14/05/2022
🌸
MENTE A RIPOSO
Fra le massime delle arti marziali, ce n’è una tanto semplice quanto fondamentale: “Corpo in movimento, mente a riposo”.
Sono poche, essenziali parole che puntano dritto al cuore della pratica.
Per questo motivo, in tutte le arti marziali tradizionali si auspica che il praticante riesca a immergersi "a comando" nello stato di Wuxin (in giapponese Mushin), un'espressione dello Zen che possiamo tradurre come “Mente senza mente”.
“Spegnere la mente” dovrebbe poter diventare una sana abitudine per tutti, perché è indispensabile al fine di preservare quell’enorme quantità di energia che di solito sprechiamo tenendola inutilmente “accesa”.
Per meglio comprendere cosa intendiamo, può essere utile rileggere cosa ha scritto sull'argomento Annie Besant (1847-1933), celebre studiosa della cultura filosofica dell’Oriente.
«Un grande acquisto di forza può derivarci dall'imparare sia a pensare, sia a interrompere il pensiero a volontà.
Mentre pensiamo, dobbiamo gettare nel pensiero tutto il nostro mentale e pensare meglio possibile; ma quando il lavoro del pensiero è terminato lo si deve lasciar cadere “completamente”, senza permettere che resti a vagare toccando e abbandonando il mentale come una barca sbattuta contro uno scoglio.
L'uomo non tiene in funzione la macchina che non esegue un lavoro per non consumare inutilmente gli ingranaggi; eppure, il prezioso ingranaggio del mentale è lasciato continuamente in moto senza scopo, a consumarsi senza nessun utile risultato. Imparare a interrompere il pensiero, a lasciare il mentale in riposo, è un'acquisizione del massimo valore.
Come le membra affaticate godono quando si distendono nel riposo, così la mente stanca può trovare sollievo in una calma completa. Costante pensiero significa costante vibrazione; costante vibrazione significa costante dispersione. Esaurimento e prematura decadenza sono i risultati di quest'inutile dispendio di energia, mentre l'uomo può preservare più a lungo sia il corpo mentale quanto il cervello se impara a interrompere il pensiero quando non sia indirizzato ad un'utile effetto».