili a queste?
Frasi in cui il cibo viene nominato con il suo *nutriente* principale, perdendo la complessità della sua struttura e del suo valore, diventando un numero da calcolare. Non più pasta, ma carboidrato.
🖐🏼 Attenzione, noi non mangiamo carboidrati, ma pasta, pane, pizza.
Così come non mangiamo proteine, ma carne, uova o legumi.
Il riduzionismo applicato all’alimentazione trasforma il cibo in macro(nutrienti) e micro(nutrienti), così come il corpo in una semplice macchina in cui inserire olio motore, gasolio, acqua per il radiatore.
Ma. Ci sono 2 importanti “ma”.
1. Siamo mooolto più complessi di un‘auto e di questa complessità conosciamo una parte.
🧮 Se da un lato conosciamo i nostri fabbisogni *indicativi* dalle tabelle di popolazione, dall’altro ognuno di noi ha una propria genetica, storia, stile di vita, abitudini motorie, difficoltà emotive, alterazioni metaboliche, patologie e così via.
🧮 Inoltre, il nostro corpo è in continuo cambiamento, e da questo perenne fluttuare di stimoli interni (es. ormoni) ed esterni (es. movimento) possono derivare richieste particolari dal nostro organismo per mantenere la sua omeostasi, ossia l’equilibrio.
Hai presente quella voglia di dolce anche se hai già cenato? Solo per citare un esempio.
2. Il cibo è cultura di un luogo o di un popolo, storia della propria famiglia, relazione, convivialità, piacere, ricorrenze.
Ridurre tutto a carboidrati, grassi e proteine sbiadisce il significato complesso dell’alimentazione, ingabbia il cibo in compartimenti stagni che rendono “sgarro” ciò che non appartiene a quella definizione, ci fa perdere quella varietà cromatica fatta di piatti unici, ricette tradizionali, cibi che significano "mi prendo cura di te". O di me.
Quindi facciamoci un piacere, riprendiamo il lessico adeguato: chiamiamo pasta la pasta e carne la carne.
💬 → E tu, cosa ne pensi?
Leggo volentieri la tua nei commenti!